Il lutto si addice a Julieta
JULIETA – Film di Pedro Almodovar. Con Adriana Ugarte, Emma Suarez, Rossy De Palma, Daniel Grao, Imma Cuesta, Dario Grandinetti.
Almodovar è sempre stato un regista che ha messo la donna al centro dei suoi film. La donna è mostrata in tutte le sue declinazioni: giovani, vecchie, prostitute, lesbiche, popolane e, perfino travestiti e transgender, come dire “Donne e Altri”, tanto per citarci.
In questa fase della sua vita il regista ha perso un po’ del suo linguaggio barocco e ha rinunciato a temi allegri e spumeggianti, per presentarci una riflessione sui rapporti tra madri e figlie connotati e legati sempre da reciproci sensi di colpa.
Il film ha un impianto da tragedia greca. Non a caso Julieta insegna letteratura antica e mitologia greca. Si vede in aula che, nella lezione fatta come supplente, parla di Ulisse e del grande fascino del mare. S’innamora di un uomo che fa il pescatore (Daniel Grao) e che troverà la morte proprio nel mare che tanto amava. Ma la tragedia nella vita di Julieta è in agguato perché il fato la perseguita: dalla lunga malattia e morte della madre, al suicidio dell’uomo sconosciuto in treno, al suo compagno Xoan, alla morte dell’amica Ava (un’intensa Imma Cuesta), fino ad arrivare all’annegamento del nipote mai conosciuto. Le scansioni temporali sono rappresentate da lutti, le scene sono fisse legate da un montaggio di immagini bellissime ma prive di movimento, giustificate nei flash back dai salti temporali. I luoghi sono case: quella dove vive Julieta adesso e la casa dove ha vissuto con la figlia Antia sempre a Madrid, la casa di Beatriz l’amichetta ricca e borghese di Antia, la casa in riva al mare dove ha vissuto l’amore e la maternità ma anche il lutto e il dolore.
Ho letto molto della bravura delle attrici di Almodovar, a mio avviso, Adriana Ugarte è sicuramente più plastica mentre Emma Suarez ha più o meno sempre la stessa espressione corrucciata. Rossy De Palma – attrice scoperta da Almodovar una trentina di anni fa – è la serva fedele della “prima moglie”, forse una citazione di quella hitchcockiana in “Rebecca – la prima moglie” del 1940 mentre la prima moglie di Xoan, in coma da 5 anni, è sicuramente una citazione del suo film “Parla con lei” del 2001.
“Julieta” è ispirato a tre racconti di Alice Munro che vengono sintetizzati in un’unica storia; qua e là ci sono dettagli o mini-storie non del tutto convincenti come il rapporto tra il padre con la badante, nella sua famiglia d’origine
In questa fase della sua vita il regista ha perso un po’ del suo linguaggio barocco e ha rinunciato a temi allegri e spumeggianti, per presentarci una riflessione sui rapporti tra madri e figlie connotati e legati sempre da reciproci sensi di colpa.
Il film ha un impianto da tragedia greca. Non a caso Julieta insegna letteratura antica e mitologia greca. Si vede in aula che, nella lezione fatta come supplente, parla di Ulisse e del grande fascino del mare. S’innamora di un uomo che fa il pescatore (Daniel Grao) e che troverà la morte proprio nel mare che tanto amava. Ma la tragedia nella vita di Julieta è in agguato perché il fato la perseguita: dalla lunga malattia e morte della madre, al suicidio dell’uomo sconosciuto in treno, al suo compagno Xoan, alla morte dell’amica Ava (un’intensa Imma Cuesta), fino ad arrivare all’annegamento del nipote mai conosciuto. Le scansioni temporali sono rappresentate da lutti, le scene sono fisse legate da un montaggio di immagini bellissime ma prive di movimento, giustificate nei flash back dai salti temporali. I luoghi sono case: quella dove vive Julieta adesso e la casa dove ha vissuto con la figlia Antia sempre a Madrid, la casa di Beatriz l’amichetta ricca e borghese di Antia, la casa in riva al mare dove ha vissuto l’amore e la maternità ma anche il lutto e il dolore.
Ho letto molto della bravura delle attrici di Almodovar, a mio avviso, Adriana Ugarte è sicuramente più plastica mentre Emma Suarez ha più o meno sempre la stessa espressione corrucciata. Rossy De Palma – attrice scoperta da Almodovar una trentina di anni fa – è la serva fedele della “prima moglie”, forse una citazione di quella hitchcockiana in “Rebecca – la prima moglie” del 1940 mentre la prima moglie di Xoan, in coma da 5 anni, è sicuramente una citazione del suo film “Parla con lei” del 2001.
“Julieta” è ispirato a tre racconti di Alice Munro che vengono sintetizzati in un’unica storia; qua e là ci sono dettagli o mini-storie non del tutto convincenti come il rapporto tra il padre con la badante, nella sua famiglia d’origine
Nessun commento:
Posta un commento