Evidentemente la Turchia si sente forte nei confronti dell'Unione Europea in questo particolare periodo storico in cui quest'ultima ha bisogno di lei per arginare l'alluvione migranti. E per questo si permette di osservare/protestare su tutti quegli episodi pubblici in cui, a loro dire, viene offesa la dignità del popolo turco. Ne sa qualcosa l'ambasciatore tedesco in Turchia richiamato più volte anche per episodi marginali culminati poi nell'episodio in cui la Merkel, dietro le vibrate proteste turche, ha dovuto pronunciare una vera e propria censura nei confronti di un comico tedesco che si era permesso di dileggiare il dittatore Erdogan.
Anche l'Italia non viene risparmiata da questa ossessione turca e comemorare il genocidio armeno è considerato un fatto intollerabile.
D.F.
Il Premier turco Erdogan
Comunicato stampa
LA RAI
CENSURA IL GENOCIDIO ARMENO SU PRESSIONE DELLA TURCHIA
Ecco
perché l’Italia è scesa al 77°
posto nella classifica della libertà di informazione nel mondo.
Nessuna
risposta è pervenuta dalla Rai riguardo alla richiesta di spiegazione per la
mancata messa in onda, sabato scorso, di un documentario sul genocidio armeno
la cui emissione sul canale Rai Storia era stata annunciata dalla stessa
azienda in un comunicato di lancio.
Gli
inviti (mail e telefonate) del “Consiglio
per la comunità armena di Roma” a fornire una giustificazione
riguardo la cancellazione del programma ad oggi sono rimasti disattesi.
Dobbiamo
presumere che a viale Mazzini siano arrivate pressioni diplomatiche turche per la
cancellazione del documentario. Una diversa spiegazione di natura tecnica
sarebbe immediatamente pervenuta e sarebbe stata accompagnata dalla
segnalazione della nuova programmazione. Ma così non è stato.
Dobbiamo
pertanto pensare che il servizio televisivo pubblico italiano si
piega ai desideri di uno Stato la cui deriva autoritaria è sotto gli occhi di
tutti?
Non
dobbiamo allora meravigliarci se l’ultima classifica sulla libertà di
informazione nel mondo appena pubblicata da “Reporter Senza Frontiere” fa scivolare l’Italia al 77° posto. E le pressioni arrivano
proprio dalla Turchia che, insieme all’Azerbaigian, occupa gli ultimi
posti di questa lista del disonore.
Il
“Consiglio per la comunità armena di
Roma”, alla vigilia della Giornata della memoria (24 aprile, a Roma sarà ricordata con una
manifestazione al Pantheon alle ore 15), si ritiene
profondamente sconcertato dalla vicenda e rinnova alla Rai ed all’organo
di Vigilanza la richiesta di chiarimenti oltre che l’invito a fornire al
pubblico un’adeguata informazione sull’argomento.
Il
presente comunicato viene inoltrato per opportuna conoscenza alla Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi per
gli opportuni passi che vorrà intraprendere.
Roma 21.04.2016
Consiglio per la comunità armena di Roma
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