1) Per chi ha sostenuto al primo turno la candidatura di Fassina,
che ha preso posizione contro la candidatura di Roma per le
Olimpiadi del 2024 e la speculazione di Tor di Valle con il pretesto
del nuovo stadio della Roma, la differente posizione dei due candidati
in proposito e' dirimente.
2) Il furto di rappresentanza associato al premio di maggioranza
sarebbe accentuato in caso di vittoria al ballottaggio del candidato
sostenuto dalla coalizione, che ha ricevuto meno voti al primo turno,
ad esempio 4.5/65 > 4.5/75.
3) Mentre Di Maio afferma che votera' al referendum sulla
controriforma costituzionale no come l'ANPI, il partito
del candidato renziano l'ha promossa a suon di voti di
fiducia con l'aiuto determinante dei trasformisti capeggiati
da Denis Verdini.
4) I protagonisti della vergognosa congiura notarile, che ha
messo fine all'amministrazione Marino, sono stati in buona parte
ricandidati (in tempi antichi simili azioni erano compensate
con 30 denari) : e' meglio che siano eletti in 6 che in 20.
5) L'intenzione di Virginia Raggi di coinvolgere nella giunta
l'urbanista Berdini e lo storico dell'arte Montanari fa ben
sperare a prescindere dalla loro disponibilita'.
Franco Buccella
Premesso che sono preoccupato e dubbioso sia per l'elezione del sindaco sia per la riforma costituzionale, desidero fare qualche osservazione riguardo alle ragioni addotte da Franco B.:
1) Ancora una volta ci si trova ad assumere posizioni drastiche a favore o contro qualcosa, senza lasciare spazio al "come" fare qualcosa. La politica si riduce così allo scontro di slogan assunti dalle parti avverse, invece di essere dibattito informato. Nello specifico, non sono contrario a fare uno stadio per la Roma (anche per liberare l'Olimpico da una funzione impropria e liberare i quartieri circostanti dal caos spesso provocato dalle partite), ma sono contrario se si accompagna a un'edificazione dannosa per l'ambiente e speculativa nonché allo stravolgimento del sistema di trasporto pubblico. Non sarei contrario alle Olimpiadi se potesse essere presentato un esauriente e credibile piano economico e di riuso; certamente contrario se, per esempio, fosse occasione per realizzare una costosissima (e, guarda caso, già proposta) ma sovradimensionata diramazione della metro C per Tor Vergata.
2) Non vedo l'accentuazione del furto di rappresentanza, perché lo spostamento della scelta al secondo turno è una manifestazione di volontà.
3) Non si dovrebbero intrecciare temi ben diversi: l'elezione del sindaco, la riforma costituzionale, il destino di Renzi. Fermo restando, naturalmente, che considero comunque una vergogna il ricorso ai voti del gruppo (mi verrebbe da chiamarlo altrimenti) Verdini. E anche sulla riforma costituzionale siamo al sì contro il no, con una gran parte di voti che saranno di pancia anziché di testa; non si è voluto cercare di migliorare il "come" e credo che questa sia una colpa di Renzi.
4) Certamente ho motivi di disistima nei confronti dei congiurati (ma continuo a credere che Marino non fosse un sindaco idoneo; cerco di distinguere tra la sua inidoneità e le colpe, gravi, del PD).
5) Promettere il coinvolgimento di Berdini, Montanari od altri nella Giunta senza averne la disponibilità è un'ingenuità oppure una furbata.
