30 giugno 2017

Recensione film: PARIGI PUO' ATTENDERE regia di Eleonor Coppola





Con Diane Lane, Alec Baldwin, Arnaud Viard, Cédric Monnet, del 2016.
Costumi di Milena Canonero. Musiche Laura Karpman.
 
 
Parigi può attendere è un breviario di come gli americani (ricchi of course) vedono l’Europa e i maschi francesi! Un’infilata di frasi fatte, di banalità e di stereotipi messi insieme con garbo, che alla fine si rivela quasi piacevole. La regista è Eleonor Coppola, la moglie del più famoso Francis Ford, che alla tenera età di 80 anni elabora la sua opera prima, dopo aver girato  alcuni documentari.
La vicenda narra di Anne (Diane Lane), la bella moglie cinquantenne di Michael (Alec Baldwin), produttore cinematografico hollywoodiano, che, per un leggero fastidio alle orecchie, evita di andare in aereo privato a Budapest con il marito, ma accetta invece un passaggio in macchina per Parigi da Jacques Clement, un collaboratore e socio francese del marito.
Jacques (Arnaud Viard) è un vero gourmet, fine conoscitore di vini e di haute cuisine; ama sinceramente la sua terra che vuole mostrare, nelle sue bellezze naturali e storiche, ad Anne, una donna statunitense puritana nata e cresciuta a Cleveland. Sarà proprio attraverso questo viaggio, infatti, che Anne farà una scoperta di mondi, di sensazioni, di piaceri e di desideri più o meno latenti, che forse non aveva mai svelato neanche a se stessa, continuando a registrare le suggestioni con una macchinetta fotografica, con  immagini di dettaglio.
Jacques è descritto come una figura tra il cliché e il roué - scrive Lucia Tedesco su cinematographe.it - e afferma che solo guidando si può conoscere un Paese. Conduce  quindi Anne da Cannes a Parigi a bordo di una vecchia Peugeot blu decapottabile, passando per i campi di lavanda della Provenza, attraversando l’acquedotto romano Pont de Gard, per l’Abbazia cluniacense di Vezelay, cibandosi di ottimo Pinot Nero della Borgogna con altrettanti formaggi squisiti (con il latte non pastorizzato!) della zona gastronomica più famosa al mondo. Si pranza poi a Lione dopo aver visitato il Museo del cinema – a Lione è la Casa-museo dei fratelli Lumière - e il Museo dei Tessuti antichi (ma non era ad Aubusson quello famoso?).
In effetti, Parigi può veramente aspettare!
 
Ghisi Grütter

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