16 aprile 2016

Recensione film: LES SOUVENIRS regia di Jean-Paul Rouve








LES SOUVENIRS
Jean-Paul Rouve
Con Michel Blanc, Annie Cordy, Mathieu Spinosi, Chantal Lauby, William Lebghil, Jacques Boudet.

Un falso Truffaut

Il film ha una chiara ispirazione truffautiana, tanto è vero che nella colonna sonora grande parte ha Baisers Volés, canzone omonima dello splendido film, cult del 1968.
Il regista Jean-Paul Rouve è un poliedrico artista che ha iniziato come attore di teatro nel gruppo Royal Imperial Green Rabbit, per poi fare varie parti al cinema come ad esempio il contorsionista nel film sulla vita di Edith Piaf o il genero di Monsieur Batignole; ha tratto il film Les Souvenirs dal romanzo di David Foenkinos.
Romain (un delizioso Mathieu Spinosi) è un ragazzo di 23 anni che vive con un roommate, quando suo padre (un formidabile Michel Blanc),  appena andato in pensione, decide di mettere la nonna ottantacinquenne in una casa di riposo e di vendere la casa di famiglia. Tutto ciò provocherà uno shock nell’anziana signora (la bravissima Annie Cordy) che fuggirà dall’ospizio per ritornare in Normandia dove aveva vissuto da bambina fino ai nove anni. Attorno a questa storia si attestano varie mini-storie: la crisi di coppia dei genitori di Romain, la difficoltà dei rapporti del padre con i due fratelli specialmente nel prendere decisioni riguardanti la famiglia, il tentativo disperato del coinquilino di Romain, Karim, di rimorchiare una ragazza, il pittore di animali che riacquista voglia di dipingere, l’albergatore (un cammeo dello stesso regista Jean-Paul Rouve) padre frustrato volerà in Australia per riabbracciare il figlio, il cassiere saggio della stazione di servizio viene interrogato quasi un oracolo e lo stesso Romain alla ricerca dell’amore vero.
Forse è proprio in queste “storie nella storia” che il film ricorda alcune trame di quelli di Françoise Truffaut, non a caso Romain lavora come portiere di notte così come faceva Antoin Doinel in Baci Rubati. Parigi è esplicitata nei suoi nuovi luoghi come la Tète de la Defense, nei suoi interni piccolo-medi borghesi, con alle pareti boiserie e carta da parati a fiori. Meno riferita al regista della nouvelle vague, invece, è una certa sdolcinatezza nel trattare la terza età, nel mostrare la serenità e la saggezza tra un funerale e l’altro. E poi Romain è troppo un giudizioso sorridente bravo-ragazzo per assomigliare ad Antoin Doinel!
Peccato però perché alla fine il film Les Souvenirs, pur partendo da buone intuizioni e con una notevole vis comica, fa un pò l’effetto delle bibite francesi: un tantino troppo dolci ed eccessivamente colorate.

  Ghisi Grütter

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