Tomaso Montanari
Tomaso Montanari non ha ancora un fisico e un viso tali da farsi notare, è ancora mediaticamente poco conosciuto, e incontrato casualmente al bar rischierebbe di non farsi riconoscere. Di notevole ha però una voce profonda, calda e virile, e ancora di più quello che dice. Stasera, 10 luglio, ha presentato il suo libro " La Cassandra muta" sul barcone sul Tevere dei Ciampicacigli, figlio e padre. Ad ascoltare lui, Walter Tocci e Andrea Ranieri, relatori validissimi, eravamo una settantina. (A Walter Tocci qualcuno ha chiesto come mai, con la sua vivida intelligenza politica, continuasse a restare nel PD. Lui ha risposto sorridendo: ma volete lasciarmi finire tranquillo la mia ultima legislatura?) Come al solito, rinfrescati dal ponentino, al dibattito è seguita un'ottima cena. Le comunità riflessive dei compagni politici e intellettuali dovrebbero funzionare sempre così: un proficuo e stimolante parlare ed ascoltare, un magnifico panoramico bel vedere, un buon mangiare e bere. Una signora mia commensale, a tavola, ha al proposito un pò maliziosamente osservato: "ma molti dei presenti qui stasera, tutti ottimi compagni, sarà mai stato dentro i meandri sottoproletari di Tor Bella Monaca?"
Montanari ha molto sottolineato il concetto che lui partecipa appassionatamente ma non per questo appartiene. E che non sacrificherà mai il primato del pensiero critico, e della sua metodica applicazione nella ricerca, a qualsiasi appartenenza organica. Lui, per intenderci, non scriverà mai l'editoriale di Ingrao sull'Unità del 1956 a sostegno dell'invasione sovietica dell'Ungheria, né pronuncerà mai il discorso di Moro sulla Lockeed a difesa di una Democrazia Cristiana che non si processa. Mi ci sono di mio immediatamente riconosciuto, ma credo anche di avere capito che Montanari non sarà mai il leader della Sinistra. Anche se non rinuncio per ora del tutto a questa speranza. L'intellettuale di cui la Sinistra ha bisogno non deve essere muto come Cassandra, ma deve dire le cose giuste che servono ad evitare il disastro che incombe, ed essere creduto. E a questo Montanari può dare un'ottima mano.
Montanari ha molto sottolineato il concetto che lui partecipa appassionatamente ma non per questo appartiene. E che non sacrificherà mai il primato del pensiero critico, e della sua metodica applicazione nella ricerca, a qualsiasi appartenenza organica. Lui, per intenderci, non scriverà mai l'editoriale di Ingrao sull'Unità del 1956 a sostegno dell'invasione sovietica dell'Ungheria, né pronuncerà mai il discorso di Moro sulla Lockeed a difesa di una Democrazia Cristiana che non si processa. Mi ci sono di mio immediatamente riconosciuto, ma credo anche di avere capito che Montanari non sarà mai il leader della Sinistra. Anche se non rinuncio per ora del tutto a questa speranza. L'intellettuale di cui la Sinistra ha bisogno non deve essere muto come Cassandra, ma deve dire le cose giuste che servono ad evitare il disastro che incombe, ed essere creduto. E a questo Montanari può dare un'ottima mano.
Gian Carlo Marchesini
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