La Nuova Stazione Tiburtina
C’è qualcuno che si è accorto che nel II Municipio, complice
una amministrazione municipale e comunale assenti entrambi su tutta
la linea, è in atto una trasformazione urbanistica che sta sconvolgendo il
territorio con un grosso impatto antropico e veicolare?
Pensiamo proprio di no. E veniamo ai fatti.
Da quando è stata costruita la Nuova Stazione Tiburtina (NST) , inaugurata da "King George" nel 2011, si è cominciato a delineare un progetto di trasformazione urbana che avrebbe coinvolto presto il quadrante che va per l’appunto dalla NST a via Cupa. Infatti contemporaneamente alla NST veniva dato il via al progetto delle Case del Sole contrastato, è inutile dirlo, senza successo dai residenti. Il complesso in costruzione avrebbe oscurato i begli edifici di edilizia popolare del Tiburtino II e la distanza dal cimitero monumentale è poco più di 100 metri. Non bastando questi due importanti fattori, nel sottosuolo erano emersi dei capolavori archeologici che la soprintendenza, con un tempismo inusitato, catalogò e derubricò come di scarsa rilevanza storica. Sta di fatto che si procedette con celerità, dopo lo stop dell’accertamento dei ritrovamenti archeologici, alla costruzione del complesso che ora si staglia al cielo tra il Tiburtino II e il Verano. E i reperti? Una porticina seminascosta, attraverso una rampa di scale su via della Lega Lombarda, porta ad un percorso sotterraneo dove si possono “ammirare” i resti ritrovati. Vale la pena ricordare ai nostri lettori più giovani che l’intera area precedentemente era adibita a parcheggio ATAC e che fu venduta dall’amministrazione Veltroni a privati per €20 milioni. L’ingresso del deposito ATAC, tra via della Lega Lombarda e Via Arduino, fu riservato all’epoca ad uso municipale. Ma ancora adesso, ad opera conclusa vediamo che rimane letteralmente abbandonato ed utilizzato per deposito e parcheggio dal costruttore del complesso. Per assurdo avrebbero fatto bene a vendere anche quella , tanto né il Municipio né il Comune hanno i quattrini per finanziare qualsiasi progetto e non si assisterebbe adesso al triste contrasto tra un’opera privata completata, bella e luccicante, e quella pubblica, sgarrupata e abbandonata.
Da quando è stata costruita la Nuova Stazione Tiburtina (NST) , inaugurata da "King George" nel 2011, si è cominciato a delineare un progetto di trasformazione urbana che avrebbe coinvolto presto il quadrante che va per l’appunto dalla NST a via Cupa. Infatti contemporaneamente alla NST veniva dato il via al progetto delle Case del Sole contrastato, è inutile dirlo, senza successo dai residenti. Il complesso in costruzione avrebbe oscurato i begli edifici di edilizia popolare del Tiburtino II e la distanza dal cimitero monumentale è poco più di 100 metri. Non bastando questi due importanti fattori, nel sottosuolo erano emersi dei capolavori archeologici che la soprintendenza, con un tempismo inusitato, catalogò e derubricò come di scarsa rilevanza storica. Sta di fatto che si procedette con celerità, dopo lo stop dell’accertamento dei ritrovamenti archeologici, alla costruzione del complesso che ora si staglia al cielo tra il Tiburtino II e il Verano. E i reperti? Una porticina seminascosta, attraverso una rampa di scale su via della Lega Lombarda, porta ad un percorso sotterraneo dove si possono “ammirare” i resti ritrovati. Vale la pena ricordare ai nostri lettori più giovani che l’intera area precedentemente era adibita a parcheggio ATAC e che fu venduta dall’amministrazione Veltroni a privati per €20 milioni. L’ingresso del deposito ATAC, tra via della Lega Lombarda e Via Arduino, fu riservato all’epoca ad uso municipale. Ma ancora adesso, ad opera conclusa vediamo che rimane letteralmente abbandonato ed utilizzato per deposito e parcheggio dal costruttore del complesso. Per assurdo avrebbero fatto bene a vendere anche quella , tanto né il Municipio né il Comune hanno i quattrini per finanziare qualsiasi progetto e non si assisterebbe adesso al triste contrasto tra un’opera privata completata, bella e luccicante, e quella pubblica, sgarrupata e abbandonata.
