24 maggio 2017

PER LA PROROGA DI OPZIONE DONNA

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, AI MINISTRI ED AI PARLAMENTARI DI QUESTO GOVERNO.
 
Egregi Ministri e Parlamentari di questo Governo, egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
ci siamo appellate a voi più volte per la Proroga e per la prosecuzione di Opzione Donna e per questo vi abbiamo fornito quelle che riteniamo giuste e circostanziate motivazioni. Vi abbiamo pregato di porre la necessaria attenzione ad “Opzione Donna”, ma non ci è giunto finora alcun cenno di riscontro da parte vostra.
Vi regolate come se non esistessimo e continuate a perseguire in forma unilaterale il vostro disegno di “portare a conclusione”, e cioè, di far morire, il regime “Opzione Donna” nonostante esso risponda ad un reale BISOGNO per migliaia e migliaia di Donne, e comporti indiscutibili ed elevatissimi vantaggi economici e sociali che vengono sistematicamente taciuti. In questo comportamento noi ravvisiamo aspetti di arbitrarietà (dal momento che la verifica d’impatto della Legge Maroni non è stata propriamente effettuata) e di incomprensibile crudeltà nei confronti di donne e lavoratrici non dissimili da quelle che la Legge 243 ha, nel momento in cui scriviamo, individuato e soddisfatto.
Consideriamo opportuno mettervi a conoscenza delle riflessioni e delle reazioni che i vostri comportamenti e la vostra indifferenza suscitano nelle migliaia di donne che noi rappresentiamo, le quali continuano a far parte di quel mondo femminile obbligato a subire le decisioni di una classe politica indisponibile ad accogliere e discutere le istanze espresse dal basso .
All’indomani della nomina a Presidente del Consiglio dei Ministri, l’Onorevole Paolo Gentiloni auspicava moderazione dei toni nel dibattito parlamentare, ricordando che il Parlamento non è un Social Network; raramente, all’interno delle discussioni che noi promuoviamo, si ravvisano punte di violenza verbale e/o sfoghi irrazionali; e speriamo che di questo atteggiamento, Gentili Onorevoli, sia espressione anche il “pezzo” critico, che qui ci permettiamo di portare alla Vs. attenzione. Esso rappresenta il pensiero di TUTTE NOI, e ha pertanto una Autorialità condivisa; è stato redatto in occasione della “non risposta” del ministro Poletti alle interrogazioni parlamentari dello scorso 4 maggio sulla Proroga di Opzione Donna.
La vergogna è un sentimento "intransitivo", un po' come il coraggio (diceva Don Abbondio che "il coraggio, uno, non se lo può dare"). Però, sempre più spesso, e soprattutto dopo la risposta del Ministro del Lavoro alle Interrogazioni Parlamentari circa la Proroga di Opzione Donna (4 maggio), leggiamo e scriviamo -sulle nostre bacheche: VERGOGNA! La vergogna esiste in relazione a qualche cosa, e assume, per ciascuno, un rilievo diverso: dall'imbarazzo passeggero -addirittura riconoscibile negli animali di cui ci circondiamo- fino al suicidio (esempi della Storia, della cronaca, del vissuto di ognuno etc).
Quando invitiamo alla vergogna, chiamiamo in causa delle cose impalpabili, eppure importantissime: l'onore (parola senz'altro fuori moda), la coscienza (per chi ce l'ha), la professionalità (lavorare per gli altri), la competenza in una mansione, insomma un groviglio piuttosto complesso che ha a che fare con una relazione e una capacità . Definiamo “vergognosi” il più delle volte quelli che riteniamo comportamenti inappropriati, in grado di scardinare le nostre attese, e/o di opporsi a quelli che riteniamo parametri universali (o, almeno, largamente condivisi). Nella risposta del Ministro del Lavoro alle interrogazioni Parlamentari su OD, sono venute meno alcune delle caratteristiche indicate qui, soprattutto là dove l'argomento della cristallizzazione del diritto "si schiaccia" sulla cristallizzazione del fondo (i risparmi di Od); se un "eventuale risparmio", come si legge nella risposta del Ministro, "dovrebbe poter essere certificato solo quando si sarà consumato il diritto all'esercizio dell'opzione da parte di tutti i soggetti interessati", perchè mai (per chi , e per cosa) è stato istituito il Contatore -ai sensi art 1 comma 281 Lds 2015 -che monitora gli accessi su base periodica, e ne dà conto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali il quale a settembre di ogni anno trasmette una relazione alle Camere proprio sull'andamento della sperimentazione? Perchè questa fotografia deve essere scattata diciamo così "SOLO AL LIMITE"? E', questo, ottemperare a quanto sancito dalla Legge di Bilancio? E poi: "eventuale risparmio" e "dovrebbe poter essere certificato" : sono forme di condizionale iperboliche e assolute, non traducibili nella realtà! Alcune delle interrogazioni erano corredate da tabelle e numeri nient’affatto ipotetici, ma perfettamente traducibili nella realtà : forse qualcosa è sfuggito al Ministro del Lavoro?
Il Ministro del Lavoro asserisce che solo un intervento normativo -per il quale è necessario reperire l'opportuna copertura finanziaria- potrebbe costituire la base per estendere il beneficio di Opzione Donna. Ricordiamo qui che Opzione Donna produce risparmi per le casse statali; che la pensione è calcolata con il metodo contributivo (fino al 30 per cento in meno rispetto a un assegno pieno); che l'accesso è regolato secondo il meccanismo di attesa previsto dalle" finestre"; che una misura previdenziale specifica per le donne è necessaria, e non ha nulla a che fare con l'entomologia; che tutte le donne, a parità di requisiti, sono uguali; che è vergognoso (vergognoso) pensare di stilare classifiche e creare discriminazioni sulla base di parametri arbitrari e vaghissimi (per la serie: più dividi, meno resta).
Ricordiamo che Opzione Donna è sopravvissuta alla riforma Fornero (legge vergognosa, tuttora in vigore: VERGOGNA!) e viene affossata dal Governo Renzi/Gentiloni; che Opzione Donna interessa migliaia e migliaia di donne; che le etichette coprono e non rimuovono il problema (“Settima salvaguardia, ottava salvaguardia. etc”: nella realtà: PERSONE VIVE E VERE). Ricordiamo che la Politica dovrebbe guardare all'oggi e anche al domani; che è pericoloso creare nuove fratture sociali su un terreno già segnato dalla disperazione, dalla povertà, dalla sfiducia, dalla mancanza di opportunità; che non servono doti di preveggenza speciali per intravedere un futuro (vicino) sempre più violento e imbarbarito, sempre meno capace di provare sentimenti condivisi.
LE ISCRITTE TUTTE DEL MOVIMENTO OPZIONE DONNA
DALLE DONNE PER LE DONNE. PROROGA OPZIONE DONNA 2018. OPZIONE DONNA STRUTTURALE

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