"Chi fa la spia, non è figlio di Maria"
Forse è questo antico inno all'omertà e la comune devozione alla madonna di Medjugorie di babbo Renzi e del lobbista Russo che farà da collante alle loro labbra e da irresistibile invito a Marroni a lasciar perdere le sue smanie da whistleblowing circa le pressioni ricevute dai devoti per miracolare Romeo. Meglio che i retroscena degli appalti della Consip rimangano un segreto mariano e che la soffiata sulle microspie sia imputata ad un'apparizione della madonna. Certo, poi politici, supermanager e generaloni ci faranno la figura da pastorelli, ma almeno salvano la faccia e le terga (dipende dall'inquadratura).
Poi, se tutto finirà bene, quella statua della vergine si farà per grazia ricevuta.
E anzi sarà la protettrice dei corruttori, alloggiata in un degno luogo di preghiera, come i santuari che i mafiosi hanno eletto a protezione dei loro affari. I soldi non sono un problema. Occorre solo trovare un nome adatto. C'è chi vede bene quello di Madonna degli Appalti, oltre premono per Santa Maria delle Sette Mazzette o ancora Nostra Signora delle Tangenti, ma è ben piazzato anche un più sobrio Vergine delle Gare. Appena costruito il tempietto, ci saranno raduni di preghiera prima di ogni pubblico appalto, saranno bruciate microspie nei turiboli e nel momento clou dell'intercessione per le sante influenze, lei apparirà e rivelerà l'offerta giusta. Non a tutti, ma solo al custode del tempietto, l'unico che parla con la madonna. Già si sa chi sarà. Un uomo schivo, che ha lasciato gli eccessi e il suo vero nome, per ritirarsi in una vita di preghiera e mediazione. E che tutti ormai chiamano con devozione Padre Tiziano.
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