Un cordiale saluto
Gio
So di scrivere in una pagina ciò che meriterebbe lo spazio di un libro, ma sia pure come semplice spunto penso valga la pena lo stesso. Inizierei così: un benessere materiale diffuso; un accumulo storico di risorse cospicuo; un concentrato straordinario di enti e istituzioni di tutti i tipi; una rete di strutture, organizzazioni e centri di potere e decisione a maglie piramidali fitte. Dove? Nel I e II Municipio romano. Lì dentro sono concentrate e circolano probabilmente più risorse, ricchezze e potere decisionale che non in tutti gli altri Municipi messi insieme. Parioli e San Lorenzo, Nomentano e Flaminio, figuriamoci poi il cuore del Centro storico, hanno università, istituti di ricerca e musei, case di cura, cliniche e ospedali, ambasciate, chiese e conventi, cinema e teatri, bar, alberghi e pensioni, sedi di associazioni industriali, sindacali, politiche e istituzionali, luoghi dedicati allo sport, alla cultura e all'intrattenimento, ville, giardini e parchi in una quantità strepitosa. E la spesa pubblica veleggia gloriosa, così come quella determinata dalla presenza turistica. E' in questi due Municipi che il PD ha avuto il più alto numero di voti, proprio là dove il livello di vita è a Roma tra i migliori. La macchina del PD si è mostrata collaudata ed esperta nel gestire e governare il flusso costante e circolare dei benefici e dei privilegi. All'interno di una particolare concentrazione di ricchezze e di ricchi, il PD ha mostrato di saper distribuire il flusso a cascata di benessere e favori, di clientelismo e nepotismo a molti. Dai palazzinari alle professioni, dai Tredicine ai Casamonica, dai clan ai comitati d'affari, dagli impiegati ai dipendenti comunali. Quindi a molti conviene che a governare continui ad essere il PD. Sicuramente coloro che da vent'anni lo votano, ma anche a chi negli anni di Alemanno ha verificato che il consociativismo spartirorio con il PD funziona alla grande. E infatti, le periferie, magari più per rabbia e protesta che non per convinzione, votano 5 Stelle. E' dichiarazione di accettazione e resa a un quadro immodificabile? No, ma viene un pò da pensare a una situazione tipo città/quartiere generale di lussi e champagne circondato da campagne arrabbiate. Come andrà a finire? Segnali più precisi li avremo domenica prossima dal risultato del ballottaggio. Certo che Roma mai è apparsa così diversa e spaccata rispetto alla composizione politico elettorale del passato. Una volta la borghesia nera stava al centro, il PCI nelle periferie. Oggi gli eredi del PD si sono meticciati con la borghesia piccola, media e grande. Ne curano gli affari e la guidano. Giachetti, Caltagirone e Malagò uniti dalla lotta per le Olimpiadi. Le periferie? In stato di frustrazione e rabbia confusionale, smarrita, disperata. Insomma, per quanto mi riguarda il PD è oggi, a Roma e non solo, il Partito che rappresenta e tutela l'establishment e la difesa ad oltranza dello status quo. Roma torna Roma - come recita lo slogan di Giachetti. Quella del debito fatto crescere a 800.000 euro al giorno come Rutelli, non quella di Argan e Petroselli. Quella di Caltagirone, inamovibile e onnipotente come un faraone.
