Non ho imbroccato la previsione, e non di poco: pensavo che avrebbe prevalso,forse di un soffio, il sì.
Invece una marea di italiani ha votato no.
La cosa non è molto importante, se non per me; io non sono uno che giocava in campo e tanto meno sono il Presidente del Consiglio.
Ma anche lui ha clamorosamente mancato il bersaglio.
C’è una bella differenza, specialmente se si guardano le analisi dei dati.
Secondo me, vuol dire due cose. Nessuna lusinghiera. Superbia mentale e ignoranza della realtà.
Il discorso della sconfitta è stato un bel discorso, che ci fossero o meno messaggi per addetti ai lavori.
La cosa grave è che il risultato denuncia la non conoscenza del paese, da parte di Renzi.
Io pensavo che le nubi annunciate spesso dai fautori del sì, avrebbero convinto gli indecisi a scimmiottare Pascal.
Invece più del 30 % si è deciso, è andato a votare e ha votato no.
Possibile che Renzi non abbia capito?
Per un risultato così ci vuole acredine profonda contro il proponente e desiderio di punire chi ha promesso senza poi cambiare di un et la situazione.
Soltanto nell’area oltre” i 64 anni di età”, il sì non è precipitato, anche se molti tra noi (oltre i 64) hanno votato no e solo la Toscana (ovvio) e. un poco l’Emilia, lo hanno premiato (nel suo collegio il sì ha vinto molto bene. In quello della Boschi ha vinto il no)
Quasi tutti i giovani meridionali, e non solo, hanno votato no.
Al sud, il no ha raggiunto il 70 %.
Il 25% dei votanti PD alle politiche (non di quelli che lo hanno abbandonato, che sono molti di più), ha votato no.
Il 26% degli elettori di Forza Italia ha votato sì.
Un capo di governo che non senta il “polso del paese”, o che, sentendolo forse, decida di suicidarsi, non mi sembra affidabile.
Temo che adesso, approvata la legge di bilancio, emesso il parere della Corte Costituzionale sull’Italicum e conseguenze, entreremo in una campagna elettorale lunga fino almeno a primavera se non all’estate.
Allora mi viene in mente una cosa che – nonostante la poca credibilità delle mie previsioni in termini di politica nazionale – mi sembra ipotesi proponibile:
Qualunque ne sia stata la responsabilità, sembra chiaro che l’oggetto del referendum fosse Renzi più che la Costituzione. I risultati così clamorosi lo confermano:
Il 40% contro il 60%.
Ma di chi è il 40%? Non del PD, ma solo e soltanto di Renzi, perchè il PD, oggi, non è più il partito della minoranza. Ha ragione Cacciari. Il PD (esclusa la minoranza, confusa e invecchiata,che dovrebbe andarsene, vista la inconciliabilità delle posizioni),è ormai un partito personale.
Quello che Renzi doveva perdere a sinistra, dentro e fuori dal PD, lo ha perso.
Quello che doveva guadagnare, pescando nel serbatoio del centro e della destra moderata, lo ha guadagnato.
Alle elezioni si presenterà il “suo” partito, con buona possibilità di vincere, Italicum modificato.
Allora, forse, perdendo, ha contato i voti, per vincere.
Non vincerà nessun tipo di sinistra – si mettano l’animo in pace tutti quelli che credono il PD di centro sinistra - ma un robusto partito di centro, personale e spregiudicato, sì.
Allora Renzi è un politico inaffidabile o scaltro e lungimirante?
Umberto Pradella
Opinionista e membro dell'Assoc.ne Dircit
Opinionista e membro dell'Assoc.ne Dircit
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