15 novembre 2017

LAGER




Abbiamo trascurato l’argomento immigrazione.
Appena si è affermata la giustezza della tesi “aiutiamoli a casa loro”, ci siamo dati da fare compiendo il primo passo: non devono partire nè i cosiddetti migranti economici ne gli altri. la prima mossa è fare accordi perchè rimangano sulla sponda africana del Mediterraneo.
Gli sbarchi si sono ridotti drasticamente, poi c’è stata una ripresa –I giornali hanno subito gridato al lupo – e certamente qualcuno è intervenuto a ricordare alla Libia  che gli accordi vanno rispettati.
E noi?
No, non posso dire noi.
Ricomincio: e io? Gli sbarchi non fanno più notizia e così, dentro, ho soltanto il fastidio di zittire la vocetta che mi sussurra che se non è più un problema per noi e per l’Europa, forse è un enorme problema per quelli che cercano di migrare. Zitto! Se nessuno ne parla più, vuol dire che, in Libia e altrove le cose, imperfette, ma funzionano. Lo so che non è vero. So che là ci sono tragedie, ma ci sono così tanti altri problemi da affrontare e discutere!
Ci ha pensato l’ONU a farmi vergognare:
Condizioni di vita disumane nei cosiddetti “centri di detenzione” libici, cioè nei lager.
TG della 7 mostra immagini di vendita di schiavi.
Adesso indignazione
Che sporco, puzzolente, esecrabile, nauseabondo schifo in Libia, in Italia, in Europa e in me.
 
Umberto Pradella 

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