4 maggio 2017

Ni patrie, ni patron.

                                                              Jean-Luc Mélenchon

E' lo slogan dei liceali francesi per esprimere la
loro avversione ad entrambi i candidati del ballottaggio.
Alcune proposte di Marine sono musica per le orecchie di
un elettore di sinistra : uscita dalla NATO, 35 ore,
pensione a 60 anni, fine delle sanzioni alla Russia
(viva il Donbass !). Ma la pregiudiziale antifascista
impedisce di darle retta.
L'altro candidato e' l'espressione dell'oligarchia
finanziaria, che sta' portando l'Europa alla rovina.
Saggiamente in occasione del ballottaggio tra il gollista
Pompidou ed il centrista Poher, i comunisti francesi
rifiutarono la scelta tra la peste ed il colera.
Jean Luc Melenchon ha fatto il miracolo di ottenere quasi
un quinto dei voti e, se non ci fosse stata la dispersione
di voti per il buon Hamon e i due candidati trotzkisti,
sarebbe andato al ballottaggio.
Ora ha di fronte l'impegnativo compito di confermare alle
legislative il risultato delle presidenziali e bene fa a
rifiutare la scelta tra i due candidati.
Va ricordato che la sua scelta generosa di appoggiare Hollande
al secondo turno delle precedenti presidenziali non e' stata
premiata : neanche Sarkozy sarebbe stato capace di una politica
piu' di destra della presidenza uscente.

         Franco Buccella

I commenti


Perdona Franco Buccella, il Manifesto di ieri  riportava però la notizia che Varoufakis, ex ministro delle finanze di Tsipras, ora sostenitore di una riforma democratica radicale dell'Europa, ha dato indicazione di voto per Macron, con la motivazione che bisogna impedire che la Le Pen vinca. Tu come la vedi?
Gian Carlo M.

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Caro Franco. In politica teorica non posso fare una gara con te. Nemmeno in matematica.
Però ho la passione della storia, che, rispetto alla politica, non si nutre di idee, ma di fatti e di dati.
Prendo le difese di Pompidou. Dici che i comunisti francesi " saggiamente" dovendo scegliere tra la peste e il colera fecero non quale sciocchezza.
vatti a leggere due libri: uno di Balladur ed uno di Esambert. Durante il periodo in cui Pompidou fu primo ministro e poi presidente della repubblica, l'economia francese cresceva di circa il 5% annuo, e la disoccupazione arrivò quasi a zero. Merito delle scelte di un grande economista ( paragonabile a Einaudi, che tu certamente disprezzi). Veniva dalla banca Rotschild, è vero, ma i suoi concittadini lo apprezzavano e lo votarono. Cosa vuoi? Non va bene che vada al governo uno che è gradito agli elettori? al ballottaggio mi ricordo che corse il rischio di essere eletto al primo turno. Cosa era: il colera o la peste, uno che ottenne la pace col FLN?
P. G.
( la storia va studiata sui libri di storia, non sui fascicoli della sezione del PCI )
 
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Caro Giancarlo,
        a mio avviso Melenchon deve cercare di confermare il
risultato delle presidenziali alle legislative, perche' e'
importante in un parlamento senza maggioranza presidenziale
la presenza di deputati della sinistra.
Come ho ricordato l'aver appoggiato Hollande al secondo turno
delle precedenti presidenziali con il risultato davanti
agli occhi di tutti non incoraggia a sostenere al secondo
turno l'ultraliberista ministro dell'economia del disastroso
governo "socialista", contro il quale, se risultera' vincitore,
la sinistra dovra' fare la piu' radicale opposizione.
Quindi "ni patrie", ma anche "ni patron".

      Franco Buccella
 
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Caro Paolo, condivido la tua ttima risposta che sottoscrivo pienamente.

Gli integralisti non leggono la storia, se la scrivono come piace a loro. I "signori della protesta" non vogliono governare e nemmeno avere una piccola compartecipazione in un governo e chisseneimporta di chi sta al governo, tanto loro devono, sanno fare solo questo e nemmeno tanto bene, solo contestare. Quindi più a destra è il governo e più medaglie contano di appuntarsi in petto conducendo la più fiera delle opposizioni perché loro sono nati per cercare di riunificare quel che loro stessi hanno scisso un attimo prima.

A.L.

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