So di scrivere in una pagina ciò che meriterebbe lo spazio di un libro, ma sia pure come semplice spunto penso valga la pena lo stesso. Inizierei così: un benessere materiale diffuso; un accumulo storico di risorse cospicuo; un concentrato straordinario di enti e istituzioni di tutti i tipi; una rete di strutture, organizzazioni e centri di potere e decisione a maglie piramidali fitte. Dove? Nel I e II Municipio romano. Lì dentro sono concentrate e circolano probabilmente più risorse, ricchezze e potere decisionale che non in tutti gli altri Municipi messi insieme. Parioli e San Lorenzo, Nomentano e Flaminio, figuriamoci poi il cuore del Centro storico, hanno università, istituti di ricerca e musei, case di cura, cliniche e ospedali, ambasciate, chiese e conventi, cinema e teatri, bar, alberghi e pensioni, sedi di associazioni industriali, sindacali, politiche e istituzionali, luoghi dedicati allo sport, alla cultura e all'intrattenimento, ville, giardini e parchi in una quantità strepitosa. E la spesa pubblica veleggia gloriosa, così come quella determinata dalla presenza turistica. E' in questi due Municipi che il PD ha avuto il più alto numero di voti, proprio là dove il livello di vita è a Roma tra i migliori. La macchina del PD si è mostrata collaudata ed esperta nel gestire e governare il flusso costante e circolare dei benefici e dei privilegi. All'interno di una particolare concentrazione di ricchezze e di ricchi, il PD ha mostrato di saper distribuire il flusso a cascata di benessere e favori, di clientelismo e nepotismo a molti. Dai palazzinari alle professioni, dai Tredicine ai Casamonica, dai clan ai comitati d'affari, dagli impiegati ai dipendenti comunali. Quindi a molti conviene che a governare continui ad essere il PD. Sicuramente coloro che da vent'anni lo votano, ma anche a chi negli anni di Alemanno ha verificato che il consociativismo spartirorio con il PD funziona alla grande. E infatti, le periferie, magari più per rabbia e protesta che non per convinzione, votano 5 Stelle. E' dichiarazione di accettazione e resa a un quadro immodificabile? No, ma viene un pò da pensare a una situazione tipo città/quartiere generale di lussi e champagne circondato da campagne arrabbiate. Come andrà a finire? Segnali più precisi li avremo domenica prossima dal risultato del ballottaggio. Certo che Roma mai è apparsa così diversa e spaccata rispetto alla composizione politico elettorale del passato. Una volta la borghesia nera stava al centro, il PCI nelle periferie. Oggi gli eredi del PD si sono meticciati con la borghesia piccola, media e grande. Ne curano gli affari e la guidano. Giachetti, Caltagirone e Malagò uniti dalla lotta per le Olimpiadi. Le periferie? In stato di frustrazione e rabbia confusionale, smarrita, disperata. Insomma, per quanto mi riguarda il PD è oggi, a Roma e non solo, il Partito che rappresenta e tutela l'establishment e la difesa ad oltranza dello status quo. Roma torna Roma - come recita lo slogan di Giachetti. Quella del debito fatto crescere a 800.000 euro al giorno come Rutelli, non quella di Argan e Petroselli. Quella di Caltagirone, inamovibile e onnipotente come un faraone.
GCM
Il candidato Cinque Stelle con il sostegno di Alemanno e Marino (salvo smentite dell'ultim'ora), di Casa Pound e Salvini (amico di Marine Le Pen e Nigel Farage) sono una compagnia che lascia sicuramente ben sperare che, in caso di malaugurata, sciagurata vittoria della signora Raggi, Paolo Berdini non conterà assolutamente nulla, meno del due di coppe, quando a briscola regna bastoni (appunto), Idem per lo storico Montanari. La Raggi è contraria alle Unioni Civili, ma possibilista sulle Olimpiadi a Roma - così ha dichiarato nella trasmissione di Lucia Annunziata - favorevole alle ruspe per campi rom e nemica dei centri sociali (ascolta sempre la trasmissione della Annunziata su Rai Tre).
Ma, è noto, certi comunisti non guardano troppo per il sottile; a loro basta l'odore della rivolta, la gloria di un'eroica battaglia persa, una sconfitta dalla quale risorgere, pochi ma buoni in nome del Sol dell'Avvenire.
Meno male che Togliatti è stato un comunista d'altro tipo, che con la svolta di Salerno seppe aderire al fronte unitario di tutti i democratici e degli antifascisti per battere i nazifascisti, accantonando la questione istituzionale monarchica. Nel dopoguerra fu un ottimo ministro della Giustizia e seppe guidare in modo lungimirante la delegazione del PCI nella battaglia referendaria e nella stesura della Carta Costituzionale. Fosse stato a sentire Buccella, l'Italia sarebbe divenuta una seconda Grecia.
Per un Fassina che si astiene, c'è un Franco Giordano, ex segretario di Rifondazione Comunista che voterà Giachetti, così come farà Claudio Fava.
