30 giugno 2016

UNA DICHIARAZIONE DI VOTO POSTUMA

Capita raramente di  leggere, a risultati elettorali acquisiti,  le motivazioni per cui si è votato un candidato........ che ha perduto. Dichiarazioni postume dei candidati che hanno vinto ne è piena la rete. Quella che pubblichiamo oggi non è una semplice dichiarazione di voto ma un vero e proprio atto di ammirazione e stima nei confronti di Fassina.
Ne siamo rimasti colpiti e la riproponiamo ai nostri quattro lettori.
 
 
                                                             Stefano Fassina
 
Fassina è stato al governo con Letta, come viceministro con il ministro Saccomanni.                                                                                                                                                                                      Credo abbiano lasciato poca traccia nell'ordine Letta, Saccomani e di conseguenza Fassina.
Ho seguito Fassina ultimamente nella ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse rappresentare
ancora un limicino di sinistra in Italia.                                                                                    
 Ecco cosa so di lui e che in parte lui mi ha raccontato, ed ecco perchè ho votato Fassina.
Fassina è figlio di un falegname. Nato ad Ardea, da giovane abitava con il padre in una piccola casa che il padre acquistò con un mutuo ventennale dopo 45 anni di lavoro di cui cinque senza contributi. Vinse una borsa di studio ed andò alla Bocconi dove un professore gli consigliò di non proseguire in studi così impegnativi. Proseguì, si laureò e, a trent'anni, andò a lavorare negli Stati Uniti al Fondo Monetario Internazionale. Ha scalato tutti i gradini della carriera politica all'interno del PDS / PD : Segretario Nazionale della Sinistra Giovanile con Prodi, Responsabile economico del PD con Bersani (con Bersani).  Nel dicembre del 2012 a Roma alle primarie del PD ottenne il primo posto con oltre diecimila voti di preferenza. Nell'occasione io votai per lui. Fu eletto al Parlamento nelle successive elezioni politiche e nominato viceministro da Letta. Dopo il famoso "Fassina chi ?" di Renzi, mentre nel PD era in corso una gara per salire sul carro del vincitore, Fassina si dimise e dichiarò "La delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Un dovere lasciare per chi, come me ha sostenuto un’altra      posizione."                                                                                                                                                                                                                                                                                 
  La corsa a salire sul carro del vincitore vide Serracchiani e Guerini vicesegretari, Orfini presidente dell'Aseemblea, Orlando guadasigilli. Valentina Paris entrò in Segreteria. Fassina rifiutò e restò coerente con la sua posizione di oppositore del renzismo. Si oppose inutilmente al Job Act ed all'Italicum.                                                                                                        Quando vide il PD guardare ormai al centro, avendo definitivamente rinnegato la cultura politica di sinistra, Fassina uscì e fondò SI Sinistra Italiana (con 26 deputati Sel e 6 ex PD).
Durante i difficili anni di studio a Milano Fassina si inammorò di una maestra elementare, la moglie di oggi.  La maestra rimase incinta e i suoi genitori, cattolici intransigenti la cacciarono di casa. Mamma e bambini furono accolti, anche con sacrifici economici, dai genitori comunisti di Fassina. Fassina ha tre figli il maggiore, ormai adulto, e due bambini più piccoli con i quali ho giocato durante la convention di Cosmopolitica.
So bene che Fassina non è un grande leader, so bene che non ha dietro di sè una Leopolda e neppure i finanziatori della Leopolda, So bene che non sa trascinare le folle come sa fare De Magistirs (senza dire niente). So bene che è piccolo, che ha una voce un po' fessa e che non ha, come si dice, le physique du  rôle.                                                                    Certamente Cuperlo è più bello, ma alla rievocazione di Ingrao al Circolo Italia  ha parlato di palatschinken. Sono buone, le cucinava mia madre,  ma non sono di sinistra e con Ingrao non c'entrano niente, come potrebbe confermare Paolo Franco-
So bene che come viceministro ha lasciato poca traccia. Ma molta traccia, se leggi i resoconti, ha lasciato invece nel PD, fino ad abbandonarlo.
 
J.G.

Nessun commento:

Posta un commento