Abbiamo ricevuto in redazione una mail, che pubblichiamo a seguire, stimolata dall'articolo di Gian Carlo Marchesini sulla movida notturna a Piazza Bologna.
Ci fa piacere , perché offre lo spunto per una riflessione ed un approfondimento che molte volte ci manca per l'appunto non essendo, come Marchesini, più giovani e tanto meno universitari .
Grazie Stefano
Le Poste di Piazza Bologna
Vi scrivo a proposito dell'articolo di Marchesini pubblicato sul vostro giornale di marzo.
Sono uno studente di fisica dell'Università La Sapienza. Sono nato in un paese della Calabria ionica e mi sono trasferito a Roma per frequentare l'Università. Ho preso in affitto a caro prezzo - e in nero - una stanza con un compagno di studi. Mi piace Roma, ma ogni giorno sopporto i disservizi di questa città, dell'università stessa, ogni giorno condivido i problemi dei miei amici stretti tra i problemi del lavoro che non c'è e il desiderio di indipendenza che è difficile soddisfare. Per non pesare troppo sulla mia famiglia qualche sera lavoro - in nero - in un ristorante.
Ha pienamente ragione Marchesini quando parla di frustrazione ma dove dovrei andare per passare qualche serata con gli amici, in una città, come tante altre del resto d' Italia in cui l'università quando cala il sole chiude i battenti e si contano sulle dita di una mano i luoghi dove i giovani si possono incontrare, se non in mezzo alla strada con una birra?
Stefano
Ha pienamente ragione Marchesini quando parla di frustrazione ma dove dovrei andare per passare qualche serata con gli amici, in una città, come tante altre del resto d' Italia in cui l'università quando cala il sole chiude i battenti e si contano sulle dita di una mano i luoghi dove i giovani si possono incontrare, se non in mezzo alla strada con una birra?
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