21 aprile 2016

KOINE':LA PRIMA(VERA) DI ROMA EVENTO DEL 15 APRILE

 ProgettoRoma ha partecipato all'evento organizzato da Koinè , l'associazione fondata da Raffaele Morese, che seguiva un primo incontro tenutosi a gennaio.Questo è l'asciutto resoconto firmato da Anna Maria Bianchi di Carte in Regola.

D.F.

 dal sito di Carteinregola

Forum per la partecipazione attiva: 19 idee e 100 domande per il futuro Sindaco

PRIMAVERA DI ROMA 16 APRILE 2016La Prima(vera) di Roma: 19 idee e 100 domande ai candidati sindaco. Pubblichiamo una sintesi, il video e  i materiali dell’incontro del 15 aprile scorso (e una riflessione in sospeso).

Le  associazioni e i comitati che avevano risposto all’invito dell’Associazione Koinè a  gennaio  intervenendo al Forum per la partecipazione attiva, hanno presentato il 15 aprile il  dossier “19 idee e 100 domande(1). Sono intervenuti i rappresentanti  di realtà  con  diverse esperienze e provenienze, tra cui Carteinregola (2),  per  raccontare  una proposta  che “si rivolge in primo luogo ai romani che saranno chiamati a votare il prossimo giugno” perché “Roma ha bisogno di un governo pienamente consapevole della grave situazione in cui versa l’Amministrazione Comunale, dell’urgenza di ricreare le condizioni di una coesione sociale che è andata progressivamente in frantumi, della necessità di approfondire le discontinuità avviate dalla Giunta comunale uscente, e soprattutto di parlare al presente ma con una visione di futuro che spazzi via la tendenza al degrado etico e al declino sociale ed economico”. Un  Forum che si rivolge anche  “ai candidati sindaci, dai quali si aspetta una reazione e impegni sulle idee messe sul tavolo. Soltanto così, il confronto potrà essere interessante e costruttivo. E la scelta fondata”. In realtà,  degli aspiranti primo cittadino di Roma, erano presenti solo Roberto Giachetti (PD) e Stefano Fassina (SEL/SI). Giorgia Meloni  ha fatto sapere di essere disponibile a inviare delle risposte scritte. Non sappiamo le intenzioni degli altri candidati (ci auguriamo che raccolgano l’invito e mandino le loro risposte)
Le 19 idee e  100 domande, che nella sintesi di  Fabrizio Barca (3), affrontano  le criticità ma individuano  anche i punti di forza della città, da  cui è  necessario partire per affrontare molte sfide, come quella  del cambiamento climatico.  “Roma città resiliente” non è  qui il solito richiamo alla parola di moda, ma un progetto e un metodo (e Barca  cita l’esperienza e i progetti avviati dalla Giunta Marino, di questi tempi un fatto raro) che non possono che partire da un piano strategico   che deve essere “la tessitura assieme di una serie di interventi in tutti i comparti che rispondono a una cosa in cui uno chiude gli occhi si immagina Roma tra venti anni”. Interventi che vengono affrontati nelle 19 schede che toccano i più importanti e urgenti aspetti che il nuovo Sindaco dovrà affrontare. Uno dei primi è la macchina amministrativa “ancora peggio della media delle macchine amministrative di un Paese che peraltro ha una delle peggiori Pubbliche amministrazioni“; con la consapevolezza che  “è facile per noi chiedere bandi partecipati, valutazione dei risultati,  monitoraggio rafforzato, eliminazione  dei processi di monopolizzazione, ma è molto  più difficile realizzarlo“. Anche perchè tanto più si interverrà davvero, tanto più si andrà  incontro a  resistenze, perché “oggi la città sta così perché esistono decine centinaia di migliaia di romani che vogliono che la città  rimanga esattamente così”.
Per questo   è importante anche la continuità dell’ impegno e della  partecipazione  di associazioni e cittadini che hanno partecipato al Forum, che  non devono  esaurirsi in questa  fase elettorale: “Conosciamo la condizione in cui versa Roma e sappiamo che la prova della verità sta nell’attuazione, difficile, degli impegni che verranno assunti. E dunque l’obiettivo del Forum va oltre le elezioni, quando ci prefiggiamo di misurare le scelte che verranno via via in concreto compiute. Nel proporsi questi obiettivi, il Forum mira a coinvolgere quanti – singoli cittadini, associazioni di rappresentanza sociale e di volontariato, promotori di attività produttive, sociali, culturali – vogliono impegnarsi in una partecipazione attiva per essere  un soggetto di stimolo e di orientamento della realtà  romana, di quella svolta che tutti noi vorremmo”.
L’intervento del candidato di SEL/SI, Stefano Fassina, economista e già sottosegretario all’economia del governo Letta,  si è concentrato soprattutto sul problema dell’assetto istituzionale (se non viene varata una vera riforma per Roma Città Metropolitana la città non ce la può fare), e soprattutto  del bilancio e del debito di Roma (“se non si affronta il  nodo del debito storico del Comune di Roma noi non riusciamo a dare spazio di Bilancio alle politiche necessarie a girare pagina), oltre a quello del lavoro e delle prospettive  economiche della città, chedevono andare  di pari passo con la giustizia sociale:  “oggi non basta oggi dire innovazione,   siamo stati abituati ad attribuire al termine innovazione un’ accezione positiva come se di per sé innovare fosse migliorare, come se fosse  sinonimo di progresso… io credo che invece l’innovazione deve avere un segno sociale …cioè quell’ innovazione deve avere  il segno della giustizia sociale,  deve avere il segno del lavoro, deve avere il segno dell’ uguaglianza”. Fassina  ha anche ribadito la sua convinta adesione alla nostra Carta del candidato Trasparente (finora l’ unico tra i candidati Sindaco) (4).
Più puntuale rispetto alle sollecitazioni  del dossier l’intervento di Roberto Giachetti, che non avendo potuto esaurire il lungo elenco nel tempo a disposizione, ha poi mandato  il testo delle risposte che aveva preparato (5). Condivide con Fassina il tema della Città metropolitana (dobbiamo trasferire seriamente e concretamente potere ai municipi”), e sottolinea la necessità di un cambio di passo  dell’amministrazione   anche con l’introduzione “della figura del city manager,  inserito dentro l’ Amministrazione comunale, che  può essere uno snodo”.  E  citando  l’importanza della partecipazione dei cittadini (ma questo è anche un tormentone prelettorale a cui non si sottrae proprio nessuno), riconosce  che “dopo tutto quello che è successo e dopo tutto quello che ha permeato questa città – la sua Amministrazione la sua classe politica  – obbiamo fare in modo che davvero le persone e  le organizzazioni,  quello che voi siete,   foste in grado di permeare, restituendo in positivo quello che in negativo ha permeato questa città con la vostra con la forza delle vostre idee,  con la forza delle cose”.
Ma nonostante l’alta qualità delle analisi e delle proposte portate dai partecipanti alla Prima-vera di Roma, l’impressione che la strada del cambiamento sia ancora lunga rimane. E’ vero, i nodi del bilancio, della disastrosa situazione economica e amministrativa,  della partecipazione,  sono stati affrontati dai due candidati. Ma in molti momenti la sensazione  resta  quella di un  “flash back”, come se ci trovassimo in  una campagna elettorale di qualche anno fa, quando ancora non c’era stata Mafia capitale, né era ancora emerso quel  connubio così pervasivo tra mala politica e mala amministrazione.
La diffidenza di chi come noi  ha seguito da vicino la vita capitolina negli ultimi mesi della Consiliatura Alemanno –  con il maggiore  partito di opposizione che si opponeva assai poco – e nei due anni e quattro mesi  della Consiliatura Marino – con un partito di maggioranza che si metteva spesso di traverso a ogni  timido tentativo di cambiamento portato avanti dalla Giunta, almeno fino allo scoppio delle inchieste –  ha alzato notevolmente  l’asticella delle nostre aspettative.
