Questo cartello non l’avevamo mai visto. Forse un nostro limite, ma siamo rimasti basiti.Nella bella piazza Palmieri a Monopoli , tirata a lucido mentre il palazzo da cui prende il nome cade a pezzi, la piazza è muta e silente.A parte l’angolo dedicato ai tavolini del solito ristorante. Una città che è sicuramente migliorata nel corso di questi ultimi anni, dove il massimo dello sballo erano le consuete feste padronali, con il corollario di luci, fuochi d’artificio , bancarelle le più disparate e l’immancabile cupolone multiluci che ospitava le bande per i concerti da tenere per l’occasione. Ora Monopoli si è trasformata. Facciate ripulite, camini degli antichi palazzi illuminati di sera, dehors in ogni dove, un’offerta di ristoranti, pizzerie, street food , le immancabili gelaterie, tutto nel massimo decoro e pulizia (malgrado che alle 23 i cestini sono già ricolmi) .Una folla multietnica ed elegante affolla ogni dove del borgo marinaro, e si aggira incuriosita tra i vicoli ammirando le mura veneziane come anche le vecchie case . E muti e severi , i vecchi cannoni guardano verso il mare aspettando un nemico che non arriverà più.
Insomma tutto sembra votato all’accoglienza e al
divertimento. Tutto tranne per i bambini che una volta erano i veri padroni dei
vicoli, rincorrendosi e chiamandosi ad alta voce. Padroni delle piazze dove
potevano tirare indisturbati quattro calci ad un pallone sgangherato
illudendosi per un attimo di essere un grande campione. Ora i severi
amministratori vietano proprio ai bambini di riprendersi la città, gli spazi,
lasciati ancora per poco liberi dai tavolini del solito bar o ristorante.
La città è dei bambini, diceva Rodari, Ma a Monopoli sembra
proprio che se lo siano dimenticato.
Domenico Fischetto
Domenico Fischetto
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