ha detto qualche tempo fa qualcuno.
Grillo e il suo Vaffa Day di sette anni fa è stato uno degli scandali necessari. Il comico genovese si è comportato un pò come quel giovanotto che, entrato nel Tempio e trovandolo invaso da mercanti indaffarati a trafficare come cacchio gli pareva, ha deciso di rovesciare i tavoli e di prendere a male parole scribi e farisei. Quello è stato sicuramente un Vaffa Day, direi divino. Ma comunque il suo, a Grillo, ha fatto conquistare oggi il primo posto nell'agone politico.
Ora andiamo all'episodio scandaloso e disturbante dei giorni scorsi, quando il giovanotto della famiglia Spada di Ostia, incalzato dalle domande scomode del giornalista della Rai, ha reagito spezzandogli il naso con una testata. Si tratta di un gesto violento sicuramente odioso e mafioso, e bene ha fatto il popolo di Ostia a reagire con la bella manifestazione di ieri. Ma io non lo ritengo solo tale: nella sua rozza ed esplicita violenza fisica a me fa pensare a una degenerazione del Vaffa Day, sette anni dopo. Nel senso che ho capito che nella percezione e nell'immaginario di certi ambienti sociali quel gesto di rifiuto violento è stato vissuto come una ribellione sacrosanta contro un esponente di uno dei poteri forti di un sistema che sfrutta e opprime.
Per non pochi il ricorso alla forza fisica per reagire a chi ti disturba e importuna ho l'impressione stia diventando legittimo e doveroso. Insomma, il Vaffa di sette anni fa, visto che chi stava allora male sta oggi ancora peggio, rischia di trovare nella violenza fisica diretta ed esplicita non pochi adepti. Io penso che nessuno si riconosca nella ribellione sotto forma di violenza fisica se non sta veramente male. Forse che lo giustifico? No, ne prendo atto e invito a rifletterci a fondo.
Gian Carlo Marchesini
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