Di fronte alla diffusa  indifferenza che ha catturato consistenti pezzi di elettorato, soprattutto di centrosinistra, forse, oltre a discutere delle proposte per i programmi   – che comunque vanno fatte -,  chi aspira  al Governo di Roma dovrebbe  (avrebbe dovuto) lanciare segnali molto più forti e coraggiosi. Parlare con i propri militanti e con gli elettori mettendo al centro e per prima la questione morale. Con  discorsi chiari e sinceri.  Ripartire  dai valori e dalla propria identità. Un concetto felicemente sintetizzato da un passaggio  dell’intervento di Raffaele Morese,  che  citiamo in calce.
E soprattutto  dimostrare il cambiamento in modo tangibile, con i  fatti e  con le persone. A partire   dalle facce dei candidati,  i modi di stilare  le liste, lo stile delle campagne elettorali.
Tra poco sapremo com’è andata a finire, la partita delle liste, almeno per il candidato Giachetti.
Speriamo di sapere  in anticipo  anche  i nomi scelti per tutte le squadre che ogni candidato chiamerà al governo della città se sarà eletto Sindaco. Così si potrà capire   se  davvero un’inversione di rotta  qualcuno l’abbia  avviata, o se siamo sempre nel perimetro degli equilibri  delle correnti e del calcolo di chi porta più voti.
Perchè  se  continuassero a prevalere i vecchi meccanismi, diventerebbe   drammaticamente  inutile proporre idee,  fare domande e pensare a strategie.
(AMBM)
Quando la politica cumula anni di prevalenza della rappresentanza di interessi, oscurando quella dei valori, inevitabilmente si corporativizza, si riduce a puro scambio fino all’illecito, si lega mani e piedi al disordine predeterminato ed organizzato (dal tavolino selvaggio alle gare d’appalto sempre rinviate). La politica, così, perde la sua anima e la confidenza della gente. La ricetta non sta nel primato dell’antipolitica, anticamera di estremismi che non reggono alla prova del governo delle istituzioni pubbliche. Né sta nel superamento della distinzione tra destra e sinistra, che pure è coltivato da più parti, ma nella riqualificazione valoriale dell’una e dell’altra. Per la sinistra, non si tratta di testimoniare soltanto buoni sentimenti (l’onestà per la maggior parte degli italiani non è altro che una precondizione per agire correttamente in politica), ma di saper governare la complessità, di contemperare gli interessi di parte con il bene comune, di soddisfare le aspettative delle persone senza lasciare indietro i più deboli, i meno difesi, gli ultimi.
RAFFAELE MORESE
(1) “19 idee e 100 domande”(> scarica il documento)
INDICE
I.Una Strategia per Roma multicentrica
II.Progettare
1.La casa: il primo test contro ogni rendita
2.Servizi sociali: personalizzare, integrare, dare trasparenza
3.Un’infanzia di qualità per tutti
4.Immigrazione, crescita della comunità e rigenerazione culturale
5.Le scuole come orgoglio e motore di pari opportunità
6.Cultura: la chiave del futuro di Roma
7.Nuove imprese e lavoro: settori, finanza e Università
8.Spazi di libertà e socializzazione: una Roma attraente
9.I giovani e il “gioco” fra impegno e disimpegno
10.La “campagna romana” come parte integrale dell’identità di Roma
11.Rifiuti: compiere il salto verso una Roma del decoro e della gestione integrata
12.La mobilità su gomma e ferro della “grande Roma”
13.Opere pubbliche utili e tempestive
14.Proprietà pubblica: una nuova politica
III.Attuare
1.Fare ripartire la “macchina”
2.Trasparenza rafforzata
3.Una “doppia devoluzione” di funzioni
4.Razionalizzazione e trasparenza delle partecipate locali
(2) > scarica il programma con i partecipanti)
Introuzione di Raffaele Morese –  Interventi delle rappresentanze sociali:Anna Maria Bianchi(Laboratorio Carteinregola),Lidia Borzì(ACLI Roma),AlbertoCivica(UIL),Umberto Croppi(Ass.“Una Città”),Claudio Di Berardino(CGIL),Claudio Falasca(Ass. Fa.brica), GiorgioPanizzi(Circolo Fratelli Rosselli),GiorgioPasetto(Ass. Teorema),Daniele Pelli(Alumni LUISS),Giancarlo Penza(Comunità diSant’Egidio),Giuseppe Roma(Touring club),Paolo Terrinoni(CISL),Massimo Vallati(Calciosociale),Tobia Zevi(Ass. “Roma! Puoi dirlo forte”) Confronto con i candidati sindaco. PresiedeFabrizio Barca
(3)Vedi la trascrizione dell’intervento in calce 
(4) Per gli interventi di Fassina e Giachetti abbiamo sommariamente e parzialmente corretto refusi e imprecisioni della trascrizione automatica degli interventi dal sito di Radio radicale
(5) scarica -19 idee e 100 domande per i candidati sindaco-_Risposte di Roberto Giachetti) [commenteremo dopo un’approfondita lettura]
Vai alla pagina su radio radicale con la trascrizione (automatica) di tutti gli interventi
INTERVENTO DI FABRIZIO BARCA
(…)
voglio riprendere un punto che è stato sollevato che ritengo importante,  noi persone diverse  con le nostre opinioni,  che molto presto – come io personalmente ho detto  – ci troveremo a sostenere in maniera forte,  come va fatto in una competizione,  una sana e per ora anche umanamente molto civile competizione politica che sembra animarsi questa città;  ognuno di noi prenderà la sua posizione,  però qua siamo in un momento collettivo ed è questo aspetto collettivo che voglio richiamare;  noi ci siamo ritrovati attorno a un’ immagine che vi abbiamo restituito e che avete sentito da ultimo nelle parole di Roma,  una Roma policentrica, che sia in sintonia con la sua campagna, l’ abbiamo detto in due tre modi diversi.  Non ci siamo inventati niente,  nel  dire questo, la Giunta precedente aveva lavorato sul tema della resilienza,   un’ idea del genere non nasce dal nulla,  quello che noi pensiamo, che condividiamo assieme,  è che Roma sia particolarmente adatta,  più di altre città europee  ad affrontare delle sfide straordinarie,  che nel documento richiamiamo, che sono quella climatica –   Roma  è più pronta di altre città d’ Europa ad affrontare la sfida climatica,  sia dell’ aria,  che dell’ acqua, sì  Roma è più pronta col suo policentrismo ad affrontare la sfida demografica,  che non è soltanto invecchiamento ma anche  un aumento delle unità e delle famiglie di singoli,  sì  Roma è più pronta di altre città d’ Europa ad affrontare quell’ incredibile fenomeno che è  la personalizzazione delle preferenze,  delle preferenze per i servizi – la mia scuola,  la mia salute,  la cura della mia persona –  ma è anche la personalizzazione delle preferenze dei turisti:  a Roma sono sempre stati  recepiti come una cosa “se non viene quello ne viene un’ altro e quindi io offro quello che me capita,   quello che c’è” e   che  oggi pretendono altro,  pretendono l’ esperienza.  Quindi Roma è più pronta di altri,  questa è la tesi che sosteniamo ad affrontare sfide. E   torniamo sul tema della resilienza,  che la Giunta precedente aveva iniziato ad affrontare,  e affermiamo che questa maggiore capacità possa essere enucleata, tradotta, attraverso uno strumento  che in tutto il mondo si chiama Piano strategico e quindi diciamo ai candidati: “siete pronti,  siete interessati?” è l’ unica domanda che richiamo:  “siete interessati a pensare a imbarcarvi nei  primi sei mesi alla scrittura di un piano strategico?”, che è una non fumisticheria  intellettuale, è la tessitura assieme di una serie di interventi in tutti i comparti che rispondono a una cosa in cui uno chiude gli occhi e si immagina Roma tra venti anni,  e  l’ immagine è vivida.
