COSTUME
Lo scrittore Gian Carlo Marchesini ha recentemente cambiato casa. Dall'attico con affaccio sul parco di Villa Blanc, da cui ha tratto spesso ispirazione per suoi incomparabili scritti, si è spostato ora nel cuore della movida universitaria, alle spalle di Viale Ippocrate.
E allora gli si è dischiuso un mondo, che parzialmente aveva percepito ma veramente mai realizzato.
Perché tornando a casa di notte per forza di cose si deve scontrare con la realtà della movida notturna. Queste sono le sue prime impressioni che non crediamo ultime. Perché , da suoi ammiratori, lo conosciamo bene e sappiamo che sull'argomento sicuramente ci tornerà.
Perché tornando a casa di notte per forza di cose si deve scontrare con la realtà della movida notturna. Queste sono le sue prime impressioni che non crediamo ultime. Perché , da suoi ammiratori, lo conosciamo bene e sappiamo che sull'argomento sicuramente ci tornerà.
D.F.
A parte il Monmartre a Viale XXI Aprile, Piazza Bologna o il quartiere di San Lorenzo, la sera, specialmente a fine settimana, pieni di giovani universitari della Sapienza e della Luiss, l'altra sera ho scoperto e sono rimasto sbalordito dal trovare anche i marciapiedi di Viale Ippocrate totalmente occupati da centinaia e centinaia di studenti, ragazze e ragazzi. Tutti fuorisede campani, lucani, calabresi, pugliesi, siciliani, il cellulare in una mano, nell'altra la sigaretta o... una bottiglia di birra. E da questo corpo esteso, multiforme e aggrumato levarsi un brusio fitto e continuo accompagnato da scoppi di risate, urla e canti. In cielo splende il faccione di una luminosa luna piena, il mondo può andare anche a remengo, ma la percezione è che questo stormo di gioventù non sappia bene dove andare. Sarà pronto a spiccare il volo per conoscere e conquistare il mondo? Per ora, a guardarmi intorno, tra selfie e conversazioni ai cellulari, birre tracannate, canne e risate, l'impressione è che del mondo e della vita questa gioventù non sappia bene cosa fare. Nella seconda metà degli anni Sessanta anch'io ero universitario a Milano. Partecipavo alle assemblee quotidiane della Statale e della Cattolica occupate, manifestavo nelle piazze contro una cultura accademica vecchia e autoritaria, contro un assetto dei poteri arcaico, obsoleto, oppressivo. Si direbbe che oggi questi giovani universitari, a osservarli, non abbiano problemi, conflitti o dissensi. O li hanno così pesanti che preferiscono ignorarli e rimuoverli?
Gian Carlo Marchesini
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