6 dicembre 2016

Dopo il No, la democrazia che vogliamo

 
 
 
 
 
 
Renzi annuncia le dimissioni

L’aveva scritto Raffaele Lupoli sabato. E la vignetta di Vauro che rappresentava un No enorme che avrebbe schiacciato Renzi, era giusta filologicamente ma non era giusta per noi. Perché a noi che questo No schiacciasse Renzi non interessava affatto. Noi il No lo abbiamo “smisuratamente” sostenuto perché era simbolo e strumento per fare un Rifiuto grande come la Costituzione. Un rifiuto immenso nei confronti di una cialtroneria, di una arroganza, di una onnipotenza, di un tale scarso senso del Paese, della cultura democratica e della vita delle persone che ci faceva impressione. Grande impressione.
Aspettavamo la reazione, ma quella che abbiamo visto ha grandemente superato ogni aspettativa. Tutti corrono a metterci il cappello, tutti corrono a mascherarla di destra. Tutti corrono a intervistare i Salvini e i Brunetta. Tutti. Tutti hanno interesse a dipingere di nero questa reazione. Tutti cercheranno di sporcarvi. Ed invece non è così.
Voi, il popolo italiano, così vi hanno chiamato, avete votato per la vostra Costituzione, perché è bella e giusta e perché sono trent’anni che viene disattesa, ed è già troppo. Sono trent’anni che non avete dalla vostra parte uno Stato che vi garantisca il libero sviluppo della vostra persona e che rimuova gli ostacoli che non la permettono. Prendervi in giro, cambiarla per non cambiare. Cambiarla per accentrare pensando di potervi manovrare forse era davvero troppo. Le conseguenze? Vere o presunte? Riempiranno le pagine di giornali e le bocche dei tanti, proveranno anche a farvi sentire in colpa per aver sfasciato. E invece no, nessuna colpa. Non si può sfasciare ciò che è già sfasciato. Tenetelo bene a mente. E non fatevi intimorire dalle minacce dell’ex presidente del Consiglio su onori e oneri. O dagli opinionisti di turno.
Lasciateli parlare a vanvera, avranno bisogno di riposizionarsi. E state all’erta, chiediamo il meglio. Da oggi in poi solo il meglio. Questa è un’occasione non per la destra, o almeno poco ci riguarda quella partita, ma per la sinistra. Vedo appelli che recitano “dal No al Noi”, vedo passione. Provo grande pena per chi non ne ha avuta, per chi ha mentito, per chi si è schierato per convenzione più che per convinzione, per chi lo ha fatto per convenienza o per paura e per chi non si è schierato affatto. Noi paura non ne abbiamo avuta. Perché il rifiuto è continuo e la rivolta pure. E perché il meglio lo dobbiamo realizzare.
Ha vinto la maggioranza degli italiani. Questo è. Il resto conta e ci ragioneremo, ma la verità è che la maggioranza ha detto No. E ora abbiamo un sacco da fare.

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