1 giugno 2017

UNA MAIL DAL VENEZUELA IN FIAMME

 Pubblichiamo questa commovente mail ricevuta da un nostro connazionale, venezuelano a tutti gli effetti, vista la passione e il trasporto con cui ci descrive la situazione che si è venuta a creare in Venezuela sotto la dittatura di Maduro. Quello che colpisce è il senso di impotenze di cui è pervasa tutta la mail. Ma la voglia di lottare e di gridare al mondo le ingiustizie e i soprusi sembrano ancora ben vivi. Anche se questo avviene attraverso un messaggio affidato ad una" bottiglia" e lanciato nella rete.
D.F.
                                                
                                              Nicolas Maduro
 

 Carissimi amici ,
Venezuela arde e Maduro si esibisce suonando il piano nel teatro Teresa Carreño.( mi ricorda Nerone e l'incendio di Roma)
 Già sono 73 i valorosi cittadini che hanno perso la vita partecipando nelle manifestazioni contro il governo. Migliaia sono i feriti ;2900 incarcerati, molti di essi torturati.Purtroppo è una lotta disuguale. E' un popolo disarmato contro una polizia pretoriana e gruppi di delinquenti agli ordini del governo ,chiamati " colectivos".E' veramente triste che la maggior parte dei morti sono giovani studenti ai quali abbiamo fatto ereditare una Venezuela tragica e rovinosa , e sono essi che pagano con la vita il tentativo di riscattare la libertà, i valori umani, la dignità del cittadino ,il futuro della loro patria.
 Mentre vi scrivo nel mio cuore nasce una rabbia che giunge alla mente e scuote i ricordi di ciò che vent'anni fa  fu questo paese .Furia e irritazione che mi obbligano  a non essere uno spettatore passivo. Purtroppo ,ho settanta nove anni, provo uno sgradevole senso di debolezza ,non posso più permettermi di essere in prima fila e affrontare con i miei giovani le bombe lacrimogene , i getti di acqua delle così dette Balene, le armi da fuoco che usa la Guardia Nacional e i Colectivos.
 Tuttavia partecipo a marce e altre attività che servono chiarire la mia opinione rispetto  alla dittatura che vuole istaurare Maduro ,che si fa,accompagnare da disonesti funzionari che opportunisticamente lo sorreggono, per non perdere il potere e quindi essere giudicati dalla giustizia.
 Purtroppo il mondo, solo ora, si sta' accorgendo del diabolico progetto che si vuole realizzare  in Venezuela, un progetto non voluto dai venezuelani, che hanno sofferto la morte di 350000 cittadini, per mano di delinquenti, in solo diciotto anni, che hanno visto il valore del bolivar (moneta) svalutarsi vertiginosamente, vittimi di una una inflazione del 1000% in un anno.
 Una Venezuela dove la mortalità infantile è aumentata del 34%   , dove è quasi impossibile trovare alimenti e medicine; dove si assassinano sacerdoti ,si violano immagini sacre, si denudano e violentano seminaristi si attaccano chiese.
 L'umiliazione e la tristezza che teneva immobile questo popolo, che consideravo miserabile e sconfitto, si sono trasformate  in furia   :  la gente manifesta per un legittimo diritto alla vita, alla liberta , alla giustizia e gia' non ha paura di morire per questo. E' l'inno nazionale che incita il "bravo pueblo" a gridare " muera la opresion" che invita alla rivolta quando il dispotismo cerca di alzare la voce.
 Quello che fa impressione che questo canto allegorico esorta a tutta America Latina a fare causa comune contro la tirannia di qualsiasi colore sia.
 "Abajo cadena !  Gritava  el señor, y el pobre en su chosa Libertad pidio'"E' il popolo fatto di ricchi e poveri  impresari e lavoratori che hanno diritto alla libertà.
 Vi ringrazio dei momenti felici che mi avete fatto passare in Italia e spero di rivedervi al più' presto.
Gaspare

I commenti in rete


 Per conoscere un punto di vista su quello che sta'
avvenendo in Venezuela diverso dalla descrizione
del signor Gaspare segnalo l'articolo su Le Monde
Diplomatique di Maggio di Maurice Lemoine (pag.20-21),
nel quale e' mostrata l'analogia con quanto sta'
accadendo in Equador dopo la vittoria di stretta
misura di Lenin Moreno (che bel nome !) sul
banchiere multimilionario Guillermo Lasso.
Nel caso dell'Equador c'e' anche il particolare
comico che, illusi da alcuni "conteggi rapidi",
che avevano dato vincitore il banchiere i media
a lui favorevole avevano annunciato la sua
vittoria ed un deputato della Sociedad Patriottica
aveva chiesto invano ai militari di esigere il
riconteggio (Berlusconi docet), che comunque fu
fatto confermando confermando la vittoria di Moreno.
Chi leggera' l'articolo di Lemoine trovera' la
conferma che sugli eventi politici c'e' un punto
di vista di destra ed uno di sinistra.

      F.B,

 

 

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