Poi abbiamo detto  alcune parole, le avete sentite, difficili, perché avete sentito da qua dentro “spazi liberi non oppressi da poteri pubblici privati”,  spazi liberi dove si esprima creatività,  ma al tempo stesso concorrenza, perché non vogliamo che a nessuno  venga concesso uno spazio in uso, come è accaduto nella storia di questa città, magari all’ inizio anche con dei buoni fini e poi con dei risultati cattivi, noi vogliamo concorrenza e non è facile conciliare spazi liberi e concorrenza.  Vogliamo  trovare la maniera, come  si è tentato anche durante l’ ultima Giunta, di avere un’ assegnazione di case che sia fatta secondo principi che siano chiari, che siano trasparenti, al tempo stesso che rispondano a criteri di giustizia. Non è facile fare questa roba, è facile scriverla  ma non è facile attuarla, come non è facile attuare concretamente quelle cose sui rifiuti che Raffaella richiamato.
Quindi c’è, nelle cose che diciamo, la consapevolezza di chi ha lavorato nell’ amministrazione, ma anche di un sacco di persone, l’avete sentite, che lavorano nell’ associazionismo,  che se è facile  indicare i punti principali,  non è facile  nel dettaglio,  le tensioni che esistono, non esiste un pranzo libero,  le tensioni nascono  nel momento in cui una cosa la vai a fare e apprendi delle difficoltà che ci sono.
E poi l’ altro segnale forte di cui siamo consapevoli,  è la difficoltà della macchina che ognuno ha chiamato;  chi di voi riuscirà a vincere si ritroverà  di fronte una macchina amministrativa che ancora peggio della media delle macchine amministrative di un Paese che peraltro ha una delle peggiori Pubbliche amministrazioni.
E quindi è facile per noi che ve li chiediamo dire bandi partecipati, valutazione dei risultati,  monitoraggio rafforzato, eliminazione  dei processi di monopolizzazione, anche di partecipate pubbliche che hanno monopolio di alcuni interventi, e anche di intervento duro e deciso sui consorzi di autorecupero, questo sta scritto in quel documento. E’   facile dirlo ed è più difficile realizzarlo,  e per questo l’ unico messaggio che voglio raccogliere del documento che abbiamo scritto, è  che nel momento in cui vi sollecitiamo con domande anche puntuali,  anche difficili,  anche a cui è ragionevolissimo che non abbiate ancora una risposta, ma su cui vi diciamo dovrete averla, noi diciamo una cosa:  siamo consapevoli  che  tanto più interverrete davvero, tanto più andrete incontro a  resistenze, perché oggi la città sta così perché esistono decine centinaia di migliaia di romani che vogliono che la città  rimanga esattamente così.
Non soltanto un piccolo gruppo dirigente,  ma centinaia di migliaia di persone che potrebbero giocare anche un’ altra partita, ma che hanno paura di farla perché se non vedono tutti gli altri che giocano  un’ altra partita dicono “ma perché proprio io che sono il cretino, almeno continuo a mantenere nei rapporti con le mie filiere con i gruppi di potere“;   questo avvertiamo, essendo gente che sta coi piedi dentro  la città,  questa è la difficoltà che incontrate,  quindi sono due le difficoltà:  la resistenza,  diffusa –  non solo di alcuni personaggi –  diffusa, e la conoscenza necessaria a quando poi si arriva alla macchina perché dici è chiaro come fare,  però quando arrivo a farla, le cose sono più complesse.
Allora noi nel momento in cui vi rompiamo le balle,  vi incalziamo,  un impegno lo  dobbiamo prendere pure noi però,  ed è l’ impegno  – e   chiudo con le parole iniziali di Raffaele perché non ci saranno conclusioni, le conclusioni di oggi sono le vostre  – che sono le parole di Raffaele, cioè noi vi diciamo che tanto  più voi prenderete impegni coraggiosi,  tanto più voi risponderete oggi e domani e nei fatti,  perché, come dire non si chiude in una serata,  una serata serve per assaporarvi,   tanto più dovrete sapere che noi tenteremo  – non “avrete” –  noi tenteremo,  non è facile fare quello che con l’ iniziativa di Raffaele si è cominciato a fare,   ritrovarsi con persone con punti di vista differenti,  che magari qualcuno voterà anche in modo diverso,  però ritrovarsi comunque  chiunque vinca,  lì, a dire faremo rete, vi staremo addosso, vi incalzeremo in una maniera civile,   utile.  Non in quella maniera che cerca di capire dove  state sbagliando,  ma cercare di prevenire e di individuare.
Il patto che in qualche modo questo gruppo di persone propone a voi è che è tanto più voi sarete coraggiosi tanto più noi ci sentiremo obbligati – lo dico con lo dico con la consapevolezza del  tempo e dell’ impegno che ciò richiederà  – dal lato di una rete che  è stata prima evocata di cittadinanza a  essere sul pezzo, come alcune organizzazioni hanno già fatto, mica è una cosa nuova,  ma di farlo in una maniera più massiccia,  quello che in altri Paesi del mondo, in altre città del mondo  che  sono in un momento difficile  sono campagne,  di sostegno e incalzo al tempo stesso.  E con questa speranza nell’ ordine rigorosamente alfabetico,  chiedendomi di dividervi il tempo che ritenete utile da qua fino alla mezzanotte …
INTERVENTO DI STEFANO FASSINA
Grazie a tutti,  grazie in particolare all’ associazione Koinè che ci offre questa opportunità,  non è rottura di scatole, come  Fabrizio diceva,  un’ opportunità.  Il ventitré gennaio, quando avete fatto  la prima  giornata di lavoro, sono sono passato anche   se per poco tempo ma,  ho colto la serietà del lavoro che poi oggi è sedimentato nel documento che che ci proponete.  A me pare che che un piano strategico sia la condizione necessaria per recuperare l’ autonomia della politica per recuperare l’ autonomia dell’ Amministrazione; temo che tra le ragioni della debolezza della politica, tra le ragioni della subalternità dell’ amministrazione  ci sia stata  l’ assenza di un di un piano strategico. Per governare bisogna programmare, altrimenti si risponde alle emergenze,  altrimenti si risponde alle ondate emotive dell’ opinione pubblica e quindi non  si governa non si amministra e Roma oggi iha  bisogno di costruire di ricostruirsi sul piano morale,  ricostruirsi sul piano economico, ricostruirsi sul piano amministrativo; è evidente che per avere un piano strategico bisogna avere anche una visione: ho letto nel vostro documento un  titolo uno slogan, un principio guida, Roma Città futura per l’ innovazione;  capisco il senso del  titolo,  dico che però oggi non basta oggi dire innovazione,   siamo stati abituati ad attribuire al termine innovazione un’ accezione positiva come se di per sé innovare fosse migliorare, come se fosse  sinonimo di progresso;  io credo che invece dobbiamo come dire essere un po’ più partigiani e dare un segno all’ innovazione: oggi l’innovazione deve avere un segno sociale perché questa è la discontinuità di questa fase;  guardate tutti i mali dell’ amministrazione, della trasparenza,  tutto vero,  ma oggi la drammatica novità  sono le condizioni sociali della nostra città. allora Roma città futura per il lavoro e per l’ uguaglianza cioè quell’ innovazione deve avere  il segno della giustizia sociale,  deve avere il segno del lavoro, deve avere il segno dell’ uguaglianza.  oggi questa è  la discontinuità di fase che noi dobbiamo affrontare e se non partiamo da qua noi non riusciamo a a riconnettere questa città il livello di disuguaglianza;  negli ultimi vent’ anni a Roma è cresciuto più che nella media nazionale più che nelle altre città  dobbiamo dobbiamo affrontarlo questo punto altrimenti l’ integrazione non la fai e allora a me pare che i  temi che dovrebbero essere come dire affrontati insieme da tutti coloro che si pongono la sfida del Governo di Roma:  vorrei utilizzare cinque minuti non di più e poi andare rapidamente alle conclusioni non tanto per raccontarvi quello che penso, pensiamo,  di fare noi:  qua farò alcuni accenni ma vorrei concentrare l’ intervento su due temi di portata costituzionale nel senso che dovrebbero essere temi che vengono affrontati da tutti coloro che si vogliono misurare con il Governo di Roma temi quindi preliminari alla progettualità specifica che poi ciascuno di noi porta porta avanti e questi due temi sono a mio avviso molto molto chiari.  