26 novembre 2016

Recensione film: GENIUS regia di MichaeL Grandage


 

Con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pierce, Dominic West, del 2016.

 


 

La seduzione del narcisismo

 

Tratto da una storia vera, il film Genius è incentrato sul rapporto tra l’editor della casa editrice Scribner’s Son William Maxwell Evart Perkins - colui che ha scoperto Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway - e l’esuberante scrittore novecentesco della North Caroline Thomas Clayton Wolfe.

Siamo a New York alla fine degli anni ’20, in piena crisi economica che però sembra non coinvolgere l’editoria. Thom è un “bello e dannato”, un logorroico narcisista, estroverso e seduttivo, un fiume in piena, mentre Max è un uomo contenuto e perbene, eternamente con il cappello in testa, forse un po’ represso ma, a suo modo, ironico e affettuoso. Max inoltre è padre di ben cinque figlie femmine mentre avrebbe tanto voluto un figlio maschio; pertanto Thom, in qualche modo, glielo può rappresentare con la sua irruenza, il suo infantilismo e perfino con i suoi capricci. Thom da parte sua ritrova in Max quella figura paterna che lo aveva sostenuto negli studi ma che era morta troppo presto.

Lo strabordante Wolfe scrive romanzi di 3000 pagine o più, che il paziente Max riesce a leggere e a correggere, facendogli tagliare molte frasi, paragrafi e capitoli per ridurre il testo in un libro vendibile, dandogli anche delle lezioni di stile. Questi due si legano in un rapporto di complicità e di amicizia fatto anche di litigi e discussioni infinite, lavorando giorno e notte alla ristesura dei romanzi – due anni e mezzo ci vorranno per il secondo romanzo The time and the river. Vedendo il film viene da chiedersi a chi dei due sia realmente riferito il titolo del film.

Molto bella è la descrizione della città all’epoca, dai fumosi ambienti interni (jazz club, casa editrice, abitazioni varie ecc.) alle stazioni ferroviarie e al porto, fino ad arrivare alla vista completa dello skyline di Manhattan. Anche il commento musicale collabora alla ricostruzione dell’epoca.

Gli attori sono bravissimi: Colin Firth è strepitoso e anche l’istrionico Jude Law è molto bravo, peccato che ormai abbiamo memorizzato il suo faccione come papa Pio XIII, speriamo per lui che ce lo faccia dimenticare in fretta. Perfino Nicole Kidman - la signora Bernstein sedotta da Thom - fornisce una buona prestazione, dopo tanti film un po’ sbagliati in cui la sua recitazione è stata penalizzata. Meno convincenti i grandi miti della letteratura americana, né Francis Scott Fitzgerald – depresso per la malattia mentale di Zelda – né il prestante uomo di mare Ernest Hemingway. Forse questi due scrittori erano proprio così come rappresentati in Genius, ma nel nostro immaginario vorremmo vedere personalità di un maggior spessore.

Il regista inglese Michael Grandage, alla sua prima esperienza cinematografica, viene dal teatro e si vede. Forse nell’ultima parte del film si dilunga un po’ troppo, a mio avviso gli avrebbe giovato un finale un po’ più stringato.

Ghisi Grütter

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