19 giugno 2017

Interrogazione Fassina Autodemolitori Parco Centocelle

Abbiamo riferito ai nostri lettori, il 10 giugno, dell'incontro pubblico svoltosi nel Parco di Centocelle a cui aveva preso parte il consigliere comunale Stefano Fassina. Coerentemente con l'impegno preso  nell'occasione, ecco di seguito il testo dell'interrogazione depositata da Fassina in Campidoglio e che sarà discussa in aula Giulio Cesare  prossimamente.
Un ringraziamento per la coerenza e la dedizione al consigliere Fassina, raro esempio, nel desolante panorama di rappresentanti pubblici, di impegno civico e sociale.
D.F.




 

Roma Capitale 

Assemblea Capitolina 

Gruppo Sinistra Per Roma Fassina Sindaco 

 

INTERROGAZIONE URGENTE 

art. 104 del Regolamento del Consiglio Comunale 

 

Il sottoscritto Consigliere di Roma Capitale 

PREMESSO CHE

Nella periferia di Roma est si trova il Parco Archeologico di Centocelle, che si estende su una superficie di circa 126 ettari, delimitato a nord da via Casilina, a est da viale Palmiro Togliatti, a sud da via Papiria; l’area del Parco Archeologico fa parte dell’ex complesso aeroportuale di Centocelle, intestata al Demanio dello Stato, ai sensi della Legge 29/1/1987, n. 453, pervenuta in dismissione dall’Aeronautica

Militare al patrimonio di Roma Capitale a titolo gratuito e consegnata al Dipartimento Tutela Ambientale; l’area ricade nel comprensorio archeologico “Ad Duas Lauros”, che è stato compreso tra le aree di interesse archeologico ai sensi dell’Art. 1, lettera m, della Legge 431/1985 (Legge Galasso), sottoposta a vincolo paesistico attraverso il D.M. del 21.10.1995 del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali; all’interno dell’area dell’ex aeroporto di Centocelle sono presenti beni archeologici e storici di notevole interesse (ville romane, l’antico tracciato della via Labicana, sepolcri, mausolei, catacombe, il tracciato in sotterraneo dell’antico acquedotto alessandrino, il Forte Casilino), oggetto di interventi di tutela da parte delle competenti Istituzioni Statali di seguito elencati:

       “Villa romana”, notifica del 7.1.1965 (vincolo archeologico sulla fascia che costeggia Via Casilina);

       “Osteria di Centocelle, D.M. 12.6.1966 (vincolo archeologico sul monumento presente su Via Casilina in prossimità dell’incrocio con Viale Togliatti);

       “Forte Casilino”, D.M. 23.2.1984 (vincolo monumentale sull’ex Forte Casilino);

       “Villa rustica”, D.M. 19.12.1991 (vincolo archeologico diretto ed indiretto sulla villa romana prospiciente Viale Togliatti).

       “Campo Marzio”, D.M. 9.7.1992 (vincolo archeologico sull’intera parte centrale, corrispondente all’antico Campo marzio di età imperiale).

CONSIDERATO CHE

il suddetto Comprensorio è un’area con forte densità abitativa, con un elevato livello di inquinamento determinato dal traffico veicolare e che la carenza di verde pubblico si accompagna a un elevato inquinamento atmosferico e acustico;

il D.lgs. 1444 del 2.4.1968 prescrive una dotazione minima per abitante di 9 mq di verde di quartiere e di 15 mq di verde urbano; 

con il Piano Regolatore Generale adottato nel 2003 e approvato nel 2008, l’amministrazione si  è posto l’obiettivo di dotare la città di uno strumento urbanistico il più possibile conforme agli standard urbanistici prescritti dal D.lgs. 1444 del 2.4.1968 e che nella sua previsione ha raggiunto un risultato di

8,8 mq di verde pubblico per abitante; 

il “Progetto Direttore dello SDO”, adottato dal Comune di Roma con D. C. n. 75 del 20.04.1995, delinea “una strategia di intervento che tende a privilegiare l’individuazione nei Comprensori direzionali Casilino e Centocelle – Torre Spaccata, di vaste aree verdi irrinunciabili, organizzate in parchi urbani, con funzioni di riequilibrio territoriale e ambientale del settore orientale”;  il Piano Particolareggiato del Subcomprensorio Centocelle, adottato dal Comune di Roma con D. C.

n.69 del 10.4.2003, destina a verde pubblico tutta l’area dell’ex aeroporto non occupata dalle strutture dell’aeronautica Militare;

