1 giugno 2017

PERCHE' DICIAMO SI DEMOLIZIONE, NO ORTI URBANI SULLA TANGENZIALE.

Riceviamo dai nostri amici di Rinascita Tiburtina e volentieri pubblichiamo


 Tiziano Terzani scriveva sulle stazioni: “..sono specchi delle città nel cui cuore sono piantate. Le stazioni stanno vicino alle cattedrali, alle moschee, alle pagode o ai mausolei. Una volta arrivati lì, si è arrivati davvero. “
Non esiste al mondo una stazione che davanti a se abbia un muro, questo per una serie di ragioni,
la prima e più ovvia è che la stazione essendo la porta, l’ingresso ad una città non... può avere una barriera di fronte, che la chiuda e rimandi, per lo meno come sensazione, chi è appena sbarcato, proprio verso i binari, ovvero da dove è venuto. Quotidianamente viviamo i risultati derivanti dall’avere una stazione che non si apra alla città, risultati che non portano alcun beneficio né alla collettività urbana, che vive nelle sue vicinanze, né a coloro che hanno avuto l’ardire di aprire un’attività commerciale all’interno della stazione Tiburtina, i quali a malapena riescono a tirare avanti con il commercio derivante da coloro che transitano per prendere qualche treno, ma non dai romani che si trovano a passare da quelle parti, magari per prendere un autobus urbano o extraurbano, o la metropolitana.
Naturalmente non accenniamo nemmeno al degrado alla sporcizia e allo squallore e alla mancanza di sicurezza che si prova a passare sotto il tratto di tangenziale di fronte alla stazione. Non si dica che la proposta degli orti urbani è una barriera “ trasparente, moderna “; come alcune riproduzioni grafiche vogliono farci credere, un muro è un muro, anche se ha un lato vetrato e l’ altro a mattoni e una stazione non è un ghetto.
Inoltre sull’ assurdità degli orti urbani basti leggere quanto scrive l’architetto Sgandurra, su Paesaggio critico. https://paesaggiocritico.com/…/…/04/questa-non-e-lhigh-line/
Inoltre ci chiediamo se si abbia idea della quantità di acqua e manutenzione che richiede un orto e gli eventuali prodotti con tutte le polveri ferrose prodotte dal traffico ferroviario sarebbero commestibili, sani? O forse vogliamo fornire dei bivacchi migliori a quanti già bivaccano?
La Highline newyorkese come pure la Promenade Plantée sono percorsi rettilinei, per la precisione linee ferroviarie abbandonate con delle strutture che le sostengono esteticamente ben diverse dai nostri pilastri figli delle più anonime e ordinarie produzioni della prefabbricazione degli anni ’70, inoltre gli esempi stranieri sono posti ad un’ altezza maggiore rispetto ai palazzi vicini e tutti hanno un’altezza costante, non formano dei saliscendi con sottopassaggi vari e biforcazioni, e soprattutto non si pongono a chiusura di una stazione.

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