30 aprile 2016

CONSIDERAZIONI SULLA MANIFESTAZIONE ANPI A ROMA DEL 25 APRILE

Pubblichiamo un contributo di Aldo Luciani, presidente della sezione Anpi Nomentano-Italia, sulla recente manifestazione dell'ANPI tenutasi a Roma il 25 aprile .



Venticinque Aprile: A Porta San Paolo non c'era la città.

Anch'io c'ero a Porta San Paolo assieme ad altre persone. C'ero perché convinto della utilità di esserci, ma anche come rappresentante della Sezione ANPI Nomentano Italia di cui sono presidente, nonché come membro del Comitato Provinciale uscito dal recente congresso.

Ho quindi una visione della manifestazione del 25 aprile a Porta San Paolo, ma conosco anche gli antefatti che hanno portato, già dal 2015, la Comunità Ebraica di Roma, i rappresentanti della Brigata Ebraica e l'ANED (Associazione ex deportati nei campi di sterminio) a prendere le distanze dalla manifestazione stessa, stante l'impossibilità di tutelare la loro presenza anche in senso fisico, minacciata dalle varie associazioni Pro Palestina.

Questi timori erano motivati dal fatto che, in tutte le manifestazioni svoltesi fino al 2013, i rappresentanti della Brigata Ebraica erano stati violentemente contestati, fino al punto di dover lasciare il corteo, a causa della bandiera da loro portata, che richiama in modo evidente la successiva bandiera di Israele. Io stesso sono stato più volte testimone sgomento di questi attacchi. Nel 2014, la comunità ebraica di Roma stanca di subire questi soprusi, avendo constatato l'incapacità degli organizzatori di tutelare efficacemente la sua presenza, decide di auto proteggersi con un proprio servizio d'ordine che, inevitabilmente si scontra in modo duro con i ragazzi delle associazioni filo palestinesi che pretendono di cacciarla via. Il parapiglia viene placato solo dall'intervento di Polizia e Guardia di Finanza che separano il corteo in due tronconi, impedendo a quello con i filo palestinesi di marciare a ridosso del primo spezzone di corteo. A Porta San Paolo, tuttavia, i due tronconi si ricompongono e ne nascono nuovi scontri verbali e fisici che fanno terminare la manifestazione in cagnara, imponendone lo scioglimento anticipato. 

Nel 2015, si svolge, presso la sede della Casa della Memoria, in Via S. Francesco di Sales, una burrascosa riunione preparatoria della manifestazione del 25 aprile, alla quale prendono parte senza essere state invitate numerose associazioni della sinistra movimentista, antagonista, sociale, filo palestinese che, tra grida e insulti, obbligano l'ANED ad abbandonare la riunione, emettendo successivamente un comunicato di dissociazione dalla manifestazione del 25 aprile, a tutela dell'incolumità dei suoi associati. L'ANPI Nazionale richiama l'ANPI di Roma e chiede spiegazioni di quanto successo. L'ANPI di Roma farfuglia spiegazioni che non spiegano niente e conseguentemente il corteo dal Colosseo a Porta San Paolo viene annullato. Viene svolto un presidio a Porta San Paolo al quale parteciparono - io c'ero - circa mille persone.

L'ANPI di Roma viene commissariato dall'ANPI Nazionale (il Presidente . Si svolge il congresso provinciale lo scorso 2 - 3 aprile che si conclude senza decidere nulla rispetto alla manifestazione di quest'anno. Nei quindici giorni precedenti, si svolge la prima riunione infuocata dedicata all'organizzazione della manifestazione, dove si ripropone lo scontro fra l'ala movimentista e il resto dell'ANPI. Le raccomandazioni del Nazionale di fare ogni sforzo per ricucire con l'ANED e la Comunità Ebraica non vengono accolte con la dovuta attenzione e, di conseguenza, anche quest'anno queste due importanti realtà della nostra città decidono che non esistono le condizioni per una loro partecipazione.

Questi gli antefatti. A Porta San Paolo, anche quest'anno, mancava la città. C'erano circa duemila persone, davvero assai poche rispetto a tre milioni di romani. Alcuni si sono detti soddisfatti della riuscita della manifestazione perché non è successo niente. E vorrei ben vedere che succedesse pure qualcosa.

A Monteverde, a Montesacro e anche nel II Municipio si sono svolte, la mattina, altre manifestazioni di celebrazione del 25 aprile, cui hanno preso parte centinaia di romani residenti in quei territori. 

A Milano, dove si svolge da sempre la manifestazione nazionale, quest'anno, ma anche negli anni scorsi, ci sono state contestazioni dure e pesanti verso i partecipanti al corteo, perché la sinistra dura e pura vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire chi può e chi non può partecipare al medesimo. Non è così che si può andare avanti. La manifestazione ne risulta offesa, svilita e diminuita dei suoi valori unitari che sono largamente più ampi di quella frangia movimentista che pretende di trasformare, a forza, una manifestazione unitaria in una manifestazione di protesta contro Israele, contro il governo, contro la TAV, contro il TTIPP  e quant'altro.

E' veramente difficile credere che si possa ancora partecipare insieme ad un corteo. La città, difatti, non è venuta.

Per il nuovo Presidente ANPI di Roma, Fabrizio De Sanctis, si apre un anno di lavoro intenso per tentare di restituire all'ANPI il suo ruolo, la sua funzione diversa da quella dei partiti, dei sindacati, di qualunque movimento.

L'ANPI è a un bivio della sua esistenza. A Roma ci sono ancora una cinquantina di partigiani; in tutta Italia qualche migliaio. Quando,inevitabilmente, l'ultimo partigiano ci avrà lasciato, l'ANPI sarà composta di figli e nipoti di quella generazione, ma non sarà la stessa cosa. 
Ripensare l'ANPI dunque diventerà una necessità ineludibile.
Aldo Luciani

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