uno è stato è stato affrontato anche in un intervento l’ altro almeno nella parte in discussione i costi che ho ascoltato io non l’ ho sentito citato. Il primo è l’ assetto istituzionale e amministrativo di Roma non è vero che non non ne abbiamo parlato qualcuno di noi ha presentato una proposta di legge Parlamento per fare in modo che la città a Costituzione vigente la città metropolitana sia eletta direttamente dai cittadini e possa affrontare quelle funzioni strategiche di Area Vasta, dall’ urbanistica ai  trasporti ai rifiuti,  e poi sempre con quella proposta di legge dare ai municipi la la dimensione di Comuni metropolitani con un bilancio adeguato in modo da riavvicinare il rapporto tra tra cittadini e amministrazione; a mio avviso questo è un punto di portata costituente dovremmo tutti i candidati fare in modo che in Parlamento  si possa affrontare e approvare rapidamente una proposta di legge che vada in questa direzione; ovviamente non quello che ho presentato io , la discutiamo la modifichiamo ma si possa approvare la proposta di legge di questo tipo perché  è la condizione necessaria per poter avvicinare gli obiettivi che si sono indicati anche nel vostro documento; nessuna capitale europea è governata con l’ assetto amministrativo che ha Roma con tre milioni di abitanti e non c’è niente da fare,  chiunque ci metti non ce la fa non ce la può fare,  quindi c’è il problema della qualità del dei dirigenti dell’ Amministrazione, delle procedure della trasparenza, ma c’è un problema di assetto amministrativo.   L‘altra questione di portata costituente che appunto nella parte di discussione che  ascoltato non ho trovato riguarda il debito capitolino:  ora possiamo raccontarci tutto quello che vediamo ma con l’ attuale quadro di Bilancio non si non si possono affrontare e le priorità che riteniamo da dover affrontare; guardate, poi uno può pure dire che è colpa di Ttronca che attua in modo come dire burocratico il Documento unico di programmazione del Comune,  ma se non si affronta il  nodo del debito storico del Comune di Roma noi non riusciamo a dare spazio di Bilancio alle politiche necessarie a girare pagina; voi lo sapete che ogni anno quasi duecento milioni di addizionale comunale all’ IRPEF vanno a pagare quel debito abbiamo fatto? abbiamo cercato di capire, è stato complicato, perché, nonostante le interrogazioni al Governo i dati non sono stati disponibili, ancora non sono disponibili nella misura in cui a mio avviso sarebbe necessario per i cittadini,  perché almeno votano con qualche informazione in più ebbene quel debito può essere ristrutturato senza andare a chiedere autorizzazione la Merkel molto attraverso l’ procedure ordinarie;  quel debito consta  sostanzialmente di un mutuo con Cassa depositi e prestiti sottoscritto con tassi di interessi ingiustificabili,  sottoscritto con motivi ingiustificabili,  che a mio avviso meriterebbero un approfondimento anche da chi ha il dovere di controllare sul piano della correttezza delle scelte che fa l’ Amministrazione,  semplicemente eliminando lo spread su quel mutuo che ha un tasso di interesse superiore al cinque per cento in una fase in cui la Banca centrale europea paga le le banche per prendersi i soldi,  quel mutuo di Cassa depositi e prestiti sta al cinque per cento semplicemente eliminando lo spread  di due punti percentuali su quel mutuo si recuperano centoquaranta milioni che ogni anno possono tornare nel bilancio capitolino e finanziare una serie di provvedimenti che vanno dagli investimenti per infrastrutture alle politiche sociali, che sono decisivi per rimettere in moto la nostra città;  questa non è una proposta partigiana,  secondo me dovrebbe essere come dire e condivisa perché chiunque andrà a governare ha bisogno di più spazio finanziario  cioè la spending review d’ affari,  assolutamente rilevante l’ informatica a Roma per unità di hardware costa dieci volte in più che nella nella media nazionale,  la telefonia costa il cinquanta per cento in più della lega nazionale,  il carburante per le auto del Comune costa cinquanta per cento in più e così  la spending review;   e poi c’è da di allocare quelle risorse su politiche prioritarie,  c’è da recuperare l’evasione fiscale delle tasse, delle tariffe, delle imposte comunali,   anche quello va recuperato per ridurre imposte e tariffe a seconda delle priorità sociali economiche che si vengono a scegliere;  dopodiché accerterò,  il problema è di recuperare quella fetta consistente di trasferimento che oggi va dal bilancio pubblico comunale a Cassa depositi e prestiti:  ecco a me piacerebbe che come classe dirigente  consapevole della drammaticità del passaggio in cui siamo che queste non sono elezioni straordinarie,  che queste elezioni devono avere portata costituente ; a me piacerebbe che prima di raccontare ciascuno di noi l’ idea che ha per questa città trovasse il modo per mettersi insieme agli altri e dire al Governo su questi due punti siccome stiamo parlando della Capitale d’ Italia che è interesse nazionale non è solo interesse di romani su questi due punti per favore diamo priorità alle azioni legislative necessarie a risolverli dopodiché ci confrontiamo ciascuno col proprio punto di vista ciascuno con la con  la propria progettualità per dare alcune risposte che ritiene decisive, ma se non affrontiamo questi due nodi facciamo la campagna elettorale di chiacchiere e chiunque andrà a governare dopo sei mesi si si renderà conto dell’ impossibilità di attuare quello che ha promesso. dunque  due punti due punti specifici – e poi lascio la parola a Roberto – a me pare che questo tema della partecipazione sia un tema decisivo spero che per il lavoro che avete fatto le forze che avete messi insieme possano rimanere come fattore propulsivo di chiunque vada amministrare non solo a livello cittadino ma anche a livello municipale; a mio avviso il principio regolativo almeno quello che proponiamo, il principio regolativo di tutte le politiche pubbliche che mettiamo in campo deve essere quello della sussidiarietà Roma non ce la può fare a girare pagina senza un apporto attivo sistematico della della meglio Roma di quelle forze di volontariato di quelle forze economiche sociali che anche qua hanno parlato oggi l’ amministrazione deve costruire piattaforme affinché possa affermarsi il principio regolativo della sussidiarietà,  che a vuol dire che tu non vai a sgombrare un’ associazione che fa volontariato che  fa che fa iniziative per i bambini non vai a sgombrare dallo spazio pubblico a quelle associazioni,  dai la possibilità di stare in regola,  perché fa un pezzo di welfare municipale che tu Amministrazione comunale non potrei mai fare per quanti sforzi potrai  vorrei mettere in campo e questo deve valere,  perché guardate girando in questi mesi Roma è evidente quante energie morali culturali professionali solidali non abbiamo a disposizione sono fuori dai nostri circuito di anzi non solo sono ignorate ma ma vengono quasi perseguitati dall’ Amministrazione che ha assunto dopo il lassismo . Unidea burocratica legalistica di legalità:  noi dobbiamo ridefinire le regole affinché questi non siano fuori ma siano dentro e siano protagonisti della rinascita di Roma,  e questo deve essere appunto un principio guida che poi diventa dialogo sociale e per la costruzione delle politiche;  ma non voglio prendere troppo tempo chiudo:  è evidente che c’è in questa fase un  sovrappiù di impegno per la trasparenza e per le regole che a partire da noi, noi candidati,  dobbiamo dare:  un mese fa circa ha sottoscritto la carta per il candidato trasparente che prima è stata descritta credo che sia un dovere che tutti noi dobbiamo;  una carta molto impegnativa perché mi chiede di mettere in evidenza conflitti di interessi,  la provenienza dei finanziamenti e come si spende e così via,  però credo sia  un dovere morale che abbiamo nel momento in cui vogliamo misurarci con la città,  ma la questione di fondo è che non ce la può fare un sindaco non ce la può fare una squadra di assessori non ce la possono  fare neanche i cento manager di cui parla Rutelli: abbiamo bisogno di mettere insieme i  livelli politico istituzionale e il livello sociale,  il livello della cittadinanza attiva: se non  riusciamo a far sinergia  a questi due dimensioni che oggi sono non solo distanti,  ma sono anche contrapposte,  non ne  usciamo fuori, con la sinergia  riusciremo ad avviare la ricostruzione morale economica amministrativa che Roma merita. grazie,  ora Roberto
INTERVENTO ROBERTO GIACHETTI
Grazie grazie a tutti,  vorrei solo,  perché credo sia giusto,  rispondere  Stefano,  che io risponda  su questo punto sono assolutamente d’ accordo sul tema della rinegoziazione dei tassi dei mutui  e penso che dobbiamo comunque farlo,  poi però ci abbiamo un problema, Stefano, che se l’ Amministrazione comunale attualmente impegna il trenta per cento dei fondi che avrebbe a disposizione per gli Investimenti, ne possiamo pure portare centoquaranta miliardi in più,  ottanta/novanta rimangono fuori,  non vengono utilizzati, quindi quella cosa dobbiamo farla esattamente come ci sono tantissimi fondi europei che potrebbero essere utilizzati e  non sono utilizzati se non cambiamo la macchina, se non cambiamo la struttura, se non  la mettiamo in condizione di operare attraverso la capacità progettuale,  noi potremo anche ottenere grandi risultati dalla Cassa depositi e prestiti alle banche e via dicendo,  ma quel potenziale che potremmo utilizzare certamente non lo utilizzeremo,  quindi questo è il punto principale.
