«So di darvi un dispiacere, non
mi candiderò a sindaco di Roma». Il tono della voce si abbassa. L’emozione si
scorge sul volto. Sono infatti le 19 e 30 di ieri, 31 marzo, quando alla libreria Feltrinelli di
via Appia Nuova Ignazio Marino, autore del libro «Un marziano
a Roma», esclude la possibilità di scendere in campo per la corsa al
Campidoglio. In sala si leva un brusio di delusione. (da La Stampa)
Ignazio Marino
E così Marino esce di scena dalla corsa alle
amministrative del Comune di Roma. Non si candida. Noi di Tre Righe non ce ne
siamo meravigliati più di tanto : l’uomo Marino non ci aveva mai convinto ,
tantomeno il politico.
Ci spiace sinceramente per tutti quelli che in
buona fede gli hanno creduto, che in tutti questi mesi, dall’ignobile manovra
di palazzo dei suoi compagni di partito che con l'aiuto di Alemanno e Marchini ne hanno decretato da un notaio la fine, gli sono stati vicini,incorraggiandolo e
spronandolo ma soprattutto amandolo. Amandolo come si ama un leader vero, un leader carismatico, con sentimento e passione sincera.
Ci spiace per tutti quelli che ci hanno
creduto veramente che Marino potesse segnare il riscatto di una città ferita e
vilipesa, di una città depredata dalle orde fameliche, scusate la retorica, dei
politici d’assalto di ogni colore politico.
In questi due ultimi giorni
Marino non si è rivelato all’altezza delle aspettative dei suoi sostenitori, si è dimostrato un
personaggio piccino, pieno di livore, di una morale spicciola e grossolana. Ha
rivelato il suo vero volto: che non è quello di uno statista né tantomeno di un
leader popolare, ma di un uomo qualunque, che si difende sparando accuse a destra e
a sinistra, senza costrutto per il puro gusto di offendere e di ferire.
Non si meritavano tutto questo il
popolo di fb che in tanti avevano sottoscritto la pagina del Sindaco cacciato
dai partiti. Sognavano un riscatto, ci credevano veramente che ancora una volta
Lui si sarebbe messo alla loro testa e verità e giustizia avrebbero trionfato.
Ma non è un film a lieto fine
quello a cui hanno assistito, in cui l’eroe di turno offeso ,deriso e umiliato si
riscatta vincendo su tutto e tutti. E alla fine giustizia trionfa , mentre la musica inonda la
sala e i titoli di coda cominciano a scorrere sullo schermo. Quello di ieri sera è
stato un brusco risveglio: il loro eroe non è un eroe , è un poverello che
abbaia alla luna e guarda al portafoglio.
Un consiglio: ora che la verità è rivelata , la maschera è caduta e le luci in sala si sono accese, almeno risparmiatevi i soldi dall'acquistare un libro che non vi rivelerà più di quanto lo stesso autore, nelle parole e nei comportamenti, non vi abbia detto in questi due ultimi fatidici giorni.
Domenico Fischetto
Nessun commento:
Posta un commento