Buona serata. Aldo
In genere, quando scrivo, specialmente a Aldo Luciani, faccio sempre del mio meglio per mantenere il discorso sulle cose, senza esercitare sarcasmo e senza annoverare il signore, dei cui argomenti sto – credo civilmente – contestando le fondamenta logiche, in “insiemi” di gatti tutti bigi e da sbeffeggiare, come “certi comunisti” .
Mi aspetterei , di contro, la messa in campo di altrettanti argomenti, come si fa quando si vuole discutere del merito delle questioni.
Si può difendere Giachetti e credere che la scelta migliore sia andare a votare per il meno peggio. Si può pensare che il pensiero unico cui il PD si è assuefatto, sia il bene dell’umanità e che le sue storture più evidenti si possano correggere da parte degli stessi opachi i gruppi politici al potere.
Ma Luciani e , per certi versi Bussi, non si sono limitati a fare questo.
Hanno deciso che chi non va a votare o chi vota per la Raggi, è un mentecatto o uno con il cervello nella pancia per non scendere più in basso.
Sinceramente avrei preferito, per esempio, che Luciani avesse tentato di rispondere alle mie sollecitazioni (più di una) a farlo.
Temo che invece, a forza di scegliere il meno peggio, si caracolli giù per la china fino “al sebar ‘d merda” (scusate; è l’espressione vercellese di un eccellente comunista ingraiano, senatore della mia città, che, con grande e sofisticata intelligenza, negli anni ’60, mi chiedeva se sapessi dove eravamo e dove stavamo andando: eravamo su un piano sempre più inclinato e scivoloso e , al fondo, c’era proprio quel sebar (enorme catino).
Lor signori fanno sfoggio di equilibrio e ragionevolezza.
La svalutazione della posizione di Buccella e di altri – sono certo che oltre a Josi, che stupidamente non va a votare – questi ragionieri della politica, annoverano ,insieme a me (che mi rifiuto di andare a votare), molti altri, mi consente di abbandonare il merito e accettare la sfida.
Il grigiore dei loro argomenti è vaticinio di compromessi al ribasso; la loro visione della politica come arte della partita doppia applicata alla società, pretende scenari nebbiosi di ombre tutte evanescenti fatti passare per luminosi palcoscenici dove giganteggiano artisti della politica.
Il mediocre e “aspirante sindaco comandato” Giachetti, rimane, nonostante i suoi supporter, un banale saltatore di ostacoli bassissimi, radical - verde – rutelliano – margheritino – renziano, scialbo epigono di ben altri saltatori, di cui la nostra cara Italia è sempre stata prodiga madre amorosa.
Non voterò nemmeno la Raggi (che ha almeno il merito di togliere di torno la schiera di acefali sudditi, proni al volere notarile del padrone, trasmesso dal giovane turco, ex dalemiano, folgorato sulla via del nazzareno, pseudo filosofo, commissario del partito cloaca romano), rea, secondo me di non sollevare di molto il dibattito con il Giachetti
La Raggi ha comunque detto una cosa, che, se davvero confermata dalla posizione di sindaco, la riscatterebbe: non pagherò il debito. Chi abbia una seppur minima conoscenza di economia, sa cosa vuol dire; sa che è possibile e che è stato fatto più spesso di quanto si creda e sarà fatto, prima o poi dalla Grecia. .
Cerco, disperatamente, di dare un segnale a questi politicanti – io che sono contro il sistema dominante e il pensiero unico – perchè abbiano uno scatto di dignità.
Lo so; non è necessario che me lo dicano Bussi e Luciani: sono un illuso, destinato a sopravvivere in una società governata dalla modestia di una elite politica raffazzonata e misera.
Il guaio è che questi argonauti della mediocrità e della finzione di finto governo e di ondivaghe opposizioni, alla fine ci condurranno al fatidico “sebar”.
