Con
Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pierce, Dominic West, del
2016.
La seduzione del narcisismo
Tratto
da una storia vera, il film Genius è
incentrato sul rapporto tra l’editor della
casa editrice Scribner’s Son William Maxwell Evart Perkins - colui che ha
scoperto Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway - e l’esuberante scrittore
novecentesco della North Caroline Thomas Clayton Wolfe.
Siamo
a New York alla fine degli anni ’20, in piena crisi economica che però sembra
non coinvolgere l’editoria. Thom è un “bello e dannato”, un logorroico
narcisista, estroverso e seduttivo, un fiume in piena, mentre Max è un uomo
contenuto e perbene, eternamente con il cappello in testa, forse un po’
represso ma, a suo modo, ironico e affettuoso. Max inoltre è padre di ben
cinque figlie femmine mentre avrebbe tanto voluto un figlio maschio; pertanto
Thom, in qualche modo, glielo può rappresentare con la sua irruenza, il suo
infantilismo e perfino con i suoi capricci. Thom da parte sua ritrova in Max
quella figura paterna che lo aveva sostenuto negli studi ma che era morta
troppo presto.
Lo
strabordante Wolfe scrive romanzi di 3000 pagine o più, che il paziente Max riesce
a leggere e a correggere, facendogli tagliare molte frasi, paragrafi e capitoli
per ridurre il testo in un libro vendibile, dandogli anche delle lezioni di
stile. Questi due si legano in un rapporto di complicità e di amicizia fatto
anche di litigi e discussioni infinite, lavorando giorno e notte alla ristesura
dei romanzi – due anni e mezzo ci vorranno per il secondo romanzo The time and the river. Vedendo il film
viene da chiedersi a chi dei due sia realmente riferito il titolo del film.
Molto
bella è la descrizione della città all’epoca, dai fumosi ambienti interni (jazz club, casa editrice, abitazioni
varie ecc.) alle stazioni ferroviarie e al porto, fino ad arrivare alla vista
completa dello skyline di Manhattan.
Anche il commento musicale collabora alla ricostruzione dell’epoca.
Gli
attori sono bravissimi: Colin Firth è strepitoso e anche l’istrionico Jude Law
è molto bravo, peccato che ormai abbiamo memorizzato il suo faccione come papa
Pio XIII, speriamo per lui che ce lo faccia dimenticare in fretta. Perfino
Nicole Kidman - la signora Bernstein sedotta da Thom - fornisce una buona
prestazione, dopo tanti film un po’ sbagliati in cui la sua recitazione è stata
penalizzata. Meno convincenti i grandi miti della letteratura americana, né
Francis Scott Fitzgerald – depresso per la malattia mentale di Zelda – né il
prestante uomo di mare Ernest Hemingway. Forse questi due scrittori erano
proprio così come rappresentati in Genius,
ma nel nostro immaginario vorremmo vedere personalità di un maggior spessore.
Il
regista inglese Michael Grandage, alla sua prima esperienza cinematografica,
viene dal teatro e si vede. Forse nell’ultima parte del film si dilunga un po’
troppo, a mio avviso gli avrebbe giovato un finale un po’ più stringato.
Nessun commento:
Posta un commento