Rapporto Istat, Roma sempre più frammentata socialmente.
A Roma “emerge una decisa frammentazione sociale. Il centro storico mostra una morfologia compatta con una chiara prevalenza di aree residenziali a profilo medio alto, che rappresentano a livello spaziale il 38,9% della popolazione, intramezzate da alcune aree con prevalente popolazione anziana”. È quello che si legge a proposito della distribuzione sociale sul territorio urbano della popolazione capitolina in un approfondimento (dedicato anche a Milano e Napoli) del rapporto 2017 dell’Istat, presentato questa mattina a palazzo Montecitorio.”Accanto a questa tipologia sociale coincidente a grandi linee con i municipi centrali – prosegue l’approfondimento – si riscontra una base insediativa caratterizzata da aree del ceto medio. In questo mosaico composito si intrecciano aree popolari a rischio di degrado, spazialmente parlando, l’8,1% della popolazione, in cui convivono differenti tipologie di disagio sociale ed economico. Queste aree accomunano la popolazione italiana e quella straniera: occupazione di bassa qualificazione, grado di istruzione medio-basso, nuclei familiari con numeri relativamente alti di componenti”. Da registrare, sempre secondo il Rapporto “una perdita progressiva dei confini tra centro e periferia. Un processo spaziale derivante dal quadro evolutivo della struttura sociale urbana e perturbana in cui agli insediamenti preesistenti si sommano nuove tipologie di abitanti”.
A Roma “emerge una decisa frammentazione sociale. Il centro storico mostra una morfologia compatta con una chiara prevalenza di aree residenziali a profilo medio alto, che rappresentano a livello spaziale il 38,9% della popolazione, intramezzate da alcune aree con prevalente popolazione anziana”. È quello che si legge a proposito della distribuzione sociale sul territorio urbano della popolazione capitolina in un approfondimento (dedicato anche a Milano e Napoli) del rapporto 2017 dell’Istat, presentato questa mattina a palazzo Montecitorio.”Accanto a questa tipologia sociale coincidente a grandi linee con i municipi centrali – prosegue l’approfondimento – si riscontra una base insediativa caratterizzata da aree del ceto medio. In questo mosaico composito si intrecciano aree popolari a rischio di degrado, spazialmente parlando, l’8,1% della popolazione, in cui convivono differenti tipologie di disagio sociale ed economico. Queste aree accomunano la popolazione italiana e quella straniera: occupazione di bassa qualificazione, grado di istruzione medio-basso, nuclei familiari con numeri relativamente alti di componenti”. Da registrare, sempre secondo il Rapporto “una perdita progressiva dei confini tra centro e periferia. Un processo spaziale derivante dal quadro evolutivo della struttura sociale urbana e perturbana in cui agli insediamenti preesistenti si sommano nuove tipologie di abitanti”.
Il secondo elemento comune tra le tre città è: “L’assenza di periferie uniformi e di segregazione residenziale dei gruppi più disagiati. Non emerge cioè un modello insediativo caratterizzato da grandi aree distinte dalla presenza esclusiva di specifici gruppi sociali”. Secondo l’Istat: “Questa porosità tra aree e gruppi diversi rappresenta un elemento di forza nella prospettiva dell’integrazione sociale, ma anche una possibile fonte di conflitti”. La terza caratteristica che accomuna Roma, Milano e Napoli è: “La presenza di aree compatte caratterizzate da una decisa presenza di profili medio-alti”.
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