4 maggio 2017

RIFLESSIONI

 
                                                             La Danza di Matisse
 
Oggi vorrei riservarmi qualche minuto di riflessione non per affrontare uno specifico fatto di cronaca politica, ma per porre sul tavolo il tema delle scelte e dei comportamenti individuali sia nel privato che nel pubblico. Invero questa "summa divisio " è più apparente che reale, atteso che come insegnava il grande Aristotele l 'uomo è un animale sociale e pertanto la sua esistenza è sempre connessa a quella degli altri. Parlare quindi di "privato e pubblico" rappresenta soltanto un approccio convenzionale, che nulla ci spiega della realtà nella quale viviamo. La mia esperienza di vita vissuta, il momento particolarmente difficile che in questa fase sto attraversando, mi induce a pensare che occorra rivedere molte delle scelte che compiamo ogni giorno. La cultura che ha dominato in Occidente a far capo da almeno gli ultimi 50 anni potrebbe averci ingannato. Si, ingannato in tutti i campi: economico, sociale, politico,individuale. Soprattutto negli USA all' indomani della fine del II conflitto mondiale si era affermato un pensiero politico nuovo, che metteva al centro della ricerca il tema "della libertà personale" in senso intimistico, alla ricerca e costruzione di una teoria aggiornata e coerente, di una nuova dimensione esistenziale umana nella quale le persone potessero essere davvero libere, autoresponsabili ed in tal modo costruire un nuovo sistema di relazioni sociali ed intersoggettive basate sulla condivisione, sul rispetto, sulla solidarietà,  sulla gioia reciproca nell' assistersi e nel vivere insieme in pace e letizia. Era questa l' aspirazione ad un mondo migliore, dopo le tragedie del II conflitto mondiale. Non a caso questa corrente filosofica era nata negli USA, che nella loro Carta Costituzionale ,come sapete, affermano per tutti gli uomini e le donne : "il diritto alla Felicità ". Che cosa è rimasto oggi di quella speranza ? Nulla o poco più di niente. La società occidentale infatti in questi ultimi 50 anni ha trasfigurato il "diritto alla Felicità " nell' obbligo indifferenziato "all' edonismo ". È stato il sistema economico neo-liberista che inducendoci a diventare tutti dei " consumatori finali " in modo subliminale ci ha indotto a credere che la libertà personale andasse declinata secondo una "cultura pop "',nella quale la confusione e contraddittorietà delle condotte e dei comportamenti rispondesse ad uno" stato di natura" , fosse quindi normale. Questa impostazione rielaborata da menti raffinatissime , prezzolate dal grande capitale, ci hanno indotto così a pensare che coerenza, sistema etico personale e sociale, scelte individuali e non, responsabilità verso i propri cari e le persone a cui dovremmo volere bene è mettere al centro naturale delle nostre vite , fossero valori  assolutamente relativi, sostituibili alla bisogna. Se una persona che fosse un lavoratore, un membro o componente di un asset familiare non ci fosse più piaciuto, non ci fosse stato più congeniale, era ed è giusto sbarazzarsene, costituisce infatti "uno scarto umano ". Le Chiese, qualunque esse fossero, invero ci avevano avvertito per tempo del caos al quale andavamo incontro, che avrebbe travolto le nostre vite individuali, le nostre famiglie, i nostri affetti . Noi non abbiamo voluto guardare oltre, non abbiamo voluto porci in termini critici nei confronti delle lusinghe di un modello di vita che prometteva una felicità facile per tutti, che sembrava dire che tutti potevano essere "felici" ancorché i loro comportamenti e condotte fossero caratterizzati da atteggiamenti "compulsivi ". Oggi siamo in grado di comprendere che ci hanno ingannato. Vedete, il Mondo musulmano che molto più di noi è rimasto legato alle sue tradizioni ancestrali, si è ribellato a questo pensiero unico, che a molti di Noi , sembra ancora essere" la cosa giusta". Sono infatti convinto che dietro l' avversione che il Mondo musulmano ha nei confronti dell 'Occidente vi sia la paura di essere omologati dalla Globalizzazione, di "pagare pegno "alla nostra serenità come purtroppo abbiano fatto Noi. Non credo sarà facile "cambiare rotta ", è però indispensabile, se desideriamo tornare ad essere uomini e donne che come nel capolavoro di Matisse "La Danza" ballano felici ed ebbri di vita ,tenendosi per mano,opppure vogliamo restare quegli  "Zombie" nei quali ci hanno trasformato. Luca Giordano per Tre Righe.

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