4 aprile 2018

Dai giornali di oggi 4 aprile


Governo, la mossa di Di Maio: fuori Fi, contratto con Lega o Pd (Messaggero p.2). Veti di Di Maio su Renzi e Berlusconi (Corriere p.2 e tutti) per stanare Salvini e Pd (Fatto). Ma il leader del Carroccio avverte: “Condizioni inaccettabili, dialogo o ritorno alle urne”. Nel M5S scommettono che alla fine Salvini mollerà Berlusconi (Corriere e tutti).
Oggi il via alle consultazioni, “Il primo giro sarà solo una scampagnata” scrive Libero. Ma Mattarella prova a stanare i partiti e auspica “proposte e indicazioni programmatiche per dare al Paese un governo all'altezza” (Repubblica p.5). Furlan (Cisl) al Corriere (p.6): “Il ritorno alle urne non è una possibilità, serve un governo che accompagni la crescita e rafforzi la competitività”. Un appello al “governo utile” arriva dal direttore di Avvenire, Tarquinio, che scrive: senza convergenze politiche e programmatiche, bisognerà cercare di dare vita a un “governo utile” incaricato di onorare gli impegni ben definiti e largamente condivisi.
Il Quirinale parte dai programmi per favorire un'intesa (Corriere p.3). Secondo il Messaggero (p.5) sia Salvini che Di Maio confermeranno al Capo dello Stato la volontà di far parte del governo, puntando ad un accordo che vada oltre Lega e M5S e che comprenda pezzi di Fi e Pd, ma senza i due leader. Nè la Lega né il M5S vogliono l'altro all'opposizione: l'ipotesi di un passo indietro dei leader e premier terzo, con Salvini e Di Maio in dicasteri importanti piace alla Lega (Corriere p.5). Ma non al M5S. Fraccaro ad Avvenire (p.6): “Mai sostegno a un governo senza Di Maio premier”.
Nigro su Repubblica (p.4) segnala le affinità elettive tra Lega e M5S: dalla contrarietà alle sanzioni alla Russia, al rapporto strategico con gli Usa, fino al ridimensionamento dell'antieuropeismo. Di altro avviso la Stampa (p.4) secondo cui sulle recenti vicende con la Russia e con la Francia Salvini e Di Maio hanno avuto reazioni completamente differenti.
Berlusconi dopo il veto dei 5S: “D'ora in poi sarò io a non voler trattare” (Stampa p.5). Gelmini al Corriere (p.5): “Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni. Tocca al centrodestra fare il governo, con Salvini premier”. Per la Stampa (p.5) Berlusconi teme un accordo segreto tra leghisti e Cinquestelle. Chiusura di FdI: “Sosterremo solo un esecutivo di centrodestra” dice il capogruppo Bertacco a Libero (p.5). La presidente del Senato, Casellati (Fi) al Messaggero (p.3): “Dialogo e buon senso istituzionale per trovare soluzioni condivise, lo stallo sarebbe una sconfitta per tutti”.
Il diktat del M5S con il veto su Renzi compatta i dem: “Restiamo all'opposizione” (Giornale p.5). Il capogruppo Marcucci ad Avvenire: “Il Pd sarà granitico sul no. Solo gli ingenui possono considerare seria la proposta di Di Maio”. Ma per Libero (in prima e p.4) cresce il fronte di coloro che vorrebbero l'ammucchiata di governo e si offrono al M5S. E Renzi teme che Martina possa salire al Colle e dire sì all'esecutivo (Fatto p.3). Intanto si riapre la corsa per la leadership dem (Repubblica p.6). L'assemblea per il nuovo segretario il 22 aprile: il reggente Martina in pole (Messaggero p.4). E lo stesso Martina scrive a Repubblica (p.7): “Ripartire dalle sfide di giustizia. Serve un'idea di società più che un menù di promesse”.
Tagli ai vitalizi, Fico conta su dieci voti (Corriere p.4): nell'ufficio di presidenza della Camera asse in vista tra 5S e leghisti. Fraccaro ad Avvenire: “Il M5s proporrà di abolire i vitalizi senza se e senza ma”. Per Libero (p.2) quella che il M5S considera la madre di tutte le battaglie in realtà sarebbe una manna dal cielo per circa 100 ex parlamentari, per i quali il passaggio dal retributivo al contributivo potrebbe tradursi in un aumento del vitalizio. Meloni al Tempo (p.6): “Sugli assegni noi siamo arrivati prima. Non si tratta di una battaglia politica ma di civiltà”.
[4/4, 07:54] Michele Cardulli: Sul Lazio: oggi prima seduta del Consiglio, baruffa tra le opposizioni sui nomi per i due vicepresidenti. Saranno Simeone e Porrello (Corriere). Secondo Repubblica Corrado chiede i voti al PD contro Porrello promettendo di ricambiare. Su Corriere e Messaggero si torna sull'assessore di Leu, mancante perché non è stato ancora raggiunto un accordo dentro Leu.

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