27 giugno 2016

PANDORA TV:IL PUNTO DI GIULIETTO CHIESA SULLA BREXIT

Prendetevi 10 minuti e ascoltate con attenzione l'intervento di Giulietto Chiesa sulla Brexit.
Questo è il link:
 
 
 
 
Dopo che l'avete sentito e vi siete fatti un'opinione, potete leggere i commenti qui di seguito
 
I Commento   Josi
 
Primo punto : E' bene che sia andata così. Hanno fatto di tutto i poteri europei, i grossi centri del potere europeo, quello finanziario, quello dei mercati, la City of London, tutti gruppi conservatori  dell'Europa di sinistra e di destra hanno fatto di tutto per convincere i brittannici a restare in Europa. Una Gran Bretagna in Europa avrebbe rafforzato questi gruppi perchè tutti i gruppi conservatori sono legati alla politica americana e la Gran Bretagna è stata la migliore interprete dalla politica americana in Europa vincolando la politica europea agli interessi americani. L'uscita della Gran Bretagna riduce il peso americano il peso anglosassone sui destini dell'Europa
Commento : Giulietto Chiesa è animato da un forte sentimento antiamericano per cui le sue considerazioni sono influenzate da questo suo punto di vista. Sono considerazioni anche condivisibili, ma la Brexit non può essere valutata esclusivamente dal punto di vista dei rapporti Europa - USA. Sono anche molti altri gli aspetti in gioco  politici, economici, industriali,  sociali, culturali in particolare nel rapporto Europa - Medio Oriente, Europa - Africa, Europa - Russia, Europa - Asia. Un'Europa con  o senza la Gran Bretagna non è la stessa Europa e questo ovviamente si riflette non poco nelle dinamiche dei rapporti internazionali. Non si può dimenticare che la Gram Bretagna è la quinta potenza economica nel mondo. L'Europa con o senza il contributo GB aumenta o riduce proporzionalmente il suo peso nel panorama delle economie mondiali. Personalmente non condivido il giudizio di Giulietto. In una realtà geopolitica globalizzata il ruolo che l'economia di un singolo stato può sviluppare non sarà mai il ruolo sviluppato dai paesi che avranno saputo costruire e promuovere un progetto politico ed economico comune. Ed inoltre, anche se non sono inglese. credo che la Brexit vada giudicata non solo dal punto di vista italiano, non solo dal punto di vista dell U.E., ma anche dal punto di vista inglese. Pre concludere a parer mio la Brexit non è un fatto positivo anche se puo' avere risvolti positivi.
Punto secondo : Hanno perduto. Che succede ora ? La GB non era nell'euro, si tiene la sua sterlina e la gestirà come le pare. Ha la banca centrale ed ha la City of London. Questa Europa non funziona perchè ha abbandonato i suoi principi di partenza di formare uno stato sovranazionale democratico in cui i diversi paesi potessero essere rappresentati con pari diritti. L'Europa ha tradi to ed ha imposto su tutti i paesi il volere di una burocrazia centrale stupida ed autoritaria in preda ai grandi potentati finanziari americani occidentale. Riformare l'Europa significa cancellare mastricht. Dare nuovi rilevanti poteri al Parlamento europeo come quello di decidere il governo d'Europa che oggi è deciso dalla gestione complottarda degli stati che lo compongono e cancellare il Trattato di Lisbona che non è democratico. Bisogna aprire un nuovo processo costituente dell'Europa, cioè una nuona assemblea costituente in cui siano presenti i rappresentanti dei popoli, non gente come Amato che ha rappresentati l'Italia nel precedente comitato, gente che faceva l'interesse delle banche e delle strutture centrali burocratiche del potere politico internazionale. Una nuova Assemblea Costituente che decida una nuova Costituzione dell'Europa da sottoporre al volere dei popoli attraverso referendum popolari e non attraverso decisioni prese dai parlamenti nazionali che non sono più democratici. Dopo questo processo l'Assemblea Costituente dovrebbe sottoporre ai diversi paesi d'Europa la decisione di aderire o non aderire. I popoli che diranno di no se ne usciranno in pace, i popoli che diranno di si avranno il consenso di tutti. Questa Europa porta su di sè un grave peccato non risanabile. Questa Europa ha distrutto uno dei suoi paesi la Grecia. Bisogna costruire una nuova Europa, un'Europa democratica non cambiamdo qualche virgola qua e là per manterenre il potere della troika. Prima questione la Banca Centrale europea deve essere integralmente pubblica sottoposta al nuovo governo europeo e non indipendente. Bisogna farla finita con l'indipendenza delle banche centrali dal potere politico. I popoli decideranno insieme quale politica dovranno fare. Non sono le banche che devono decidere del nostro destino. Il nostro destino non è il denaro. Questa Europa fallisce perchè ha venduto la democrazia al denaro.
Commento : Un fatto positivo potrà essere la spinta che un avvenimento eccezionale coma la Brexit potrà dare ad un processo di revisione e sviluppo delle istituzioni europee. Il percorso indicato da Giulietto con la cancellazione di Mastricht e Lisbona nella teoria potrebbe essere anche considerato corretto, ma in pratica aprirebbe scenari il cui esito sarebbe sicuramente imprevedibile e comunque di lunghissima attuazione. I grandi avvenimenti della storia sono generalmente i risultato della iniziativa e delle decisioni di grandi uomini politici. Senza andare al passato (Mazzini, Cavour, Garibaldi) De Gaulle, Adenauer, Kohl e per l'Italia De Gasperi, ma anche Togliatti hanno determinato con la loro capacità di statisti scelte e mutamenti politici che per i singoli stati e per l'Europa sono stati decisivi. Mancano oggi nella politica europea, ma anche mondiale uomini di queste dimensioni. L'uscita della GB ha per il momento concentrato nelle mani di Merkel, Hollande ed anche di Renzi poteri e responsabilità importanti. Speriamo sappiano essere all'altezza del compito loro affidato.  
 
