Da centro di educazione
ambientale per i giovanissimi delle scuole elementari e medie del Municipio, a
centro di eccellenza per la salvaguardia della fauna ittica e delle loro
specie e per il ripopolamento dei fiumi, il Centro Ittiogenico , storico stabilimento di fine ottocento situato,
per non dire compresso, tra la nuova stazione Tiburtina e la stazione degli
autobus a lunga percorrenza, è passato all’inferno dell’abbandono e dell’incuria.
Il professor Gelosi, mitico direttore del Centro ormai in pensione da tempo, ha visto così consumarsi nel degrado quella che era stata la ragione della sua vita.
Conteso tra Comune e Regione è stata poi quest’ultima ad averla vinta. Occupato
più volte da associazioni, da senza fissa dimora, da rom e da chi non aveva un
tetto sotto cui dormire, il Centro , qualche tempo fa, fu messo in sicurezza: furono allontanati gli
occupanti, furono “cecate” le finestre e le porte. Non fu riparato il tetto della dependance che
nell’epoca d’oro fungeva da archivio e da uffici.
Le infiltrazioni d’acqua fecero
quello che non erano riusciti a fare gli uomini.Tutto il materiale documentale
fu distrutto o per meglio dire inzuppato e reso illegibile. E quindi venne
cancellata la storia, la memoria del
Centro che oramai è racchiusa nella mente e nel cuore del professor Gelosi che
ancora adesso non si arrende a tanta incuria.
Ma incuria di chi? Ma certamente
di chi doveva preservare questo patrimonio, doveva conservarlo, doveva
manutenerlo, doveva renderlo fruibile . Invece la Regione , sotto la gestione di
tutti i colori politici (Polverini,Marrazzo,Zingaretti) non ha fatto altro che ignorare il Centro,
lasciarlo lentamente morire.
E allora i cittadini hanno
richiesto a gran voce che il Centro fosse riqualificato: l’ha fatto l’associazione
Rinascita Tiburtina e l’hanno fatto altre associazioni. Ma non c’è stato niente
da fare. Indifferenza totale, o meglio incoscienza totale. Davanti al traffico del piazzale
della Stazione Tiburtina, dove la situazione in condizione di normalità è
caotica, dove non esiste un metro quadro di verde a disposizione del citttadino
e del “viandante/passeggero”, il Centro, con il suo bel giardino, poteva
rappresentare quell’oasi di pace tra tanto rumore. Invece nulla . Allora i
giovani del Baobab, il centro di accoglienza che tanto si è distinto in questi anni per l’assistenza
prestata ai migranti, ha pensato che forse quella struttura , quel giardino
potesse essere un’ottima soluzione ai loro problemi vista l’impossibilità di
proseguire al meglio la loro attività di assistenza nel centro di via Cupa. Ma l’occupazione
è durata poche ore. La solerte polizia è intervenuta , chiamata da qualche
responsabile della Regione, a sgomberare gli occupanti e a ripristinare lo
stato dei luoghi. Cioè l’abbandono e l’incuria. In uno stato civile e
democratico, doveva avvenire il contrario e cioè la polizia doveva intervenire,
e da tempo , ad arrestare i responsabili di cotanto degrado e abbandono. Invece
di plaudire che qualcuno si faceva carico di utilizzare la struttura a fini
sociali, loro intervengono per sgomberare. Poi ciliegina sulla torta, si sa è
periodo elettorale, c’è qualche furbetto che per dare benzina alla propria " macchina voti” cavalchi la tigre della protesta e del malcontento dei
residenti, e si inventi una nuova associazione e in suo nome e conto reclami
che il Centro venga restituito ai cittadini.Una vera vergogna.
Oggi 22 aprile alle 18 ci sarà
una manifestazione davanti al Centro. L’ennesima diremmo noi. I cittadini
reclamano che il Centro venga aperto al pubblico. Ma anche quelli del Baobab avrebbero
le loro buone ragioni per gestirlo e
renderlo fruibile per un’azione umanitaria. Come spesso accade la ragione stà nel mezzo. Soltanto che non
nascondiamo una certa diffidenza che dalle parti della Pisana alberghi il buon senso.Troppi
interessi “pelosi” circolano intorno a
questo spazio, e gli appetiti speculativi sono sempre in agguato.
E come
tristemente insegnano i fatti, sono loro spesso a prevalere.
Domenico Fischetto
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