Goffredo Bettini
L'auditorium di Via Rieti è al gran completo per l'incontro organizzato dal Sì renziano. Ci sono venuto anch'io perché i relatori sono tre big del PCI che un tempo stimavo: Goffredo Bettini, Giuseppe Vacca, Mario Tronti. Devo dire che, ascoltato per oltre mezz'ora l'intervento di Bettini, ho deciso di andarmene perché più che sazio, e cercherò di spiegarne il motivo. Bettini legge il suo intervento voluminosamente enciclopedico - in buona sostanza la storia dell'Europa dal dopoguerra ad oggi - come un tenore di vaglia interpreterebbe l' interminabile romanza di un'opera lirica. La sua voce è infatti tutta una fioritura di gorgheggi e acuti, di passaggi appena sussurrati e non percepibili e poi di invettive da profeta biblico che grida nel deserto. Per lui il cosa dire sicuramente conta, l'uomo è navigato, intelligente e colto, ma soprattutto conta il come dirlo: con uno sfoggio di vibrati e modulati, di enfatici gorgheggi e di barriti strazianti da primadonna che si esibisce puntando alle lacrime e agli applausi. I contenuti per Bettini si direbbero del tutto strumentali: può innalzare inni alla democrazia, come esibirsi in una argomentata apoteosi del decisionismo più frenetico e marinettiano. Se l'espressività della parola viene normalmente messa al servizio di un concetto che si ritiene sensato, con Bettini ci si rende conto che può succedere anche l'esatto contrario. Perché lui è un solista unico e creativo, mentre il mondo, la realtà e la politica esistono solo per garantirgli una pista di lancio, un palcoscenico.
Mentre Bettini gorgheggiava e pontificava, mi osservavo intorno per cogliere sul volto dei presenti qualche emozione suscitata da cotanto discorso. Ahimé, non sono riuscito a cogliere se non una fisiognomica assente e inespressiva, propria di un apparato di partito del tutto pietrificato. E le ragioni del Sì? A me pare che costoro oramai dicano sì solo a se stessi.
Mentre Bettini gorgheggiava e pontificava, mi osservavo intorno per cogliere sul volto dei presenti qualche emozione suscitata da cotanto discorso. Ahimé, non sono riuscito a cogliere se non una fisiognomica assente e inespressiva, propria di un apparato di partito del tutto pietrificato. E le ragioni del Sì? A me pare che costoro oramai dicano sì solo a se stessi.
Gian Carlo Marchesini
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