Io  vi chiedo scusa: dopo  le primarie qualcuno si è domandato ma Giachetti dov’ è finito?  (…) devo confessare che   – spero che ci sia qui  qualche giornalista –   ” Giachetti ha trascorso quindici giorni a cercare di districarsi tra le cinquecentocinquanta domande che voi avete posto e cercare di studiare e fornire una risposta adeguata,  questa è la ragione per cui da quindici giorni io sono paralizzato dentro la mia stanza con gli amici che mi aiutano nelle riflessioni che facciamo sul programma e via dicendo e quindi questa è la ragione;  capirete che adesso per me è un problema perché  io ieri ho presentato il mio comitato e per illustrare quattro punti del programma ho distrutto circa seicento persone perché ho parlato per un’ ora un quarto, allora io  siccome e ritengo che questo lavoro sia un lavoro di una non solo straordinaria serietà ma anche di una straordinaria valenza per l’ approfondimento  alla base dell’ analisi, prima di formulare delle domande ai candidati, io mi trovo nella grande contraddizione che per esempio mentre parlava Massimo, ma anche perché parlava a Roma,  io penso che sarei qui sei ore a discutere nello specifico di tante cose a ruota libera;  parliamo di tante esperienze però penso di avere il dovere perché voi avete fatto delle domande precise diversamente il rischio è che io mi presenti qui è facile in faccia un discorso semplice ho il dovere di sacrificare quello che per me la cosa più semplice che conviene a fare,  però è che inevitabilmente dispersiva e probabilmente non corrisponderebbe alla serietà del lavoro che voi avete fatto cioè quello di parlare a braccio e spaziare come vorrei su mille cose e quindi cercherò  – ieri sera sono tornato all’ una questa mattina verso le cinque e mezza ho finito di  togliere delle righe delle cose –  di dare delle risposte puntuali,  ovviamente non a tutte le domande ma almeno per quadrante, perché questo vi possa consentire di di capire anche che cosa noi abbiamo in testa seguendo il filo che le domande che voi avete fatto e quindi vi chiedo scusa cercherò di leggere nel modo meno noioso  possibile su ogni scheda alcuni punti che sono anche dei punti su come noi intendiamo agire,  di rispondere anche ad alcune domande che voi avete fatto;  io il concetto di fondo che viene espresso nel vostro documento lo condivido totalmente e cioè in particolare sulla Roma policentrica Roma anche e non solo a seguito dell’ accorpamento che c’è stato nei municipi è obiettivamente è diventata tante città al suo interno;  lasciamo perdere il paragone che facciamo dal punto di vista territoriale con città  italiane che sono più piccole dei nostri municipi,  l’ altro giorno ho scoperto,  perché stavo facendo una intervista, che il VII Municipio ha gli stessi abitanti di Bonino (?) ora non ha gli stessi servizi probabilmente,   però questo ci deve dare la dimensione, allora  è vero è una città policentrica e ci dobbiamo attrezzare, lo dobbiamo fare aspettando l’ attuazione della Città metropolitana,  però dobbiamo fare qualcosa subito, sei municipi effettivamente sono dei Comuni,bisogna che dal giorno dopo che qualcuno di noi entra in campo nell’ azione amministrativa immediatamente (crei?)  le condizioni di esercitare la propria responsabilità molto similmente sì legislativo si dal punto di Sarezzo (?)  che non si può fare come si fa nelle altre città è del tutto evidente che i residenti Municipio non possono continuare a stare in questa situazione,  deve avere più oltre le competenze devono avere più risorse e più personale cercherò poi di dirvi alcune cose che penso potrei fare riferimento ai temi della scuola, all’ importanza dello sport, e appunto al pre-Consiglio (?)ci associamo per quanto mi riguarda anche all’ importanza di utilizzare delle risorse che possono aiutare anche le strutture di base dello sport con le Olimpiadi, in questo c’è una  evidente differenza tra me e Stefano, ma perché io penso che è vero che ci sono stati problema noi dobbiamo rappresentare una classe dirigente che nelle condizioni di bilancio che lui esprimeva di riavere non ore la capacità e la determinazione di dai di usare le risorse per fare del bene alla nostra città e noi sappiamo che questo può certamente accadere ; e c’è il tema della trasparenza a…potremmo parlare un’ infinità di ore perché stiamo lavorando con Giampaolo con Salvatore per capire le tante cose che si possono fare perché la trasparenza è tutto,  e poi sostanzialmente quando cerchiamo tutto cerchiare rischiamo di realizzare niente l’ innovazione me e allora probabilmente la figura del city manager inserito dentro l’ Amministrazione comunale può essere uno snodo che da in cambio di passo a un’ amministrazione che deve cambiare passo in ragione del fatto chi vi dico che ne dobbiamo trasferire seriamente e concretamente potere ai municipi è chiaro che l’ Amministrazione centrale deve necessariamente adattarsi a una nuova missione che è innanzitutto quella del controllo della programmazione ed è tutto dire che si della legge lire il personale deve andare dove ci sono i servizi da erogare;   chiudo con una sola cosa sulla quale sono anche su questo d’ accordo con una Stefano e sono soprattutto d’ accordo con le cose che ho letto e con le cose che ho sentito:  il mio impegno se divento sindaco di Roma e di fare in modo che Roma diventi la capitale della partecipazione badate sapendo perfettamente che è una fatica perché se noi garantiamo vera partecipazione noi dobbiamo sapere che abbiamo una fatica immensa ad ogni livello per far sì che come qualcuno diceva la città sia coinvolta nella costruzione dei suoi progetti delle sue iniziative…la fatica come ci spiegava anche molto bene Fabrizio non solo in questa occasione dello stare ad ascoltarsi e trovare delle soluzioni di aggiustare il tiro di di fare in modo che le cose siano condivise, ma noi dobbiamo farlo e io dentro di me – un po’ perché ci sono stato un po’ perché ci sono per natura anche per la mia provenienza politica – devo dirvi io ho dentro di me  vorrei fare in modo che dopo tutto quello che è successo e dopo tutto quello che ha permeato questa città la sua Amministrazione la sua classe politica noi potessimo fare in modo che davvero le perché davvero le persone le organizzazioni quello che voi siete  foste in grado di permeare restituendo in positivo quello che in negativo ha permeato questa città con la vostra con la forza delle vostre idee con la forza delle cose;  con la forza anche dei vostri sogni perché è vero che ognuno di noi ha probabilmente deve rappresentare una missione ma missione anche quella che è nel sogno che insieme vogliamo condividere che magari anche semplicemente quello di poterlo estesi girando per Roma prima che lo facciano i turisti poter dire sostenere e dirlo seriamente perché lo si sente dentro e non perché lo si deve rappresentare magari perché ci si vergogna che questa parafrasando la canzone di Venditti quanto sei bella Roma e quanto sei grande Roma e io sono convinto che con lavoro di tutti anche anche qui,  lo voglio dire qui c’è Stefano; io l’ ho detto anche tutti gli altri rispetto a tutti gli altri candidati,  non sottovalutate ve lo dice uno che ci ha pensato a lungo non sottovalutate che chi ha preso dentro di sé la determinazione di candidarsi per cercare di prendere in mano all’ Amministrazione questa città  che lo abbia fatto a cuor leggero, non pensate che una cosa del genere  la possa fare chi non ha dichiara la situazione nella quale si trova questa città;  l’ impegno la determinazione la fatica e quindi per me questo a prescindere,  quali concordo considerazione personale lei conferma nei confronti di Stefano con la quale come è noto con amicizia anche se vivace perché ci siamo scontrati spesso ma il mio rispetto per ciascuno di coloro che si sono candidati sapendo di  cosa si trattava è grande perché so perfettamente cosa ci aspetta. Provo ad andare molto rapidamente allora il primo capitolo la strategia per Roma multicentrica
