18 giugno 2016

LE RIFLESSIONI DI PRADELLA:LA LEGGE "DOPO DI NOI"

Ho esaminato il recente provvedimento legislativo "dopo di noi" per rispondere alla domanda  su cosa cambiasse  per un disabile, la cui famiglia fosse dichiaratamente e realmente povera, rispetto al passato.
 
La legge stanzia 90 milioni di euro per il 2016, 38 per il 2017 (?) e 56 dal 2018 in poi.
Buona  parte dei fondi stanziati saranno assorbiti da quattro interventi, effettive novità della legge:
1.      Aumento delle detrazioni sulle polizze vita
2.      Agevolazioni fiscali per Trust, fondi speciali e contratti fiduciari
3.      Cancellazione delle imposte di successione
4.      Eliminazione della fiscalità sulla donazione di case di proprietà
I commenti alla legge ricalcano la stessa formula un poco dappertutto:
fatta l’introduzione doverosa, “al di là dei risvolti prettamente umani..”, bene o male tutti rilevano le stesse cose, anche se non con la stessa chiarezza del Sole24Ore:
“si tratta di una normativa assai importante  perchè conferisce un rilevante assetto di protezione ai soggetti disabili che se ne avvarranno, sia sotto un profilo più prettamente tecnico giuridico, perchè dà una spinta decisiva al trust nel nostro ordinamento....codifica l’inedita figura del contratto di affidamento fiduciario (nota a lato: accordo idoneo a originare fondi speciali composti da beni sottoposti a vincolo di destinazione)...”
Insomma potrei continuare a lungo; quasi tutti i commenti riguardano i quattro punti sopra elencati, ritenendoli qualificanti.
Per chi non appartenga a nuclei famigliari “abbienti”, quasi nulla cambia rispetto  alle leggi 104 del 1992 (legge per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), della 162 del 1998 (programmi specifici a favore dei disabili presso regioni e comuni), della 328 del 2000 (legge quadro per l’assistenza finalizzata a promuovere interventi sociali, assistenziali e socio-sanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà) e alla convenzione ONU per i diritti delle persone disabili del 2006, sottoscritta dall’Italia.
All’ovvio peana della Argentin (prima firmataria) si contrappone, per esempio, la critica della senatrice del gruppo misto Laura Bignami (con figlio down): “una legge spacciata per chissà quale risoluzione, ma che in realtà, porta a casa solo dei principi che per il 90% erano già espressi..”
Insomma, a me sembra che nella migliore delle ipotesi - esclusi i soggetti disabili che potranno avvalersi dei quattro punti di cui sopra (ristretta schiera di famiglie) – si tratti al massimo di un “testo unico” della disabilità; cioè cambiamenti modesti per chi non è abbiente; rilevanti per chi lo è.
Vorrei far rilevare che gli ambienti capitalistico-finanzari esultano per il primo riconoscimento del trust da parte del legislatore italiano “evento che, una volta per tutte , dimostra a chiare lettere, che il trust può essere utilizzato pure per scopi leciti e nobili”.
Ma questa sarebbe un’altra storia
Umberto Pradella
 

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