4 giugno 2017

Recensione film CUORI PURI regia di Roberto De Paolis



Con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce, Antonella Attili, Federico Pacifici, del 2017. Sceneggiatura di Roberto De Paoli, Luca Infascelli, Carlo Salsa.
 

 

 




Cuori Puri è un bel film, intenso e ben scritto, girato con la camera a mano che riprende da dietro corse e camminate. Peccato però che ci sia una filosofia sottesa qualunquista. Certo si può essere politically uncorrect, ma qui sembra che non ci siano buoni e cattivi perché sono tutti più o meno cattivi, in modo tale che il film trasmette solo amarezza. Perfino Stefano (un mirabile Simone Liberati), il protagonista che ha ancora qualche straccio di moralismo, alla fine cederà pressato dalle esigenze economiche. Alcuni critici hanno osannato il film definendolo una risposta italiana ai fratelli Dardennes e a Ken Loach. In Cuori Puri non c’è nessuna presa di posizione né speranza, mentre nei film di questi registi c’è l’elemento di solidarietà che riscatta la tristezza della dura realtà, basti ricordare, ad esempio, il belga Due giorni, una notte del 2014.

Siamo nella periferia sud est, nella zona più turbolenta della banlieue romana. Ma la città qui non è protagonista, non ci sono compiacimenti fotografici dell’housing sociale, la dimensione urbana fa da scenografia, da fondale alle vicende umane. Stefano è il guardiano di un parcheggio, confinante con un campo rom, di un centro commerciale e deve proteggere le auto prevalentemente dagli zingari. Ma chi sono i veri ladri? Agnese (Selene Caramazza), la ragazzina viziata la cui mamma le sequestra il cellulare o Lele (Edoardo Pesce), lo spacciatore di Tor Sapienza che ruba assieme a Stefano i soldi al negozio di frutta e verdura del maghrebino? E gli zingari? In tale contesto, la famosa “guerra tra poveri” ha il sopravvento: lo straniero e l’italiano disadattato diventano i “diversi” contrapposti in una marginalità ai limiti della disperazione.

Tra Stefano e Agnese c’è una forte attrazione e, nonostante le differenze, nasce una relazione. I nostri Romeo e Giulietta sono di due diversi ceti sociali: i genitori di Stefano, più o meno nullafacenti, sono indebitati con tutti e hanno due anni di arretrati sull’affitto di casa (infatti saranno sfrattati e finiranno in una roulotte prestata di fronte a casa). La mamma di Agnese (Barbora Bulova) è, invece, una giovane signora benestante che frequenta la chiesa di don Luca (l’unica figura sorridente e veramente simpatica fra tutti); bigotta e sessuofobica si dà al volontariato in modo quasi fondamentalista e spinge la figlia a fare il voto di “cuore puro” e cioè di castità fino al matrimonio (ma una volta non era implicito nel cattolicesimo?). Le figlie di donne così, molto spesso trasgrediscono le regole, solo per punire le madri.

Ma sarà una vera storia d’amore quella tra Agnese e Stefano? Lei è desiderosa di sessualità, mentre la madre la vorrebbe vergine, lui è un frustrato in cerca di comprensione e affetto. I ragazzi sono molto giovani ma già pressati dalle circostanze della vita e il loro incontro è un po’ maldestro, i loro baci sono leggermente goffi e impacciati come quelli degli adolescenti, nonostante i 25 anni di lui e i 18 di lei. Il loro rapporto crescerà man mano nonostante timidezze, incertezze, e molti silenzi.

Il film Cuori Puri, opera prima di Roberto De Paolis, è stato presentato in anteprima al “Quinzaine del Réalisateurs” del Festival di Cannes 2017 riscuotendo un notevole successo.


 
Ghisi Grütter
 

 

 

 

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