> per il seguito rimandiamo anche alle risposte scritte nel documento consegnato da Roberto Giachetti 19 idee e 100 domande per i candidati sindaco-_Risposte di Roberto Giachetti)
sono convinto che solo nel coordinamento tra Roma capitale e gli altri Comuni della Città metropolitana in particolare quelli di prima cintura si possa trovare la chiave per affrontare e sperabilmente risolvere i problemi della gestione dei servizi pubblici a Rete nella pianificazione del territorio e nipote nei progetti pubblici e privati di sviluppo economico e ovviamente questo rientra nel discorso abbia fatto sulla città metropolitana gli ho un sogno Fabrizio mi perdonerà ovviamente io spero che il sindaco della città metropolitana possa essere eletto direttamente e soprattutto spero perché fa parte della mia storia della cultura e anche di mia qualche battaglia personale e che noi magari per l’ elezione dei consiglieri della Città metropolitana possiamo arrivare a scegliere lo strumento del collegio uninominale piuttosto che delle preferenze perché sappiamo bene anche questo come inciso nelle tante cose che ci siamo trovati la casa la casa sarà ovviamente una priorità dell’ Amministrazione io voi fate riferimento all’ edilizia popolare all’ ATER io so ancora negli occhi l’ immagine delle e tra della visita che ho fatto a Tor Bella Monaca e ancora peggio come l’ ho fatta appunto di nomina le condizioni in cui vivono nelle case popolari le famiglie le famiglie che hanno un disagio sociale non posso farvi degli esempi c’ era c’ era un padre che c’ era la figlia che ce l’ ha data la tracheotomia era costretto a tenerla in ospedale non perché non potesse assiste la casa dentro una stanza con la muffa con la pioggia perché di tanto con l’ acqua che girava per tutta casa dicendo aveva costruito una specie di stanza ovattata per consentire alla figlia di stare nonostante le funzioni con la casacca beh nella nella nella stanza che era tutta protetta due giorni prima che la figlia tornasse dall’ ospedale c’ erano era risalita l’ acqua dalle fogne egli avrà tempi annientato il lavoro che hanno vederlo vi sarete resi conto il cuore che c’è un nesso con tale e indegno e ne possiamo pure dire che ci stanno soltanto altri sei mila in assistenza alloggiativa il problema è che ne abbiamo e che ci sono alcuni di quelli che stanno in assistenza alloggiativa che non stanno in assistenza alloggiativa stanno in una situazione che un Paese civile non potrebbe sopportare nel merito penso ci siano boy buone pratiche per quanto riguarda la casa che sono state avviate già dalla precedente amministrazione nella passata consiliatura e a cui dobbiamo ora garantire le risorse voglio per essere chiari il primo punto è completare la chiusura dei ventisei rese densa ancora in funzione perché sono inaccettabili sia lei a concentrazione divisa Giusto sale sia i costi economici che essi comportano e grazie alla rifinanziamento del buono del buono casa che permetterebbero e due mila famiglie che vi abitano di cercare alternative sul mercato privato è un esperimento che ha funzionato bisogna ARPA vederlo fino all’ ultimo e probabilmente capire se si può estendere anche ad altri comparti il secondo punto è rientrare nella legalità riportare nella intera la lega il nella legalità l’ intera gestione degli alloggi popolari prima di tutto con liste di attesa trasparenti e con il proseguimento della task force dei vigili urbani casa sicura per evitare nuove occupazioni che perché noi sappiamo perfettamente che anche queste spesso e volentieri è una guerra tra poveri spesso volentieri non sempre Terzo punto penso ad una grande iniziativa che riunisca associazioni di proprietarie sindacati degli inquilini per fare incontrare domanda e ho sta di casa oggi a Roma ci sono circa quaranta cinquanta mila alloggi sfitti ed è il primo bacino ad attivare anche qua non voglio prendere in giro nessuno quando io ho fatto il Capo di Gabinetto avevo anche mi era stata regalata anche la competenza le case questo argomento di cui sto parlando era già allora oggetto di tentativi di progetti per mettere insieme la domanda l’ offerta gare il Comune che si fa garante abbiamo sempre fallito però il tema rimane ci sono in questa città quaranta cinquanta mila alloggi sfitti e noi dobbiamo trovarla una chiave per uscire da questa situazione servizi sociali personalizzare integrare dare trasparenza questa il capitolo numero due il punto di partenza per quel che mi riguarda è chiaro il welfare a Roma non funziona e ovviamente esprimo un chiaro chiaro eufemismo dopo un quindicennio di abbandono negligenze confusione tra programmazione ed emergenza sociale i servizi sociali territoriali vanno riformati con in testa una distinzione da un lato vi è l’ emergenza dall’ altro la programmazione di medio e lungo periodo come linea strategica io voglio tre cose ovviamente rispondo a una parte delle domande cerco di dare un senso come faccio straordinario non abbiamo fa un passando perché non è se vogliamo una con altra poi finivamo su un capitolo con una ci si riapriva il teatro di Tor Bella Monaca dall’ altra perché era collegata l’ esperienza giovanile degli amerebbe del cinema America dall’ altra ma la bellezza è questa e anche ovviamente il labirinto alle quali stiamo del schiantarsi tutti quanti e non vorrei abbattuti uccidere voi con queste cose linea strategica sono tre cose investire l’ esternalizzazione quindi scusate invertire le storie l’ esternalizzazione selvaggia del passato per restituire all’ amministrazione la gestione diretta dei servizi essenziali per esempio i minori rischia di prendere il controllo sulla qualità dei servizi resi dalle cooperative sociali non sono obiettivi che si possono raggiungere con una misura unica ovviamente per questo ho in mente un insieme coordinato di azioni vi faccio qualche esempio trasferire tutti gli assistenti sociali tutti gli assistenti sociali il settanta per cento dei dirigenti e il cinquanta per cento dei funzionari dal Dipartimento centrale Municipio adottare criteri moderni di organizzazione ricezione della domanda analisi del bisogno presa in carico intercettare nuovi bisogni con interventi personalizzati e non standardizzati potremo parlare della questione dei disabili assistenza disabili ma ovviamente non abbiamo tempo riformare l’ Ufficio controllo della spesa sociale centrale coordinato con tutti i municipi e l’ albo dell’ accreditamento ridefinendo il rapporto con le cooperative sociali affiancare agli assistenti sociali figure quali mediatori culturali educatori pedagogisti per reperire tra il patrimonio pubblico nuovi spazi per i colloqui e il delicato lavoro quotidiano la presenza dell’ Amministrazione per capire qual è la domanda è veramente fragile se vogliamo usare uno femminismo ed è chiaro che il disagio lo deve andare a cercarlo di vedere perché non è che necessariamente ti viene a cercare finanziare con fondi regionali ed europei l’ aggiornamento professionale dei dipendenti non debbo dire nessuno sul tema dell’ assistenza quale fondamento a quale quale elemento fondamentale sia il tema della della formazione va bene e poi sul rapporto con l’ arte del servizio sanitario ragionare la mia intenzione è quella di costruire dei servizi sociali sempre più integrati con quelli sanitari è una questione che ha a che vedere essenzialmente con il rapporto con la Regione peraltro come sapete la Regione ha già fatto la le case della della della della sanità della salute particolare più undici per cento però una bella esperimento perché con il Municipio c’è stata è stata formata una casa che diciamo del welfare la teniamo così però che la casa del sociale quindi i i due punti di riferimento per la cittadinanza che