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE

tra le maggiori criticità che rallentano la realizzazione del Parco Archeologico di Centocelle si è costretti a riscontrare la permanenza di autodemolitori lungo la porzione delimitata da via Palmiro Togliatti e a fianco dei due nuovi accessi al parco previsti su Via di Centocelle;

la presenza delle suddette attività private, non solo impedisce fisicamente l’accesso al Parco ai cittadini (si sottolinea che la fruibilità del parco e la sua frequentazione ne garantirebbero la cura e la sua sicurezza), ma è incompatibile con i vincoli archeologici e paesaggistici del parco;

tali attività inoltre, non rispettando  gli standard qualitativi previsti dalla vigente normativa di settore rischiano di rovinare il patrimonio naturalistico dell’area, che conserva in larga parte intatte le caratteristiche ambientali del paesaggio storico della campagna romana e accoglie 35 specie di avifauna (presenza censita dal WWF Lazio Gruppo Attivo Pigneto Prenestino). A tal proposito si ricorda l’incendio divampato il 02 giugno u. s. intorno alle 17 all'interno dell'autodemolitore Petrini, collocato all'angolo tra via M. Battistini e via Lucio II, la cui nube nera ha avvolto completamente il quartiere, sprigionando gas tossici, a seguito del quale la sindaca Virginia Raggi insieme all'assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari si sono impegnate a far sì che le attività di autodemolizioni cessino di operare nei centri abitati;

il Comune di Roma ha recepito la necessità di trasferire le suddette attività di autodemolizione e rottamazione dalle attuali collocazioni per la loro incompatibilità con la situazione ambientale e vincolistica, individuando con D.G.M. n. 451 del 23.12.2009 gli “interventi per la delocalizzazione dei centri di autodemolizione e rottamazione del Comune di Roma – Procedura per l’individuazione di nuove aree”; 

il Comune di Roma con la  Delibera della Giunta Capitolina n. 181 del 25.6.2014 ha individuato le linee di indirizzo programmatiche per la delocalizzazione e/o stabilizzazione dei centri di autodemolizione e rottamazione nel territorio di Roma Capitale per consentire al Dipartimento Tutela AmbientaleProtezione Civile-Direzione Rifiuti, Risanamenti e Tutela dagli inquinamenti insieme al Dipartimento Attuazione Urbanistica e al Dipartimento Patrimonio la definizione di un programma per il complessivo riassetto del settore;

l’attività di pianificazione, programmazione e verifica volte ad indagare la possibilità di  consolidamento delle strutture esistenti e/o la loro delocalizzazione  ai fini del rilascio delle autorizzazioni definitive previste dalla normativa vigente langue con una pedissequa riproposizione di proroghe; 

i dati complessivi delle demolizioni degli autoveicoli nel territorio della Città Metropolitana di Roma, registrati negli ultimi due anni (oltre 80.000) hanno reso evidente l’incapacità di smaltimento dei rifiuti in oggetto con eventuali possibili ripercussioni  ambientali e di ordine pubblico;

ATTESO CHE

risulta indispensabile che l’Amministrazione Comunale  adotti tutti i provvedimenti necessari per giungere alla gestione ordinaria del settore che contemperi l’interesse pubblico di smaltimento del rifiuto e l’interesse delle attività private  che agiscono in regime di sussidiarietà orizzontale per la gestione di un servizio di pubblica utilità;

RAVVISATO CHE

nel Muncipio V insistono il maggior numero degli autodemolitori di Roma Capitale, molti dei quali

(circa il 50%) situati nel Parco di Centocelle;

occorre superare il regime di precarietà e di ripetuta protrazione dello stato di fatto in ragione della necessità di non eludere i dettami previsti dalla vigente normativa in materia  di smaltimento di rifiuti pericolosi;

TUTTO CIÒ PREMESSO 

SI INTERROGA LA SINDACA E GLI ASSESSORI COMPETENTI PER SAPERE 

se ci sono stati e quali siano gli sviluppi rispetto alla delocalizzazione dei centri di autodemolizione presenti nel parco archeologico di Centocelle;

 

a quanto ammonti il numero complessivo dei centri di autodemolizione  e rottamazione presenti nel territorio di Roma Capitale, quanti di essi siano in regola, quanti impianti siano stati chiusi, quanti siano da delocalizzare e a che punto sia l’istruttoria riguardo alle scadenze poste dalla G.C. n. 181/2014;

 

a che punto siano le procedure espropriative  sui siti individuati in seguito all’Accordo di programma sottoscritto nel 1997 tra il Comune di Roma, la Provincia di Roma  e la Regione Lazio e se le  aree individuate possono essere considerate ancora operative ovvero si renda necessario reperire aree alternative idonee ad ospitare  le attività di cui trattasi ed in ogni caso rispondenti a quanto definito nel D.Lgs 209/2003  e ss.mm.ii;;

 

quali posizioni si intendono assumere nei confronti degli operatori attualmente autorizzati in regime provvisorio( prossima scadenza 30 giugno 2017) alla luce delle gravi criticità a livello ambientale che la loro presenza determina con particolare riguardo alle finalità di tutela ambientale derivanti dalla vigente normativa in materia di rifiuti speciali con particolare riferimento ai siti  situati in prossimità di zone di particolare pregio ambientale e culturale come i Parchi archeologici e le aree a verde.

 

 

Roma 15 giugno 2017 

                                                                      Il Consigliere

                                                                   On. Stefano Fassina

 

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