Il Ministro degli Affari Esteri
,Paolo Gentiloni, ha partecipato oggi, 14, giugno, ad un convegno sulla crisi libica organizzato
dallo IAI .Ad un anno e mezzo da quando Gentiloni ha sostituito la Mogherini alla
Farnesina sembra assolutamente a suo agio nel ruolo ed anche competente sulla
materia, la Libia per l’appunto, con tutte le sue complicazioni, le fazioni in
lotta, il governo riconosciuto in parte, la Tripolitania e la Cirenaica che si
vorrebbero separare, l’Isis , le tribù e quant’altro, l’un contro l’altro
armati.
E’ innegabile la centralità della
Libia nello scacchiere nord africano e medio orientale e l’indubbio interesse dell’Italia. Di
carattere storico viene sempre evidenziato. Non saremmo poi tanto convinti,
visto il modo con cui i libici hanno sempre trattato gli
italiani. Ne è una riprova l’abbandono e il saccheggio a cui è stato sottoposto
il cimitero italiano a Tripoli. Non possiamo dare torto ai libici che
giustamente non dimenticano le ingiustizie e le angherie. per essere buoni, subite dagli italiani durante gli anni dell’occupazione
fascista ma anche prima. Ebbero l’onore di essere bombardati per primi dai nostri
aeroplanini nel 1912 quando ancora la Libia era sotto l’Impero Ottomano. E per
non parlare del pozzo più profondo scavato a quei tempi, parliamo degli anni’30,
dove non fu trovata neanche una goccia di petrolio. In Libia. Proprio bravi non
c’è che dire.
Ma torniamo alla conferenza di
oggi e al nostro sussiegoso Ministro . In due passaggi del suo intervento ha
accennato a truppe armate messe a disposizione dalle compagnie petrolifere a difesa
dei pozzi ma che inoltre
partecipano attivamente alla cacciata dell’Isis da Sirte insieme alle truppe
regolari. Alla domanda dal pubblico di ricevere maggiori dettagli su queste
affermazioni, se per esempio erano coinvolte truppe regolari inglesi ,italiane o di altri paesi europei, come si dice in
questo caso, consulenti al soldo delle compagnie petrolifere, il Ministro della
Repubblica Italiana ha risposto “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere” ed
è passato ad altro. Interessante è stato il sorrisetto d’intesa intercorso tra
Profumo della Compagnia delle Grandi Opere San Paolo e Salzano
dell’ENI.
Un caso? Può darsi . A questo
punto sarebbe opportuno che qualche parlamentare e non solo dell'opposizione ripetesse
alla Camera al Ministro la stessa domanda ,aggiungendo , diciamo noi, se può
escludere tra queste forze la presenza anche di “consulenti” italiani.
Con i due marò abbiamo già dato e non vorremmo che la storia si ripetesse.
Con i due marò abbiamo già dato e non vorremmo che la storia si ripetesse.
Raffaele Fischetto
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