Con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce, Antonella Attili, Federico Pacifici, del 2017. Sceneggiatura di Roberto De Paoli, Luca Infascelli, Carlo Salsa.
Cuori Puri è un bel film, intenso e ben
scritto, girato con la camera a mano che riprende da dietro corse e camminate. Peccato
però che ci sia una filosofia sottesa qualunquista. Certo si può essere politically uncorrect, ma qui sembra che
non ci siano buoni e cattivi perché sono tutti più o meno cattivi, in modo tale
che il film trasmette solo amarezza.
Perfino Stefano (un mirabile Simone Liberati), il protagonista che ha ancora
qualche straccio di moralismo, alla fine cederà pressato dalle esigenze
economiche. Alcuni critici hanno osannato il film definendolo una risposta
italiana ai fratelli Dardennes e a Ken Loach. In Cuori Puri non c’è nessuna
presa di posizione né speranza, mentre nei film di questi registi c’è l’elemento
di solidarietà che riscatta la tristezza della dura realtà, basti ricordare, ad
esempio, il belga Due giorni, una notte
del 2014.
Siamo nella periferia sud est, nella zona più turbolenta
della banlieue romana. Ma la città qui
non è protagonista, non ci sono compiacimenti fotografici dell’housing sociale, la dimensione urbana fa
da scenografia, da fondale alle vicende umane. Stefano è il guardiano di un
parcheggio, confinante con un campo rom, di un centro commerciale e deve
proteggere le auto prevalentemente dagli zingari. Ma chi sono i veri ladri?
Agnese (Selene Caramazza), la ragazzina viziata la cui mamma le sequestra il
cellulare o Lele (Edoardo Pesce), lo spacciatore di Tor Sapienza che ruba
assieme a Stefano i soldi al negozio di frutta e verdura del maghrebino? E gli
zingari? In tale contesto, la famosa “guerra tra poveri” ha il sopravvento: lo
straniero e l’italiano disadattato diventano i “diversi” contrapposti in una
marginalità ai limiti della disperazione.
Tra
Stefano e Agnese c’è una forte attrazione e, nonostante le differenze, nasce
una relazione. I nostri Romeo e Giulietta sono di due diversi ceti sociali: i
genitori di Stefano, più o meno nullafacenti, sono indebitati con tutti e hanno
due anni di arretrati sull’affitto di casa (infatti saranno sfrattati e
finiranno in una roulotte prestata di
fronte a casa). La mamma di Agnese (Barbora Bulova) è, invece, una giovane
signora benestante che frequenta la chiesa di don Luca (l’unica figura
sorridente e veramente simpatica fra tutti); bigotta e sessuofobica si dà al
volontariato in modo quasi fondamentalista e spinge la figlia a fare il voto di
“cuore puro” e cioè di castità fino al matrimonio (ma una volta non era
implicito nel cattolicesimo?). Le figlie di donne così, molto spesso
trasgrediscono le regole, solo per punire le madri.
Ma
sarà una vera storia d’amore quella tra Agnese e Stefano? Lei è desiderosa di
sessualità, mentre la madre la vorrebbe vergine, lui è un frustrato in cerca di
comprensione e affetto. I ragazzi sono molto giovani ma già pressati dalle
circostanze della vita e il loro incontro è un po’ maldestro, i loro baci sono
leggermente goffi e impacciati come quelli degli adolescenti, nonostante i 25
anni di lui e i 18 di lei. Il loro rapporto crescerà man mano nonostante timidezze,
incertezze, e molti silenzi.
Il
film Cuori Puri,
opera prima di Roberto De Paolis, è stato presentato in anteprima al “Quinzaine
del Réalisateurs” del Festival di Cannes 2017 riscuotendo un notevole successo.
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