22 marzo 2017

LE PILLOLE DI MARCHESINI

FACCE

Ci sono facce che sono mappe aperte: dicono di una persona tutto. Viene quasi da distogliere gli occhi perché ci si sente insopportabilmente indiscreti. Ci sono invece facce così ermetiche e sigillate che di ciò che nascondono non si riesce a cogliere nulla. Lì dentro barricato c'è qualcuno che della vita è spaventato. Ci sono poi le facce dei bambini e quelle dei vecchi. Le prime sono totalmente presenti e nude, non solo non si vogliono nascondere, ma si vede proprio che cer...cano fameliche lo sguardo di qualcuno che le sappia apprezzare. Le seconde a volte sono dignitose e composte, ma il più delle volte sono sconvolte e ferite come di chi ha il presentimento della morte imminente. Non occorre leggere un libro, andare al cinema, iscriversi a un corso di psicologia o filosofia per cercare di capire meglio che cos'è la vita. Passeggiate lungo un marciapiede o dentro una villa, salite su un autobus o sedetevi a un bar. Guardatevi intorno: avete a portata di sguardo tutti i possibili romanzi dell'esistenza umana. Ogni faccia è una storia, un'opera comica o poetica, una tragedia. Poi, magari, se vi va, rientrate a casa e guardatevi allo specchio. E dite schiettamente, su ciò che vedete, la vostra

DONNA

Il destino-mandato che da sempre ha segnato il percorso esistenziale di chi nasce femmina è quello di diventare al più presto adulta per farsi carico delle faccende di casa, per accudire i fratelli più piccoli prima, i figli generati poi. E nello stesso tempo, in parallelo, di restare il più possibile bambina: ciglia lunghe, labbra rosse, pelle liscia e rosea, curve al punto giusto ma non esagerate, grazia e piacevolezza, allegria e sorriso permanente. La novità recente è che oltre ad essere brava a tenere casa, e fisicamente sempre bella e attraente, chi nasce femmina deve sempre più spesso affrontare il mondo esterno per guadagnarsi da vivere lavorando. Insomma, per chi oggi è femmina e donna, i fronti tra dentro e fuori si sono moltiplicati, mentre per chi è maschio e uomo impegni e parti sono rimasti sostanzialmente uguali. C'è chi deve piacere, sedurre, nutrire, lavare e pulire, riprodurre e far crescere. E ora, in più, trovarsi un impiego e lavorare per mantenersi o contribuire a mantenere. C'è chi no, o molto meno. Non dipenderà anche dal fatto che al mondo oggi siamo diventati sette miliardi e mezzo, e che il problema non è più pigiare l'acceleratore della natalità per scongiurare il pericolo dell'estinzione, ma affrontare i rischi e pericoli di un insostenibile sovraccarico umano? E non dipenderà anche dal fatto che le forme del lavoro oggi necessario richiedono sempre meno fatica e sforzo fisico, perché le tecnologie e l'automazione le stanno trasformando? E questo non significa inizio della fine di un modello/sistema faticoso ma necessario, a partire da una rigida divisione di ruoli e compiti tra i sessi, e l'inizio di un'era più ricca di spazi, alternative, maggiore circolarità e libertà nella scelta di parti e ruoli? Insomma, sono in discussione identità di genere e forme di relazione sociale considerate finora eterne e immodificabili, il chi - tra maschio e femmina, uomo e donna - fa cosa, come e perché da sempre dato per scontato. Come sempre, a spingere per il cambiamento e mettere in discussione i giochi è la parte finora più sfruttata e sacrificata. Come è giusto che sia.
 
I DECISIONISTI IN SALSA ITALIANA
 
Nelle comunarie dei Cinque Stelle a Genova per la scelta del candidato sindaco è intervenuto Grillo, garante per statuto di quel Movimento, per imporre la sostituzione della candidata vincitrice con un altro candidato. E per questo si è alzato un coro scandalizzato al grido: dittatore! Il comportamento di Grillo non mi è affatto piaciuto. Si tratta comunque di vicende interne al Movimento da lui creato. E Matteo Renzi che da cittadino privato impone al governo in carica di nominare chi vuole lui alle più alte cariche delle più grandi aziende dello Stato? E lo stesso Renzi che ha cacciato dal Campidoglio Marino eletto da 700.000 cittadini romani, come andrebbe definito: un benefattore paterno al servizio del popolo??
 
 

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