29 aprile 2016

LETTERATURA GRECA E LATINA

La aziendalizzazione della scuola italiana è un dato di fatto, ma nessuno si sarebbe potuto aspettare che la glottologa e linguista Giannini - ex scelta civica, oggi PD e ministro dell’Istruzione (non più pubblica dal 2008, regnante Berlusconi) dell’università e della ricerca (MIUR), regnante Renzi – ci proponesse la perla di cui Tullio Gregory, attonito, ci dà conto.
La ministra ha pubblicato, nel 2016, il bando di concorso per l’insegnamento delle “discipline letterarie, latino e greco”.
Non ci sono più prove scritte “italiano – latino” e “greco – italiano”, mentre sono mantenute, ovviamente, come unico serio strumento di conoscenza di una lingua,
quelle per le lingue moderne.
Già così si rimane intontiti,ma la perla diventa quasi incredibile:
Gli aspiranti insegnanti di greco e latino saranno valutati, al posto delle prove scritte soppresse, sulla base di “quesiti”  volti a verificare la conoscenza di una fra le quattro lingue straniere (francese, inglese, tedesco e spagnolo).
Difficile da credere ma è proprio così:i nuovi professori di letteratura greca e latina  non dovranno dimostrare di conoscere, attraverso prove scritte, le lingue antiche, bensì una moderna.
Il bando – come al solito nel nostro paese – ricorda tronfiamente l’importanza della “ classicità greca e romana” (esporessione fumosa), come “valore fondante della tradizione europea”, ma si contrappone il tradurre “meccanico esercizio di applicazione di regole” (sic!) alla “comprensione e interpretazione di un testo e di un autore” anche con  “l’uso di strumenti multimediali” (per l’unica rimasta prova orale).
Non dovrei meravigliarmi più di tanto.
Berlinguer – che ha dato le prime ben assestate picconate – aveva fissato, con la sua riforma per l’università, il numero di ore che uno studente può dedicare alla preparazione di un esame e il corrispondente numero di pagine da studiare.
Conseguenza per le lingue antiche: proibizione di programmi che comportino la lettura di “interi libri” dell’odissea o dell’eneide (troppo lunghi).
Sembrerà fantascientifico, ma molte università non richiedono più la conoscenza del greco e del latino per l’esame delle rispettive letterature.
Dice Gregory che già oggi mancano conservatori dei manoscritti greci e latini  di cui le nostre biblioteche sono ricchissime
Questi orientamenti valgono quindi anche per gli insegnanti del liceo classico, nonostante la solita enfasi retorica su “strategie didattiche”, “didattica tra pari”,”lezioni a classi aperte”......
Temo che questo stia a indicare che in Italia si è deciso che è la cultura scientifica che deve prevalere e non l’idealismo crociano con le sue fumosità classiche.
Come al solito la nostra politica riesce a fare disastri per manifesta ottusità: non complementarietà ma prevalenza; non una sola cultura seria, che non fa differenze, ma Croce al contrario.Non coltivazione delle menti e delle persone, ma formazione di fattori di produzione secondo le esigenze mutevoli e instabili del presente contingente.
Per avere sguardo lungo ci vogliono tempre diverse.

Umberto Pradella
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