22 aprile 2016

CENTRO ITTIOGENICO: DEGRADO ED ABBANDONO





Da centro di educazione ambientale per i giovanissimi delle scuole elementari e medie del Municipio, a centro di eccellenza per la salvaguardia della fauna ittica e delle loro specie e per il ripopolamento dei fiumi, il Centro Ittiogenico , storico stabilimento di fine ottocento situato, per non dire compresso, tra la nuova stazione Tiburtina e la stazione degli autobus a lunga percorrenza, è passato all’inferno dell’abbandono e dell’incuria. Il professor Gelosi, mitico direttore del Centro  ormai  in pensione da tempo,  ha visto così consumarsi nel degrado  quella che era stata la ragione della sua vita. Conteso tra Comune e Regione è stata poi quest’ultima ad averla vinta. Occupato più volte da associazioni, da senza fissa dimora, da rom e da chi non aveva un tetto sotto cui dormire, il Centro , qualche tempo fa, fu  messo in sicurezza: furono allontanati gli occupanti, furono “cecate” le finestre e le porte.  Non fu riparato il tetto della dependance che nell’epoca d’oro fungeva da archivio e da uffici.
Le infiltrazioni d’acqua fecero quello che non erano riusciti a fare gli uomini.Tutto il materiale documentale fu distrutto o per meglio dire inzuppato e reso illegibile. E quindi venne cancellata la storia, la memoria  del Centro che oramai è racchiusa nella mente e nel cuore del professor Gelosi che ancora adesso non si arrende a tanta incuria.
Ma incuria di chi? Ma certamente di chi doveva preservare questo patrimonio, doveva conservarlo, doveva manutenerlo, doveva renderlo fruibile . Invece la Regione , sotto la gestione di tutti i colori politici (Polverini,Marrazzo,Zingaretti)  non ha fatto altro che ignorare il Centro, lasciarlo lentamente morire.
E allora i cittadini hanno richiesto a gran voce che il Centro fosse riqualificato: l’ha fatto l’associazione Rinascita Tiburtina e l’hanno fatto altre associazioni. Ma non c’è stato niente da fare. Indifferenza totale, o meglio  incoscienza totale. Davanti al traffico del piazzale della Stazione Tiburtina, dove la situazione in condizione di normalità è caotica, dove non esiste un metro quadro di verde a disposizione del citttadino e del “viandante/passeggero”, il Centro, con il suo bel giardino, poteva rappresentare quell’oasi di pace tra tanto rumore. Invece nulla . Allora i giovani del Baobab, il centro di accoglienza  che tanto si è distinto in questi anni per l’assistenza prestata ai migranti, ha pensato che forse quella struttura , quel giardino potesse essere un’ottima soluzione ai loro problemi vista l’impossibilità di proseguire al meglio la loro attività di assistenza nel centro di via Cupa. Ma l’occupazione è durata poche ore. La solerte polizia è intervenuta , chiamata da qualche responsabile della Regione, a sgomberare gli occupanti e a ripristinare lo stato dei luoghi. Cioè l’abbandono e l’incuria. In uno stato civile e democratico, doveva avvenire il contrario e cioè la polizia doveva intervenire, e da tempo , ad arrestare i responsabili di cotanto degrado e abbandono. Invece di plaudire che qualcuno si faceva  carico di utilizzare la struttura a fini sociali, loro intervengono per sgomberare. Poi ciliegina sulla torta, si sa è periodo elettorale, c’è qualche furbetto che per dare benzina alla propria " macchina voti”  cavalchi  la tigre della protesta e del malcontento dei residenti, e si inventi una nuova associazione e in suo nome e conto reclami che il Centro venga restituito ai cittadini.Una vera vergogna.
Oggi 22 aprile alle 18 ci sarà una manifestazione davanti al Centro. L’ennesima diremmo noi. I cittadini reclamano che il Centro venga aperto al pubblico. Ma anche quelli del Baobab avrebbero le loro buone ragioni per  gestirlo e renderlo fruibile per un’azione umanitaria. Come spesso accade  la ragione stà nel mezzo. Soltanto che non nascondiamo una certa diffidenza che dalle parti  della Pisana alberghi il buon senso.Troppi interessi  “pelosi” circolano intorno a questo spazio, e gli appetiti speculativi sono sempre in agguato. 
E come tristemente insegnano i fatti,  sono loro spesso a prevalere.

Domenico Fischetto

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