Pubblichiamo l’appello dell’Associazione Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, Emergenza Cultura alla Sindaca Raggi e al Ministro Franceschini perché siano fermati IMMEDIATAMENTE i lavori sulla via Alessandrina .
E' "simpatico" notare che l'iperattivismo di Franceschini, che non gli pare vero di avere nelle proprie mani quel bel giocattolo del MIBACT, sulla Via Alessandrina si inserisce in un momento in cui finalmente un importante numero di eminenti intellettuali e studiosi si sta dando un gran da fare per realizzare il progetto di Cederna per la pedonalizzazione dei Fori.
Ma si sa gli intellettuali parlano tanto e non portano voti.
E quindi chi se ne frega di quello che dicono.
D.F.
Appello per il Progetto Fori
Stanno demolendo la via Alessandrina. È il colpo di grazia al Progetto Fori, la più straordinaria proposta di rinnovamento dell’urbanistica romana messa a punto fra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del secolo scorso. L’essenza del progetto è l’eliminazione della via dei Fori Imperiali, la strada voluta da Benito Mussolini per collegare piazza Venezia al Colosseo e, sul piano retorico, per collegare l’impero romano al nascente impero fascista.
La prima idea di eliminare la strada era stata di Leonardo Benevolo che, in un libro del 1971, aveva suggerito di cancellare tutte le manomissioni operate ai danni del centro storico di Roma dopo l’unità d’Italia. Fu poi l’allora soprintendente archeologico Adriano La Regina che, nel denunciare i danni prodotti dal traffico ai monumenti romani, propose prima di eliminare le auto dalla via dei Fori Imperiali e subito dopo di demolire la stessa strada. La proposta fu raccolta dal sindaco Giulio Carlo Argan, da Antonio Cederna, Italo Insolera e da un grande numero di studiosi e intellettuali non solo italiani.
Ma a imporre il Progetto Fori al centro del dibattito politico, urbanistico e culturale fu Luigi Petroselli, sindaco dal settembre 1979 quando Argan si dimise. L’esordio di Petroselli in materia di archeologia fu lo smantellamento di via della Consolazione che da un secolo separava il Campidoglio dal Foro romano. Subito dopo il comune eliminò il piazzale che separava il Colosseo dall’arco di Costantino e dal resto del complesso Foro-Palatino. Si ricostituì così l’unità Colosseo-Foro Romano-Campidoglio e la continuità dell’antica via Sacra. Ma Petroselli voleva anche che la storia dell’antica Roma non fosse patrimonio solo degli studiosi e dei ceti borghesi ma di tutto il popolo di Roma, anche di quello più sfavorito. Perciò l’elaborazione del progetto fu accompagnata dall’esperienza delle domeniche pedonali di via dei Fori cominciata senza grande clamore nel febbraio del 1981, e continuata nelle domeniche successive, con crescente partecipazione popolare, nello stesso clima festoso dell’Estate romana di Renato Nicolini.
Ma improvvisamente, il 7 ottobre del 1981, solo due anni dopo la sua elezione, Petroselli morì, a quarantanove anni. Con lui cominciò a morire anche il Progetto Fori. Dopo di lui, tutti gli amministratori degli ultimi trent’anni hanno continuato a evocare il Progetto Fori, che non aveva però più niente a che fare con l’idea geniale e originaria di Adriano La Regina, Antonio Cederna e Luigi Petroselli di demolire la strada fascista e ricostituire l’unitarietà dell’area archeologica (Foro Romano e Fori Imperiali), non più intesa come monumento né come quinta evocatrice di illustri memorie, ma come spazio pedonale nel cuore della città moderna.
Non è possibile adesso – in questo momento di emergenza determinato dai lavori di smantellamento della via Alessandrina – riprendere il dibattito sui necessari aggiornamenti all’originario Progetto Fori. Interessa solo ricordare che negli ultimi anni si è realizzata un’ampia convergenza sul fatto che nulla impedisce di mettere mano allo smontaggio della via dei Fori Imperiali, sapendo che per le esigenze transitorie di ordine logistico fra piazza Venezia e largo Corrado Ricci si può utilizzare la via Alessandrina, l’unica strada storica sopravvissuta alla tabula rasa voluta da Benito Mussolini.