ovviamente non passa necessariamente attraverso l’ ospedale o attraverso altre forme si coordinano e convivono questo e diciamo aiutano ovviamente anche c’è il punto sul sui rom che non voglio assolutamente non trattare per l’ integrazione dei rom sinti e Carminati dobbiamo superare i villaggi della solidarietà i campi non attrezzati insediamenti spontanei molti di molti di essi hanno diritto all’ assistenza altri invece possiedono i mezzi per affittare o acquistare una casa per questo apriremo un ufficio interdipartimentale per l’ integrazione in relazione con le associazioni che lavorano con e per loro due obiettivi per me sono chiari entro il primo anno chiuderemo i centri per l’ accoglienza Amarilli Salaria e dentro i primi due anni chiuderemo almeno tre campi attraverso un percorso che non è esattamente quello della ruspa ma che ha una sua fattibilità e che è un percorso integrato di interventi anche con il supporto sociale dei servizi territoriali e delle associazioni voi dedicate all’ infanzia alla scuola un’ attenzione particolare e io sono convinto che la scuola sia il punto di partenza per la costruzione di una società più efficace e più giusta e penso che la scuola cominci da quella parte dell’ infanzia non è una scuola di serie B la scuola dell’ infanzia anzi assolutamente tutt’ altro rispetto a problemi e problemi molto specifici che ponete la strada è sicuramente quella della pluralità così anche qui non sfuggiamo a delle domande voi privatizzare vuoi fare quello della pluralità del rapporto tra pubblico e privato i quattrocento sessanta asili-nido romani sia quelli comunali che quelli convenzionati aziendali servono venti duemila bambini con una presa in carico pari al trenta per cento della fascia tra gli zero e due anni in questo settanta per cento che rimane fuori c’è sicuramente una domanda inevasa con tre mila cinquecento bambini rimasti nelle liste di attesa lo scorso anno per questo penso semplicemente che dobbiamo affiancare nuove strutture con orari organizzazioni flessibili per rispondere alla domanda delle famiglie romane il tutto sotto una regia chiara del settore pubblico è un punto per me cruciale un’ Amministrazione che vuole creare opportunità uguali gli spazi negli asili comunali vanno quindi riservati a chi ha veramente bisogno con controlli serrati sulle autocertificazione e poi ovviamente bisogna investire su un insieme di strutture complementari c’è il tema dell’ immigrazione non so dove mettermi le mani sono la la la la la faccio perché abito lì sono ovviamente d’ accordo sui cordoni umanitari ci sono degli esempi che abbiamo provato delle realtà che non ci sono più perché probabilmente non siamo adeguati ma l’ esperienza del Bombarda non c’è più e non c’è più perché ci siamo domandati perché perché hanno fatto tutto da soli devono solo dagli una struttura non hanno chiesto una lira pubblica non ho chiesto nell’ amministrazione era tutto in funzione della solidarietà a dimostrazione a dimostrazione che questa città ce l’ ha nel cuore e chi è in grado capace di farlo e non voi lì dove c’ era tutto e bisogna soltanto dare una sede non siamo stati in grado di farlo e sono usciti sono andati via è chiaro che questo di fronte anche a quello che ci aspetta non è certo il ruolo che è una città come Roma può garantire adesso qui mi viene in mente sono il io sono ho girato molto sono stato Sapienza a proposito del tema dell’ integrazione e di come l’ Amministrazione certe volte si contrappone una naturale spinta magari della cittadinanza invece ad accogliere ad integrare io sono stato a Tor Sapienza non nel periodo in cui c’è stato il Casinò ma durante il mio oggi l’ ascolto e un certo punto ovviamente c’ era il è l’ unica volta in cui ha trovato le camionette la polizia le cose perché sembrava che succedesse qualcosa è stato un confronto cittadine un certo punto mi si avvicina a uno e si parlava di razzismo le cose come si addice in un anno fa dotto noi non siamo razzisti però voi dovete capire che in un bicchiere da mezzo litro un litro d’ acqua non ci sono e tenere ma la fatta è così cioè è chiaro che si riduce al campo rom se c’ era il problema delle delle case popolari occupate se c’è il problema della prostituzione una parte se c’è e cinguettii anche quello e per di più lo fai come magari accade a Casarsa Nicola dove è il assolutamente legittimo e io penso che noi dobbiamo favorire queste azioni e ritorniamo al punto iniziale ma è ragionevole che il Presidente del Municipio non sapesse che il prefetto che in questo caso aveva la competenza avrebbe messo lì una struttura che indubbiamente per essere accolta deve essere conosciuta deve essere si deve parlare si deve sapere che ci hanno allora quante volte l’ incapacità di integrare non è relativa alla gente che non vuole integrare mente relativa alla nostra incapacità di comunicare di partecipare di rendere comune qualcosa che burocraticamente dovrebbe essere fatto sono un capitolo qui poi stiamo parlando anche di attività produttive invece che riguardano diciamo l’ integrazione di chi già c’è a Roma e lavora parliamo di trecentosessanta mila stranieri va be insomma il tema è che chi rispetta le legge chi rispetta le regole in questa città secondo me non solo delle realtà porte aperte ma deve essere aiutato a promuovere anche ovviamente le proprie attività parliamo di cinquantotto mila di imprese di stranieri nel due mila quindici il dodici per cento delle imprese romane va bene le scuole non vi tedio cerco semplicemente dire che un punto di partenza e la qualità delle strutture scolastiche il Piano del Governo si ve la faccio ve la faccio rapida voi sapete che il Governo ha messo a disposizione dei fondi che io sono lieto ho visto che in alcune scuole romane sono stati utilizzata intanto per valutare diciamo no alla la consistenza dei solai perché è un problema che e quindi so che già sono stati utilizzati per un certo numero di scuole e sono felice e questo è stato fatto adesso arriveranno degli interventi del Governo sempre a favore ovviamente le Scoditti Italia ma ce l’ abbiamo una parte consistente a Roma per fare in modo che adesso le valutazioni che sono state fatte le perizie sono state fatte sui solai possano essere utilizzate per per per per l’ aria e per le ristrutturazioni ho capito non ce la faccio facciamo così alla Camera quando un certo punto essendoci regolamento stretto non c’è più tempo dice Presidente le chiedo l’ autorizzazione di consegnare io l’ ho io se posso fare siccome è tutto scritto di entrare perché mi rendo conto che non vi possa tenere qui sulla sua cultura vorrei parlare quaranta minuti e ovviamente mia complicato farlo vi do solo alcune tracce di alcune questioni quindi sulle scuole questo sulle scuole io sono assolutamente d’ accordo peraltro Rossi Doria fatto un lavoro già Romata sperimentato che cosa vuol dire fare in modo che le scuole che la mattina magari sono anzi devono essere utilizzate per per fare lezioni per la didattica che sono una cosa diffusissima nostra città anche se spesso casca a pezzi per questo bisogna metterla posso ma che il pomeriggio diventi in un’ occasione sociale una con un’ occasione di aggregazione una che un’ occasione per cui che sia lo sforzo che si era altri nostri ragazzi abbiano visto che non abbiamo soprattutto in periferia un’ infinità di occasioni per aggregare per tre per integrare per per per per c’ abbiamo delle scuole che starebbero chiuse dobbiamo investire per fare in modo che quelle scuole vengano identificate non più per i ragazzi lo diceva benissimo massimo non più soltanto soltanto come dire il problema della lezione ma quello è un luogo che la mattina elezione che il pomeriggio magari in un modo diverso può fare cultura può fare va bene non ce la faccio la la cultura veramente diritti vi rimando alle tante cose che ho scritto vorrei dire per esempio