Sarei ben contento di sbagliare, ma delle impressioni non entusiasmanti avute a Piazza Santi Apostoli non posso tacere.
Ad esempio, annunciare fin dallo slogan che campeggia sul palco: Nessuno escluso, e poi non accettare la richiesta di intervento di Montanari e Falcone, mi sembra già in partenza un controsenso. Non poteva essere quello per il confronto un colpo d'ala coraggioso? Invece ho visto circolare nella piazza, insieme a diversi amici onesti e generosi, anche molto ceto politico del PD dal culo allenato a calcare poltrone, e la passerella stereotipata dei sorrisi e abbracci nei consueti saluti.
A conferma, ecco la presenza in carne e ossa di tutti i nobili e illustri Sì al Referendum: da Cuperlo, a Zingaretti, al ministro Orlando a far da corona a Pisapia. Che sarà stato un buon amministratore meneghino, ma in quanto a capacità di suscitare consenso, energia ed entusiasmo proprio non ci siamo. Stante il nembo temporalesco accumulato su Renzi, questi a me sembrano segnali interni al PD di una transumanza di riposizionamento in atto. Là dove Fassina e Civati sono usciti in tempi ancora non sospetti, i pronunciamenti attuali inducono non pochi dubbi e interrogativi.
Gian Carlo Marchesini
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