5 aprile 2016

ALCUNE CONSIDERAZIONI SU "UN MARZIANO A ROMA"






Se il libro di Ignazio Marino dice sul Pd cose vere, da esso fondamentalmente emergono due cose. La prima è che almeno un colossale e imperdonabile errore Marino l'ha fatto: cioè fidarsi del suo partito e dei suoi alleati. Diventare sindaco di Roma in una compagnia di mezzi farabutti. Non essersi accorto abbastanza rapidamente di quanto tali fossero. Non averne denunciato la farabuttaggine appena avvedutosene rimandando la trasparenza a quando ormai l'avevano fatto fuori. La seconda cosa che emerge, se i fatti raccontati sono veri, è la non riformabilità morale del Pd, romano e nazionale. Al confronto del quale la peggio banda di giostrai pare un cenacolo di illuminati. Insomma o Marino ha scritto balle e allora ha ragione Orfini, questo è un libro di fantasy. Oppure ha scritto verità e allora sono Orfini e il suo partito a incarnare un genere letterario: quello dell'horror.
(Alessandro Gilioli - L'Espresso)


Riflessioni  di Marchesini dopo l'annuncio di Marino a non candidarsi alle prossime amministrative a Roma

 Appunti sparsi in una notte insonne.
Sarà. Io però non mi faccio accecare dall'affetto e dall'ammirazione, o quantomeno l'ammirazione non fa velo alla mia sincerità. Io non credo saremmo stati presenti così numerosi - una folla entusiasta e così trepidante per l'attesa di un annuncio mai vista in una occasione analoga - se avessimo saputo prima che era stata già decisa la rinuncia. Annunciarlo alla fine dell'incontro, dopo le risposte all'intervista che hanno consentito di rivivere le vicende dell' esperienza della sindacatura interrotta, è stato crudele come l'essere investiti da una doccia d'acqua gelata. Confesso di averla vissuta come una mancanza di rispetto e, per le mie emozioni, come una violenza inaspettata e gratuita. Eravamo un migliaio presenti fiduciosi, convinti che l'annuncio, dopo un'attesa tanto estenuante e lunga, ci avrebbe confermati. Ho visto alla fine molti e molte allontanarsi con le lacrime agli occhi. Ripeto e ribadisco, questa strategia ha sicuramente giovato alla vendita del libro, e faccio per questo i miei complimenti alla Feltrinelli. Sicuramente questo è un dato positivo, ma il senso e lo scopo della mobilitazione e dell'impegno volevano e intendevano essere altri, e ora non è e non sarà più lo stesso. Nessuno degli attuali o eventuali candidati in pista potrà mai sognarsi di avere l'entusiasmo e il consenso incondizionato che ha avuto l'ex Sindaco. Ieri sera è come se un colpo inaspettato di vento gelido ci avesse pietrificati. Sorry, Ignazio Marino: nessun libro per quanto importante e bello può valere la rinuncia a Roma. Certo, rimane ferma la volontà di combattere il mandante di un così grave crimine politico. Non era proprio il caso di aggiungerne, sia pure minore e diverso, un altro. Come si può ora, dopo che il comandante ha lasciato la bella nave in difficoltà, continuare a gridare avanti! evviva! ? Dovremmo sostenere con la stessa convinzione e slancio Giachetti o Fassina? Ci starei solo se si candidasse qualcuno come Rodotà.

Gian Carlo Marchesini

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