Partono domani le consultazioni al Quirinale, ma per una via d'uscita
servirà ancora tempo (Stampa p.4). Ci vorrà più di un giro di
consultazioni e si fa largo l'ipotesi “esploratore” (Messaggero p.6).
Salvini e Di Maio saliranno al Colle, ma senza chiedere l'incarico:
nessuno dei due vuole bruciarsi al primo giro (Repubblica p.6), anche se
per la Stampa (p.5) la Lega spera di bruciare il leader grillino col
primo incarico, per poi tornare a trattare dopo un primo tentativo di
fiducia fallito. Secondo il Corriere (p.6) si parte tra i veti, il
principale riguarda la figura del premier: il M5S insiste per la guida
dell'esecutivo, ma il centrodestra spinge per Salvini. In attesa
dell'incontro tra i leader di Lega e 5S, che dovrebbe slittare alla
prossima settimana, i grillini mettono i paletti: incarico a Di Maio o
nuove elezioni (Stampa p.4).
Berlusconi sente “aria di governo” (Corriere p.7):crede che un'intesa
tra Di Maio e Salvini sia alle porte, ma non teme strappi: “Salvini mi
ha assicurato che non si muoverà senza di noi”. Ma per Libero (p.6)
Berlusoni al Colle proverà a fermare il patto Lega-M5S. La linea di Fi
nelle parole di Tajani, che a Repubblica (p.7) dice: “Senza di noi il
governo non si fa. Nessuno pensi di scegliere i ministri azzurri
dall'esterno o selezionare con chi parlare e con chi no di Fi”. Il
candidato leghista in friuli, Fedriga, a Libero (p.5): “Il governo va
deciso entro maggio, bisogna accordarsi su un percorso per realizzare
flat tax, abolizione della Fornero, sicurezza, legittima difesa e lotta
all'immigrazione clandestina”.
Intanto, l leader grillino apre alla Lega: servono leggi speciali contro
il terrorismo (Messaggero p.8). Ma secondo Libero (p.4) la base si mette
di traverso ad un patto con il Carroccio.
Pd, nuova frattura sul governo “di tregua” (Corriere p.8): nel primo
giro di consultazioni, i dem sono compatti sulla linea, ma la spaccatura
di potrebbe manifestare nel prossimo giro di incontri. Nessuno vuole un
esecutivo con il M5S, ma cresce la fronda di coloro che puntano
all'adesione a un “governo di tutti” sotto la regia del Quirinale.
“Anche con un secondo round la linea del Pd resterà quella
dell'opposizione - assicura il capogruppo dem Marcucci alla Stampa (p.4)
-. Il Pd non entrerà al governo e non accettiamo di fare un esecutivo
con il centrodestra”.
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