12 aprile 2016

LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE MONDIALE:ALCUNE (PREOCCUPATE) RIFLESSIONI

Torno su un argomento di tremenda attualità, su cui si esercitano i politici italiani, europei e mondiali.
Ci torno soltanto per avidenziare pochissime cose, due per l’esattezza, che da sole, però, spazzano via i balbettamenti della politica e ci obbligano – ci dovrebbero obbligare – a guardare in faccia la realtà, e le ipotesi conseguenti.
I due grafici  che seguono sono scaricati da
“population division. Department of economic and social affairs, United nations 2015” e considerano i probabili scenari fino al 2100 
Il primo, qui sotto, evidenzia pochissime cose di enorme impatto:
·        In tutto il mondo la crescita deriva da Asia e Africa, mentre il contributo del resto è praticamente nullo, se non negativo
·        A tasso di natalità costante attuale (2015), entro il 2100:
           l’Africa, dal miliardo e mezzo circa di oggi,  raggiungerebbe i 16 miliardi di abitanti, cioè il doppio della attuale popolazione mondiale
           Anche l’Asia crescerebbe dai più di 4 miliardi odierni agli otto del 2100
L’ipotesi del mantenimento del tasso attuale di natalità è ritenuto improbabile, per cui la stima migliore dice che l’Asia arriverà a 4,9 miliardi con popolazione in diminuzione e l’Africa arriverebbe a 4,4 miliardi con forte tendenza all’aumento



L’altro grafico, che segue,  disegna le tendenze dei tassi di natalità. Di nuovo saltano agli occhi alcune evidenze che danno ragione del grafico precedente
·        Tutti i continenti hanno tassi in diminuzione
·        Il discrimine è dato dal tasso di conservazione della popolazione a livello stabile, cioè 2,1 figli per donna. Sono in netta, pesante  diminuzione,sotto il tasso di mantenimento, il Nord America, l’Australia e ancora più l’Europa. L’America Latina è pochissimo sopra e tende a raggiungerlo prestissimo e, anche l’Asia si avvicina ail traguardo dei 2,1 figli per donna. L’unica con un tasso di natalità che decresce molto lentamente, continuando quindi a aumentare la propria popolazione a tassi elevati, entro la data del 2100, è l’Africa, con un distinguo importante: sono in discesa o al massimo stabili , in genere, gli stati del Nord Africa, mentre cresce l’Africa sub sahariana e addirittura il tasso di fecondità di alcuni paesi (vedi Niger, Chad e gambia, nel grafico), è crescente.

tassi di natalità.tif
Se questa sarà la situazione, le diatribe tra stati, in Europa,  e i tentativi di erigere muri, fanno sorridere e disperare.
Intanto, data la permanenza del sistema della crescita consumistica obbligata, pur scontando un elevato contributo delle tecnologie, la diminuzione delle popolazioni occidentali toglierà carburante al livello necessario di consumo, a meno di non accettare un numero enorme di immigrati. La stima di Time, qui sotto, può essere giusta o sbagliata, ma l’ordine di grandezza è strabiliante e anche se ridotto molto, rimane impressionante
occupati stranieri.tif

(la %ale relativa alla Germania  ha dimenticato una cifra: è del 14,7 non del 4,7)
Le paure dei vari leghisti e cultori della purezza delle tradizioni e della cultura nazionale e europea aumenteranno a dismisura.
Per di più, la massa maggiore di migranti, propiziata o meno, sarà di neri.     
La parte dell’Africa che continuerà a crescere molto è quella dove siccità, avanzamento della desertificazione, guerre conseguenti e molto altro, spingeranno interi popoli a migrare come all’alba dell’umanità.Insomma passeremo dalla preponderante migrazione da est a quella molto più importante, dal sud sub sahariano.
Cosa potrebbero  fare i politici, anche se fossero migliori di quelli che guidano il gioco oggi? Decidersi finalmente a capire che le differenze tra continenti, stati e individui, dovranno essere drastricamente ridotte e che dovranno essere accettati mescolamenti culturali importanti.
Già appare difficile il “come” fare, ma ancora più, molto improbabile, il presupposto della volonta di farlo.
Qualcuno vuole credere che sarà possibile?
Umberto Pradella

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