Se devo controbattere alle pensose e supponenti ultime mail, così sia.
umberto
II Intervento
Per fortuna, senza dover dimenticare i danni generali della politica nazionale del Pd, al ballottaggio di Roma non sarò costretto a turarmi il naso. Ho sentito più volte Giachetti in Tv perorare la causa delle Olimpiadi a Roma e del nuovo stadio della squadra capitolina e questo mi ha definitivamente persuaso.
Considero simili scelte il distillato del neoliberismo urbanistico che già affligge le nostre città (Venezia fa testo da anni) e che rischia di distruggerle. E’ il processo di "disneyzzazione" dei nostri centri urbani, un modo di mobilitare risorse per singoli eventi, tutto interno alla logica della società dello spettacolo, del profitto per alcuni gruppi, mentre si rimuove la visione d’insieme della città: con i suoi bisogni quotidiani, le sue periferie, il suo crescente disagio sociale, le sacche di emarginazione che si vanno gonfiando.
Ispirato da tali scelte, – che lo portano anche a strumentalizzazioni pacchiane, come l’uso elettorale di Totti – Giachetti è dunque un perfetto avversario da sconfiggere.
Tanto più che la candidata del Movimento 5 stelle, Virginia Raggi, ha cominciato a fare scelte interessanti per la sua eventuale squadra di governo cittadino.
Ed è di dominio pubblico che ella ha chiesto, per l’assessorato all’urbanistica, la disponibilità di Paolo Berdini. Ebbene, considero questa una scelta di grande valore, una vera bandiera politica.
L’Assessorato all’ urbanistica (o comunque si chiamerà) è un posto di potere-chiave dei governi municipali. Da li si governa l’uso del territorio e la possibilità di cavare profitti dal suolo. E da li, nei decenni passati, sono passate le scelte che hanno devastato Roma, cementificando l’Agro romano, costruendo interi quartieri senza trasporto su ferro, innalzando cinture di centri commerciali che richiamano traffico da ogni dove.
Paolo Berdini è uno dei più competenti e intransigenti avversari di questa politica dissennata, che ha premiato la rendita dei grandi costruttori e creato danni all’universalità dei cittadini romani. (Piero Bevilacqua - il manifesto)
Considero simili scelte il distillato del neoliberismo urbanistico che già affligge le nostre città (Venezia fa testo da anni) e che rischia di distruggerle. E’ il processo di "disneyzzazione" dei nostri centri urbani, un modo di mobilitare risorse per singoli eventi, tutto interno alla logica della società dello spettacolo, del profitto per alcuni gruppi, mentre si rimuove la visione d’insieme della città: con i suoi bisogni quotidiani, le sue periferie, il suo crescente disagio sociale, le sacche di emarginazione che si vanno gonfiando.
Ispirato da tali scelte, – che lo portano anche a strumentalizzazioni pacchiane, come l’uso elettorale di Totti – Giachetti è dunque un perfetto avversario da sconfiggere.
Tanto più che la candidata del Movimento 5 stelle, Virginia Raggi, ha cominciato a fare scelte interessanti per la sua eventuale squadra di governo cittadino.
Ed è di dominio pubblico che ella ha chiesto, per l’assessorato all’urbanistica, la disponibilità di Paolo Berdini. Ebbene, considero questa una scelta di grande valore, una vera bandiera politica.
L’Assessorato all’ urbanistica (o comunque si chiamerà) è un posto di potere-chiave dei governi municipali. Da li si governa l’uso del territorio e la possibilità di cavare profitti dal suolo. E da li, nei decenni passati, sono passate le scelte che hanno devastato Roma, cementificando l’Agro romano, costruendo interi quartieri senza trasporto su ferro, innalzando cinture di centri commerciali che richiamano traffico da ogni dove.
Paolo Berdini è uno dei più competenti e intransigenti avversari di questa politica dissennata, che ha premiato la rendita dei grandi costruttori e creato danni all’universalità dei cittadini romani. (Piero Bevilacqua - il manifesto)
GCM
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