L’UOMO CHE VIDE L’INFINITO
Regia
di Matt Brown
Con
Jeremy Irons, Dev Patel, Toby Jones, Stephen Fry, Jeremy Notham, Devika Bishe
Tratto
da una storia vera, “L’uomo che vide l’infinito” è un film abbastanza
convenzionale che però si fa vedere volentieri per la bravura e fascino di
Jeremy Irons, per l’eleganza dei suoi vestiti, per la bella fotografia e per un’attenta
ricostruzione ambientale.
La
solida Comunità accademica di Cambridge, conservatrice e anche piuttosto
razzista, viene messa in discussione dal Prof. Godfrey Harold Hardy
(l’impeccabile Jeremy Irons) del Trinity College di Cambridge che, all’inizio
del secolo scorso, superando la sua ritrosia umana, s’infervora per le geniali scoperte
matematiche di un giovane di cui diventerà mèntore e, alla fine, anche amico. Srinivasa
Ramanujan (Dev Patel) è l’indiano povero di Madras che ha il dono naturale di
riuscire ad intuire formule matematiche molto complesse come, ad esempio, quelle
dei numeri primi. Sembrerebbe che tali formule gli vengano suggerite dalla
divinità. Lavorando in un ufficio e aiutando il contabile di una ditta di
spedizioni, il giovane fa tutte le operazioni aritmetiche a mente senza bisogno
del pallottoliere e, man mano, la sua crescente abilità fa sì che lo stesso
contabile gli suggerisca varie persone cui scrivere, in particolare un
professore di matematica in Inghilterra che resterà favorevolmente stupito dalle
sue scoperte di teoria analitica dei numeri. G. H. Hardy lo inviterà a
Cambridge e lo spingerà a ripercorrere i vari passaggi logico-matematici per
spiegare o meglio, dimostrare ciò che continua a chiamare “intuizioni”, sicuramente
brillanti ma intuizioni, che hanno bisogno pertanto di scientificità. La frase
di Ramanujan
“Un’equazione non ha senso se non esprime un pensiero divino” spiega in parte
la differenza dell’approccio alla scienza tra mondo occidentale e orientale.
Il
giovane Srinivasa lascerà quindi la giovane moglie e la madre per seguire la passione
matematica con la speranza di vedere pubblicati i suoi risultati. Arriverà
nella comunità di Cambrige nel 1913, dove troverà molta ostilità nell’ambiente
accademico, sia tra i docenti sia tra gli studenti. Scoppiata la Prima Guerra
Mondiale finirà deriso e perfino picchiato da alcuni giovani soldati inglesi.
Dopo
un lungo lavoro in tandem, Hardy e Ramanujan, aiutati dal simpatico e umano
John Littlewood (Toby Jones) e dal pacifista filosofo e matematico Bertrand
Russell (Jeremy Notham), riusciranno, non senza ostacoli, a superare la rigidità
accademica: a Ramanujan sarà riconosciuto il merito e diventerà, incredibilmente,
membro della Royal Accademy. Sarà, inoltre, accostato perfino a Eulero ed a
Gauss e ad altre personalità geniali della storia della matematica.
Purtroppo
Ramanujan si era trascurato molto e aveva contratto la tisi, a quei tempi
malattia inguaribile, tornato a casa per rivedere la sua splendida moglie
Janaki, morirà dopo solo un anno all’età di 33 anni.
Il quarantaquattrenne
regista Matt Brown è di origine sudafricana ed è probabile che senta
particolarmente il discorso tra colonizzatori e colonizzati che è in filigrana
nel film. Dal libro di
Robert Kanigel L'uomo che vide l'infinito - La vita breve di Srinivasa
Ramanujan, genio della matematica, trae la sceneggiatura del film omonimo.
Ghisi Grütter
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