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È da anni il paese europeo con i livelli di natalità più alti: c'entrano le efficaci politiche di aiuto alle donne e alle coppie, anche quelle non sposate.
Martedì 15 marzo l’Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, ha diffuso i dati riguardo alla fertilità e alla nascita di bambini negli stati europei per il 2014. Il rapporto dice che il tasso di fertilità più alto d’Europa è quello della Francia, con 2,01 bambini nati per ogni donna. Il dato non è una novità: sono diversi anni che la Francia conserva questo primato, e come ha detto il demografo Ron Lesthaeghe «per quanto riguarda l’economia, è la Germania l’uomo forte d’Europa; ma quando si parla di demografia la Francia è la nostra donna fertile». Il secondo paese con il tasso di fertilità più alto è l’Irlanda, con 1,94, mentre per l’Italia è di 1,37 bambini per donna, più alto solo di quello di Grecia, Spagna, Cipro, Polonia e Portogallo. Il motivo per cui le donne francesi fanno più figli di quelle degli altri paesi europei è che da diversi anni la Francia ha adottato una serie di politiche per aumentare gli aiuti alle famiglie con figli, senza però discriminare i genitori sposati da quelli conviventi, e incentivando le donne a non lasciare il proprio lavoro per occuparsi dei figli. L’Istituto nazionale di studi demografici francese è stato visitato negli ultimi anni diverse volte da studiosi giapponesi e sudcoreani, due paesi dove la popolazione sta diminuendo moltissimo, che hanno cercato di capire quali sono le politiche francesi che hanno fatto aumentare il tasso di fertilità.
Martedì 15 marzo l’Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, ha diffuso i dati riguardo alla fertilità e alla nascita di bambini negli stati europei per il 2014. Il rapporto dice che il tasso di fertilità più alto d’Europa è quello della Francia, con 2,01 bambini nati per ogni donna. Il dato non è una novità: sono diversi anni che la Francia conserva questo primato, e come ha detto il demografo Ron Lesthaeghe «per quanto riguarda l’economia, è la Germania l’uomo forte d’Europa; ma quando si parla di demografia la Francia è la nostra donna fertile». Il secondo paese con il tasso di fertilità più alto è l’Irlanda, con 1,94, mentre per l’Italia è di 1,37 bambini per donna, più alto solo di quello di Grecia, Spagna, Cipro, Polonia e Portogallo. Il motivo per cui le donne francesi fanno più figli di quelle degli altri paesi europei è che da diversi anni la Francia ha adottato una serie di politiche per aumentare gli aiuti alle famiglie con figli, senza però discriminare i genitori sposati da quelli conviventi, e incentivando le donne a non lasciare il proprio lavoro per occuparsi dei figli. L’Istituto nazionale di studi demografici francese è stato visitato negli ultimi anni diverse volte da studiosi giapponesi e sudcoreani, due paesi dove la popolazione sta diminuendo moltissimo, che hanno cercato di capire quali sono le politiche francesi che hanno fatto aumentare il tasso di fertilità.
Gli anni Settanta e Ottanta furono negativi dal punto di vista demografico per la Francia, in cui il tasso di fertilità scese. Cominciò però a aumentare verso la fine degli anni Novanta, e da qualche anno si è stabilizzato intorno ai due bambini per donna: il tasso di sostituzione della popolazione, cioè il livello di fertilità necessario perché la popolazione di un paese rimanga costante, è nei paesi avanzati di 2,1 (in quelli più poveri è più alto, per via del maggiore tasso di mortalità). Il demografo Laurent Toulemon ha spiegato al Guardian che il “segreto” del successo della Francia (come i paesi scandinavi) è che ha aiutato con politiche di assistenza economica tutti i tipi di famiglia, indipendentemente dal fatto che i genitori fossero sposati o conviventi: «In questi paesi le regole che riguardano le famiglie sono molto più flessibili, con matrimoni tardivi, famiglie ricostituite, genitori single, e nascite fuori dal matrimonio e divorzi molto più frequenti dei paesi del sud dell’Europa. Le persone si preoccupano meno del concetto di famiglia [come istituzione]». Toulemon ha spiegato come le cose funzionino diversamente, ad esempio, in Giappone: «Una donna che inizia una relazione deve anche accettare il matrimonio, obbedire al marito, avere figli, smettere di lavorare dopo che sono nati e occuparsi dei parenti più anziani. O tutto o niente. In Francia il pacchetto è più flessibile: uno non deve per forza sposarsi o avere figli. Le regole sono più aperte e le famiglie più variegate». La percentuale di bambini nati fuori dal matrimonio in Francia è di circa il 50 per cento, mentre ad esempio in Italia è di circa il 25 per cento.
Prima di una riduzione decisa nel 2013 dal presidente Francois Hollande, la Franciainvestiva circa il 4 per cento del prodotto interno lordo per aiutare le famiglie e i bambini (oggi investe il 3,5 per cento), e il grosso degli aiuti economici per le famiglie arriva con il secondo figlio (e cresce per ogni ulteriore figlio). A partire da quando i bambini hanno due mesi, in Francia possono essere affidati agli asili: circa il 40 per cento dei bambini sotto i due anni viene affidato a qualche servizio per l’infanzia, e circa il 92 per cento di quelli tra i 3 e i 6 frequenta la scuola materna. In generale, le donne francesi sono incoraggiate ad affidare i propri figli ai servizi pubblici dedicati invece che a lasciare il proprio lavoro o a interromperlo: anche per questo il tasso di occupazione femminile tra le donne francesi tra i 15 ai 64 anni è superiore al 60 per cento (in Italia è di circa il 46 per cento). Una legge del 2014 ha aggiunto sei mesi di congedo parentale a ogni coppia con un figlio, dando la possibilità anche all’altro genitore (solitamente il padre) di occuparsi del figlio e permettendo quindi alla madre di lavorare. Negli anni Sessanta e Settanta molti sostenitori del concetto di “famiglia tradizionale” sostenevano che una maggiore flessibilità nelle leggi sulla famiglia avrebbe portato a una diminuzione delle nascite: oggi però il tasso è più alto nei paesi europei in cui le donne lavorano, e più basso in quelli in cui stanno a casa. «La libertà di scelta per le donne è essenziale per il sistema», ha spiegato Toulemon.
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