II Commento    Umberto
 
Ho ascoltato Giulietto Chiesa. Analisi certamente condivisibile. La sua proposta per una nuova Europa - quello che secondo lui è necessario fare – in un tempo di un anno o, al massimo, 18 mesi, per evitarne il disfacimento, è certamente cosa bellissima.
Temo che, se ha ragione, l’Europa sia già morta.
In questo periodo breve, sarebbe necessario ripudiare i trattati di Maastricht e Lisbona, indire elezioni per una costituente europea tra tutti i paesi oggi partner, ottenerne la concordanza su una “carta” (ovviamente di stato federale, cioè con un parlamento vero, a tambur battente). Anche se le mosse successive andassero oltre i 18 mesi (sottoporre la carta  ai parlamenti nazionali – Inghilterra compresa – che, in molti casi, insieme alla sua accettazione, dovrebbero modificare la propria costituzione, accettando la propria “riduzione a regione”).
La formazione di uno  stato federale è un processo storico, non comprimibile.La convergenza dei “sentire” sociali non si impone. Questi clima sociali devono trovare classi dirigenti adatte e capaci, che non badano al proprio potere soltanto e che devono ricominciare, visto che non lo si è capito prima.
Sarà già non certamente facile mettere d’accordo i paesi più importanti, almeno su un lento cammino diverso; Sperando che fosse bastevole,mi accontenterei di dichiarazioni che preconizzino maggiori responsabilità per il parlamento europeo, modifiche al processo decisionale del consiglio, inizio di un processo di revisione dei trattati e fermezza e celerità nel processo di uscita della GB, mantenendo vitale l’Euro e pretendendo convergenze fiscali e non solo. Molti paesi forse non ci starebbero, ma un processo di cessione di potere da nazioni fortemente caratterizzate, non può che partire da volontà convergenti.
Quelli che volessero convergere avranno da combattere sul fronte interno contro politici spregiudicati e malesseri reali, profondi e crescenti di ampie porzioni delle popolazioni.
Insomma un processo molto difficile, che bisogna volere davvero.
L’ipotesi di Giulietto Chiesa mi sembra una utopia irrealizzabile, anche se bellisima.
A sentire le dichiarazioni del presidente del cosiglio europeo Tusk, il processo di separazione richiederà almeno sette anni; secondo il governo inglese almeno dieci. Il governo della Merkel chiede di non correre, i fascismi europei inneggiano alle patrie e, soprattutto, la dominanza del capitalismo finanziario predilige spazi di libero mercato a spazi di democrazia; procedure di difesa del sistema, piuttosto che di difesa della gente.
Nella migliore delle ipotesi, si cercherà di avere più concorrenza, flessibilità per l’impresa, polizie comuni contro le immigrazioni e forse più investimenti pubblici, con le banche protette speciali...
Nessuno sembra voler toccare il cuore del problema: la riforma del processo decisionale in favore del parlamento.
Non sono certo ottimista
Detto tutto questo, ci sono due brevi notazioni che vorrei fare:
·        C’è stata in GB, oltre a quella storica di Scozia e Irlanda del nord(parte cattolica), una evidente frattura generazionale. I vecchi hanno votato per l’uscita; i giovani per l’Europa., Bisognerebbe avere il pudore di ammettere che questo è un aspetto non trascurabile della questione.
·        La seconda riguarda il nostro paese. Se non sbaglio,nella riforma costituzionale che si voterà ad ottobre,il senato, composto da consiglieri regionali, più una manciata di sindaci, più un gruppetto di senatori cooptati, ma non a vita, per un totale di cento, avrà la competenza specifica sulle materie concernenti l’unione. Sintesi eccellente di una sciocchezza.
 
 
 


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