Chiediamo pertanto alla sindaca Virginia Raggi e al ministro Dario Franceschini di provvedere immediatamente alla sospensione dei lavori di demolizione della via Alessandrina e al ripristino del precedente stato di fatto.
Ma a imporre il Progetto Fori al centro del dibattito politico, urbanistico e culturale fu Luigi Petroselli, sindaco dal settembre 1979 quando Argan si dimise. L’esordio di Petroselli in materia di archeologia fu lo smantellamento di via della Consolazione che da un secolo separava il Campidoglio dal Foro romano. Subito dopo il comune eliminò il piazzale che separava il Colosseo dall’arco di Costantino e dal resto del complesso Foro-Palatino. Si ricostituì così l’unità Colosseo-Foro Romano-Campidoglio e la continuità dell’antica via Sacra. Ma Petroselli voleva anche che la storia dell’antica Roma non fosse patrimonio solo degli studiosi e dei ceti borghesi ma di tutto il popolo di Roma, anche di quello più sfavorito. Perciò l’elaborazione del progetto fu accompagnata dall’esperienza delle domeniche pedonali di via dei Fori cominciata senza grande clamore nel febbraio del 1981, e continuata nelle domeniche successive, con crescente partecipazione popolare, nello stesso clima festoso dell’Estate romana di Renato Nicolini.
Ma improvvisamente, il 7 ottobre del 1981, solo due anni dopo la sua elezione, Petroselli morì, a quarantanove anni. Con lui cominciò a morire anche il Progetto Fori. Dopo di lui, tutti gli amministratori degli ultimi trent’anni hanno continuato a evocare il Progetto Fori, che non aveva però più niente a che fare con l’idea geniale e originaria di Adriano La Regina, Antonio Cederna e Luigi Petroselli di demolire la strada fascista e ricostituire l’unitarietà dell’area archeologica (Foro Romano e Fori Imperiali), non più intesa come monumento né come quinta evocatrice di illustri memorie, ma come spazio pedonale nel cuore della città moderna.
Non è possibile adesso – in questo momento di emergenza determinato dai lavori di smantellamento della via Alessandrina – riprendere il dibattito sui necessari aggiornamenti all’originario Progetto Fori. Interessa solo ricordare che negli ultimi anni si è realizzata un’ampia convergenza sul fatto che nulla impedisce di mettere mano allo smontaggio della via dei Fori Imperiali, sapendo che per le esigenze transitorie di ordine logistico fra piazza Venezia e largo Corrado Ricci si può utilizzare la via Alessandrina, l’unica strada storica sopravvissuta alla tabula rasa voluta da Benito Mussolini.
Chiediamo pertanto alla sindaca Virginia Raggi e al ministro Dario Franceschini di provvedere immediatamente alla sospensione dei lavori di demolizione della via Alessandrina e al ripristino del precedente stato di fatto.
Alberto Asor Rosa
Piero Bevilacqua
Anna Maria Bianchi
Pier Luigi Cervellati
Filippo Coarelli
Vittorio Emiliani
Vezio De Lucia
Maria Pia Guermandi
Adriano La Regina
Paolo Maddalena
Tomaso Montanari
Rita Paris
Edoardo Salzano
Enzo Scandurra
Walter Tocci
Fausto Zevi
Piero Bevilacqua
Anna Maria Bianchi
Pier Luigi Cervellati
Filippo Coarelli
Vittorio Emiliani
Vezio De Lucia
Maria Pia Guermandi
Adriano La Regina
Paolo Maddalena
Tomaso Montanari
Rita Paris
Edoardo Salzano
Enzo Scandurra
Walter Tocci
Fausto Zevi
Associazione Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, Emergenza Cultura
9 Maggio 2017
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