Il nostro direttore, Carlo Ricchini, ha festeggiato il suo .............simo compleanno . A lui rivolgiamo un abbraccio forte e l'augurio di una vita serena e in salute da parte di tutta la redazione di Tre Righe.
Questa è una sua breve nota scritta per l'occasione.
Il giorno del mio compleanno, coincide con lo sciopero a oltranza dei redattori superstiti de "l'Unità": In pratica con la chiusura del giornale. Quando si arriva alla mia età i compleanni si portano dietro una parte di tristezza. Oggi c'è un più in particolare. L'Unità è stata la mia vita. Ho ricordi importanti che ogni tanto rievoco, racconti di lotte, di inchieste, di iniziative editoriali.
Cari compagni e amici dell'Unità attuale vi giunga tutta la mia solidarietà: non solo avete dovuto subire una serie di soprusi, come riferite nei vostri comunicati, ma addirittura un vergognoso ricatto con sottrazione di denaro guadagnato col lavoro. Un fatto intollerabile. Io spero che i sindacati abbiano fatto una denuncia completa, cioè abbiano coinvolto anche la Procura della Repubblica.
L'Unità ha sempre vissuto in simbiosi col partito, che una volta era il glorioso PCI. Ora che cosa ha alle spalle? Che partito è mai questo di Renzi, il quale fra le tante promesse non ha mantenuto neppure quella sul giornale. E ora sta zitto. Non sa cosa dire, o ci sta pensando per pronunciare qualche parola vuota di contenuti. Come suo solito. Ha trattato il giornale come carta straccia, anche quando ha chiamato a dirigerlo un nome prestigioso come quello di Sergio Staino, per poi abbandonarlo.
Io penso che la testata fondata da Antonio Gramsci abbia subito abbastanza insulti. E' una mia idea: va tolta dalle mani di Renzi e dei suoi amici industriali. Deve essere trasformata in cooperativa. Gestita da giornalisti e tecnici.
Oppure messa in una teca in attesa di tempi diversi. Al suo posto potrebbe essere fondato un giornale di volenterosi, che si distingua in questo mondo giornalistico amorfo e servile, e dia battaglia proprio perché con una rinascita di una sinistra unita e un vero partito si ricrei lo spazio per un ritorno de "l'Unità".
Carlo Ricchini.
Cari compagni e amici dell'Unità attuale vi giunga tutta la mia solidarietà: non solo avete dovuto subire una serie di soprusi, come riferite nei vostri comunicati, ma addirittura un vergognoso ricatto con sottrazione di denaro guadagnato col lavoro. Un fatto intollerabile. Io spero che i sindacati abbiano fatto una denuncia completa, cioè abbiano coinvolto anche la Procura della Repubblica.
L'Unità ha sempre vissuto in simbiosi col partito, che una volta era il glorioso PCI. Ora che cosa ha alle spalle? Che partito è mai questo di Renzi, il quale fra le tante promesse non ha mantenuto neppure quella sul giornale. E ora sta zitto. Non sa cosa dire, o ci sta pensando per pronunciare qualche parola vuota di contenuti. Come suo solito. Ha trattato il giornale come carta straccia, anche quando ha chiamato a dirigerlo un nome prestigioso come quello di Sergio Staino, per poi abbandonarlo.
Io penso che la testata fondata da Antonio Gramsci abbia subito abbastanza insulti. E' una mia idea: va tolta dalle mani di Renzi e dei suoi amici industriali. Deve essere trasformata in cooperativa. Gestita da giornalisti e tecnici.
Oppure messa in una teca in attesa di tempi diversi. Al suo posto potrebbe essere fondato un giornale di volenterosi, che si distingua in questo mondo giornalistico amorfo e servile, e dia battaglia proprio perché con una rinascita di una sinistra unita e un vero partito si ricrei lo spazio per un ritorno de "l'Unità".
Carlo Ricchini.
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