1 aprile 2016

MARINO NON SI CANDIDA:FINE DEL FILM



«So di darvi un dispiacere, non mi candiderò a sindaco di Roma». Il tono della voce si abbassa. L’emozione si scorge sul volto. Sono infatti le 19 e 30 di ieri,  31 marzo, quando alla libreria Feltrinelli di via Appia Nuova Ignazio Marino, autore del libro «Un marziano a Roma», esclude la possibilità di scendere in campo per la corsa al Campidoglio. In sala si leva un brusio di delusione. (da La Stampa)



                                                                  Ignazio Marino

E così Marino esce di scena dalla corsa alle amministrative del Comune di Roma. Non si candida. Noi di Tre Righe non ce ne siamo meravigliati più di tanto : l’uomo Marino non ci aveva mai convinto , tantomeno il politico.
 Ci spiace sinceramente per tutti quelli che in buona fede gli hanno creduto, che in tutti questi mesi, dall’ignobile manovra di palazzo dei suoi compagni di partito che con l'aiuto di   Alemanno e Marchini ne hanno decretato da un notaio la  fine, gli sono stati vicini,incorraggiandolo e spronandolo ma soprattutto amandolo. Amandolo come si ama un leader vero,  un leader carismatico, con sentimento e passione sincera.
 Ci spiace per tutti quelli che ci hanno creduto veramente che Marino potesse segnare il riscatto di una città ferita e vilipesa, di una città depredata dalle orde fameliche, scusate la retorica, dei politici d’assalto di ogni colore politico.
In questi due ultimi giorni Marino non si è rivelato all’altezza delle aspettative dei suoi sostenitori, si è dimostrato un personaggio piccino, pieno di livore, di una morale spicciola e grossolana. Ha rivelato il suo vero volto: che non è quello di uno statista né tantomeno di un leader popolare, ma di un uomo qualunque, che si difende sparando accuse a destra e a sinistra, senza costrutto per il puro gusto di offendere e di ferire.
Non si meritavano tutto questo il popolo di fb che in tanti avevano sottoscritto la pagina del Sindaco cacciato dai partiti. Sognavano un riscatto, ci credevano veramente che ancora una volta Lui si sarebbe messo alla loro testa e verità e giustizia avrebbero trionfato.
Ma non è un film a lieto fine quello a cui hanno assistito, in cui l’eroe di turno offeso ,deriso e umiliato si riscatta vincendo su tutto e tutti. E alla fine  giustizia trionfa , mentre la musica inonda la sala e i titoli di coda cominciano a scorrere sullo schermo. Quello di ieri sera è stato un brusco risveglio: il loro eroe non è un eroe , è un poverello che abbaia alla luna e guarda al portafoglio.

Un consiglio:  ora che la verità è rivelata , la maschera è caduta e le luci in sala si sono accese, almeno risparmiatevi  i soldi dall'acquistare  un libro  che non vi rivelerà più di quanto lo stesso autore, nelle parole e nei comportamenti, non vi abbia detto in questi due ultimi fatidici giorni. 

Domenico Fischetto

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