a Roma che io sono assolutamente d’ accordo invece abbiamo un problemino in questa città abbiamo delle materie prime che sono non Oro platino eppure le utilizziamo come se fossero rame cioè se noi non capiamo che il tema della cultura del turismo il binomio culture del turismo devono diventare un assetto di sviluppo dire industriale di questa città per quello che comportano dal punto di vista occupazionale per quello che comportano inutile vi dico un noi che questa è una cosa di cui si discuterà sempre ed è chiaro che qui entra in campo la nostra non dico incapacità ma la nostra pochezza dell’ offerta sul l’ idea della dell’ investimento sulla promozione turistica di andare a bando alla Camera ma finché arriviamo all’ assurdo che noi abbiamo Ostia che non è solo Ostia antica sarebbe carino che arrivando all’ aeroporto Da Vinci ci fosse almeno un cartello con scritto a sette chilometri trovi quindi uno dei siti archeologici più belli del mondo forse lo sanno salivano in albergo perché trovo sulla guida ma ne ossia abbiamo il sito archeologico abbiamo la cultura abbiamo i monumenti del mare cioè noi però se la nostra potrebbe essere la nostra balzello netta abbiamo un muro che impedisce ai romani di andare al mare figuriamoci semplice andarci abbiamo avremmo cioè nel senso che la Roma Ostia ora è vero che la Roma Ostia sia adesso dica qualcuno soprattutto di quelli che prendono a Roma Ostia abbiamo la Roma Ostia io scappo dalla porta di servizio perché giustamente Limena ma se noi facciamo un investimento e magari recuperando come ho detto i fondi e li mettiamo e anzi trasformiamo quell’ pezzo di ferrovia chiamare arrivare in un sistema che dà Ostiense in venti minuti di variare d’ entro ossia ti porta al mare al di là del bene per i romani dei pendolari che deve lavorare ma dal punto di vista della turistico che cosa di più a sé dove troviamo un’ altra città Municipio trecento mila abitanti che tutte insieme tiene cose che dal punto di vista dell’ offerta turistica io penso che in qualunque altro punto al mondo c’ era c’è inviterebbe va beh consegno una cosa però deve essere chiara ed è relativa ovviamente ho saltato tante cose ma ci stanno che le consegno così volendo avere potete leggere che non ho non non vi sta prendendo in giro ma che non mi voglio distrugge la struttura amministrativa tutto quello di cui parliamo possiamo parlarne lo dicevo fatto la battuta Stefano perché è esattamente la fotografia voi pensate se noi oltre centoquaranta che potremmo rimediare perché meglio lamentarsi se noi utilizzassimo il restante settanta per cento che non che abbiamo ma non utilizziamo perché l’ azione in grado di progettare detti fondi robe è chiaro amici miei che il primo compito che a qualunque Sindaco dovesse diventare tale è quello di reinventare la missione della struttura amministrativa e per me questo avviene in tre modi è chiaro che il il primo il primo inevitabile la prima idea decaduta muta ma la la struttura amministrativa perché se Turra forse dei poteri e municipi inevitabilmente si alleggerire quindi la devi che organizza la devi pensare che ho detto programmazione e controllo innanzitutto trasparenza e trasparenza significa che innanzitutto per me è su due fronti da una parte al cittadino la possibilità di controllare da quando un’ opera è stata comincia ah fino a quando finisce se i tempi sono stati rispettati insieme odi sono stati rispettati se se esse tracciabilità di quello che noi facciamo nelle piccole nelle grandi cose e poi certo mi piacerebbe moltissimo e dobbiamo farlo trasparenza non è soltanto perché non possiamo anche tranquillamente prendere dico per dire il regolamento edilizio del Comune di Roma lo buttiamo dentro il sito del Comune di Roma forse già c’è e dice alle ma come siamo stati trasparenti poi magari scopriamo che sono sessantacinque pagine in pdf che per trovarla dentro il sito del Comune di Roma degli attivare una siccome una una costola dei servizi segreti perché lo cerchio cioè che non lo trovi è del tutto evidente che se noi vediamo trasparenza non possiamo più prendere in giro nessuno significa che la trasparenza le le cose sono state semplificate sono state rese comprensibili e una volta semplificata e comprensibili sono messi in modo tale che un qualunque cittadino che abbia solo curiosità entra nel sito del Comune di Roma e vede fa una ricerca e dice commercio regolamento del commercio edilizia Regolamento edilizio bisogna farlo non è semplice anche perché a me e del l’ altra cosa vuole fare piacerebbe molto per esempio che chi vuole aprire un’ attività commerciale a differenza di quello che accade qui e non soltanto qui non abbia bisogno dell’ intermediario cioè io devo aprire incassi un’ attività commerciale un caffè un’ altra cosa io vorrei molto semplicemente che clicco sul sito del Comune di Roma e mi dicono uno due tre quattro cinque sei quello che devo fare faccio uno due tre quattro cinque sei non voglio vedere nessun funzionario dipendente del Comune dove nessuno vado lì l’ ho presentato mi dice se ho corrisposto meno a quello mi dai come migliore anzi dovrebbe essere quasi automatica ma dai perché ho rispettato la procedura tu mi dice e noi invece abbiamo sempre gli intermediari e abbiamo gli intermediari perché le procedure sono complicate perché nelle dalla complicazione delle procedure c’è bisogno di qualcun altro che tre spieghi che aiuta in un modo o nell’ altro invece la macchina va cambiata e andrà che non andranno cambiate tante altre cose ante andrà cambiato e va cambiato il nostro stile di vita di tutti perché io sarà una persona che rispetterà se diventerà sindaco in maniera ossessiva le regole e ovviamente pretenderlo nel momento in cui l’ Amministrazione si comporta un determinato modo però che ci sia anche il contributo di tutti noi perché in una parte delle cose che non vanno in questa città ve lo dico molto chiaramente ci sta anche il fatto che noi non l’ altro noi intanto occasioni pensiamo che spetti all’ altro rispettare le regole non a noi ed è ovvio che così la città non ripartirà mai se io vado a via Merulana e trovi cassonetti della monnezza della mondezza dove ci stanno i due buchi per la plastica e sotto i due buchi della plastica ci sta un frigorifero non tra può prendere l’ Amministrazione comunale quel servizio la ma lo fa gratis e quindi dobbiamo sapere che lui se vogliamo cambiare Roma una volta che cambia la politica volta cambia l’ amministrazione abbiamo il dovere di prenderci responsabilità dica di cambiare anche le stesse insomma noi questa Roma la dobbiamo costruire insieme e devo dirvi molto francamente che non solo questa giornata ma lo straordinario lavoro che sta qui dietro diciamo le e gli esiti di questa giornata in particolare consentitemi di ringraziare Raffaele Fabrizio ma veramente ciascuno di voi perché si percepisce chiaramente anche se volete nella nella differenza di linguaggi di approcci nel sentirvi parlare si capisce che c’è un lavoro serio concreto di chi non si è limitato semplicemente a inveire contro le cose che non vanno a protestare per quelle quell’ altro ma per cercare di dare dei contributi reali per cui chi poi aveva l’ obiettivo e spero per quanto mi riguarda la fortuna di tirare una sintesi indicare una strada che possa essere veramente comune partecipe per un lungo viaggio possa farlo nel migliore dei modi è stato veramente un lavoro egregio ci ha messo in grandissima difficoltà ci ha fatto passa al Sacco da tempo però Moggia Goethe riuscito fuori Beccaro così grazie ringrazio ringrazio ovviamente tutti voi parla resistenza che avete avuto però forse ne vale la proprio la pena adesso noi sospendiamo fino a elezioni fatte tratte vita perché bisogna lavorare perché il migliore Sindaco che possiamo avere l’ avete avuto a disposizione arrivederci un utili.

Nessun commento:

Posta un commento