Ma continuiamo il nostro tour. Quasi attaccata alla NST è
sorto , in men che non si dica, un complesso edilizio, di acciaio-cemento.
vetro, che si staglia come una parete divisoria tra il Municipio II e il Municipio IV. Una vera bruttura
architettonica che ha oscurato la vista dei castelli ai residenti del II
Municipio.
Ora di costruito per il momento ci sono queste tre opere , ma non è finita
qui. Il “mitico” Rossi , macchine movimento terra, su Via della Lega Lombarda ha
finalmente ottenuti i permessi e a dicembre è prevista l’ultimazione di un
centro commerciale, che comprenderà l’area di Via della Lega Lombarda, Via Giano
della Bella e Via Cupa. Se ci fate caso guardando una semplice cartina del
territorio l’ombra lunga di un nuovo ridisegno architettonico si sta lentamente
allargando e sta coprendo sempre più territorio. Ma non è finita qui.
La Regione Lazio, con la complicità silente e colposa del
Municipio II, ha venduto ad un fondo immobiliare l’ex centro Ittiogenico. Un
vecchio edificio, considerato impropriamente storico dai residenti a cui ha
pensato bene il MIBACT di Franceschini a togliere qualsiasi vincolo , dove per più di un
secolo sono stati riprodotte le uova di pesci di acqua dolce di vario tipo per il ripopolamento
dei nostri laghi e fiumi. Un centro di eccellenza, scuola di educazione
ambientale per generazioni di studenti. Ma si sa: pecunia non olet! E
chissenefrega dei cittadini che da anni portavano avanti una battaglia per
rendere pubblico quell’unico spazio verde in mezzo a tutto il caos della NST ,
della stazione degli autobus. Quando si deve fare cassa, ai cittadini si pensa
poco .Salvo poi ricordarsene in campagna elettorale. Ma questa è un’altra storia
e certamente a tempo e luogo sarà nostra cura ricordarlo ai cittadini. Che ci
farà il Fondo Immobiliare che ha acquisito l’area? Lo venderà a sua volta per
farci sopra un facile profitto? Staremo a vedere, ma le previsioni sono
fosche.
Spostiamoci un poco, sempre sulla via Tiburtina, ed ecco un cartello
affacciato sulla strada che pubblicizza la vendita di alcuni capannoni su Via Cupa,
meglio noti ai più come Centro Baobab. Ma come ? Non hanno posto per accogliere i migranti e vendono una struttura che proprio a questo era
adibita? A parte la svolta recente di quei dilettanti della politica che
governano al Campidoglio in chiave anti immigrati, complice il tonfo alle recenti
amministrative, far cassa sembra diventata la preoccupazione dei nostri
amministratori, siano essi regionali o comunali. Mai che si parlasse di
contenimento e razionalizzazione della spesa, di riduzione volontaria degli
emolumenti. Vendere, o meglio svendere e speculare sui gioielli di famiglia e fare cassa è l'unica loro vera preoccupazione. Così
sanno governare tutti.
Insomma a conclusione di questo mini tour intorno all’area
della NST , non possiamo che essere preoccupati. Ci chiediamo se dietro a
tutto questo attivismo edilizio ci sia un disegno di riordino dell’area oppure
sono semplicemente azioni dettate dalla speculazione che rendono
particolarmente appetibili, per la sua posizione centrale, i luoghi indicati.
Noi pensiamo che l’amministrazione comunale dovrebbe prestare maggiore
attenzione e vigilare perché questa concentrazione non produrrà altro che
ulteriore inquinamento e traffico caotico. Quando Montuori, che ha sostituito l'ottimo Paolo Berdini all’assessorato
all’urbanistica , avrà finito di mettere a posto l’armadio nel suo studio, così
ha dichiarato in una conferenza all’INARCH per indicare le sue priorità, i
giochi saranno fatti e magari sarà finita pure la consiliatura e lui tornerà al
suo antico mestiere.
E a noi cittadini rimarranno queste brutture, frutto della speculazione delle amministrazioni di tuti i colori politici che si sono alternate in questi anni duemila al Campidoglio.
E a noi cittadini rimarranno queste brutture, frutto della speculazione delle amministrazioni di tuti i colori politici che si sono alternate in questi anni duemila al Campidoglio.
Che mai qualcuno si
preoccupi degli interessi dei cittadini non è neanche il caso di ricordarlo.
Domenico Fischetto
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