Con
Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Arturo Bruni, Vittorio Emanuele Propizio,
Donatella Finocchiaro, Raffaella Labboroni,
Antonio Gerardi, Andrea Lehotska, Riccardo Vitelli, Carolina Pavone, del 2017.
Quasi amici?
“Tutto quello che vuoi” è un film garbato e rassicurante. Non è
particolarmente originale, e del tutto prevedibile. Dopo il successo del film
francese “Quasi amici” di Olivier
Nakache del 2011, la tematica del rapporto tra anziano e badante va di moda;
anche qui è evidenziato il contrasto tra l’educazione (all’antica, ahimè)
dell’anziano Giorgio (il bravissimo Giuliano Montaldo) e la rozzezza del giovane
Alessandro (il bravo e carino Andrea Carpenzano).
Il
film è girato con un badget
ridottissimo: fa da scenario l’appartamento in un villino vicino a Villa
Sciarra, collegato dalla scala del Tamburino con Trastevere e che ben
rispecchia la differenza tra la tipologia residenziale “signorile” di
Monteverde e quella popolare trasteverina.
Giorgio
è un poeta elegante e intellettuale, nato a Pisa 85 anni prima, colpito da una
forma di Alzheimer. Era stato amico di Sandro Pertini (di cui porta sempre con sé
una sua foto) e aveva combattuto a fianco degli Alleati nell’ultima guerra
mondiale. Alessandro, invece, è un ragazzo di 22 anni, rozzo e ignorante –
l’unica cosa che legge è il “Corriere dello Sport” - che ha smesso di studiare e non ha ancora deciso
cosa fare della sua vita e, nel frattempo, spaccia nel quartiere. Suo padre,
stufo di vederselo ciondolare dentro casa e incapace a educarlo, gli trova il
lavoro di accompagnamento del vecchio signore, diventato ormai un po’ sbadato.
Alessandro
dalle prime ritrosie, poco a poco si incuriosisce delle cose strane e del mondo
sconosciuto che Giorgio rappresenta: la storia, la cultura ma anche la fantasia.
Ciò che maggiormente stimola il ragazzo è la stanza-studio dell’appartamento
dell’anziano poeta, le cui pareti sono tutte incise di poesie, ricordi e
associazioni libere. Si mette alla ricerca dei significati, di un luogo
rappresentato di un (forse) tesoro sepolto. Grazie a ciò Alessandro si mette a
investigare e va perfino in biblioteca, luogo ignorato e probabilmente
“snobbato” da lui e dai suoi amici nullafacenti.
Nasce
e si sviluppa, in tal modo, un’amicizia transgenerazionale e interclassista
grazie anche alla disponibilità di Giorgio che accoglie perfino gli inseparabili
amici “coattoni” di Alessandro, contento di spezzare così la solitudine causata
dalla morte della moglie cinque anni prima. Si spingeranno tutti insieme fino
in Toscana alla ricerca dei luoghi “perduti” e, a Pisa, dove Giorgio vuole
rivedere una sua vecchia fiamma.
Francesco
Bruni chiude il film con un finale agrodolce; sceneggiatore storico di Paolo Virzì,
di Mimmo Calopresti e de “Il Commissario
Montalbano”, è qui alla sua terza regia dopo il successo di “Sciallà (Stai sereno)” del 2011 e il meno
riuscito di “Noi 4” del 2014. In “Tutto quello che vuoi” Bruni svela lentamente come tutti i
personaggi rappresentati, anche quelli secondari, e in particolare quelli più
burberi o rozzi, siano in fondo persone con anime delicate. Il suo ottimismo è sicuramente
un po’ eccessivo ma, il tal modo, il film ha il ruolo di risollevare gli animi
degli spettatori.
Ghisi
Grütter
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