7 marzo 2017

LA POLITICA ESPANSIONISTICA DI ISRAELE COME FATTORE DESTABILIZZANTE MONDIALE

 
 
Stamani sulla stampa ed i media nazionali non è stata data rilevanza ad un' importante notizia , propalata ieri dal ministro della difesa israeliana Avigdor Lieberman che parlando al Parlamento israeliano a proposito della Cisgiordania , avrebbe detto che" i rapporti tra gli USA ed Israele si incrinerebbero addirittura si interromperebbero se  Israele volesse incorporare nel suo territorio metropolitano la Cisgiordania " . Questa affermazione politica così grave, dà la misura dell' andamento irrazionale dell' Amministrazione israeliana di Netanyahu. L'ONU, la Corte Internazionale di Giustizia, il Comitato Internazionale della Croce ROSSA, considerano la Cisgiordania un territorio occupato da Israele. La Cisgiordania è sotto l' occupazione israeliana a far data dal 1967, la guerra dei sei giorni. Dall' armistizio di Rodi quando venne stabilito il cessate il fuoco tra gli eserciti israeliano e giordano , la Cisgiordania è rivendicata dallo Stato di Palestina. Con la striscia di Gaza costituiscono infatti i territori occupati. La Cisgiordania è chiamata anche West Bank ( sponda occidentale del fiume Giordano),gli Israeliani si riferiscono a questo territorio chiamandolo come : Giudea e Samaria, i due regni biblici. La posizione di Israele e' nota : 1) il confine orientale non è stato definito da nessuno 2) il territorio conteso non faceva parte di nessuno stato 3) in base agli accordi di Camp David con l' Egitto, l'accordo con la Giordania del 1994, , gli accordi di Oslo del 1993, lo status finale dei territori occupati sarà fissato nell' ambito di un accordo permanente tra israeliani e palestinesi. Del resto dopo la guerra dei sei giorni del 1967, l' ONU con la risoluzione n.242 aveva stabilito che Israele si ritirasse dal territorio occupato. Questa risoluzione era coerente e conforme con altra precedente risoluzione n. 181 del 1947, per la creazione di uno Stato arabo. Nel 1988 la stessa Giordania aveva rinunciato a qualsiasi pretesa sulla Cisgiordania riconoscendone la sovranità all' Olp. Nell' ambito degli accordi di Oslo lo stesso Israele riconosceva che lo status finale della Cisgiordania doveva trovare una soluzione  in un accordo tra Israele e la leadership palestinese e conseguentemente ritirò  le sue forze armate da alcune aree della Cisgiordania , che venne divisa in tre aree.  Oggi tutti questi accordi sui quali si è addirittura " posata la polvere" sembrano essere messi in discussione da un voltafaccia strategico della Amministrazione di destra israeliana rappresentata da Netanyahu. Non c'è bisogno di sottolineare la gravità , la ignavia, la protervia , l' irresponsabilità , la illegittimità di una simile scelta politica. Forse con ingiustificabile leggerezza la leadership israeliana ha sopravvalutato la " generosità e accondiscendenza" mostrata dalla Amministrazione Trump. Credo infatti che l' epilogo esternato in una battuta " uno stato, due stati in Palestina" delle scorse settimane fatta da Trump, in coda alla visita di stato di Netanyahu, sia stata foriera di un grosso equivoco , di un grave fraintendimento. Infatti se davvero Israele volesse perseguire la politica di un solo stato, iniziando ad incorporare la Cisgiordania nel territorio metropolitano israeliano, non solo incendierebbe il Medio Oriente, farebbe anche una cosa che noi come UE, non potremmo assolutamente accettare.
Luca Giordano per Tre Righe

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