10 giugno 2017

Regno Unito: Quel vecchio rottame della sinistra ha riportato in Gran Bretagna il bipartitismo





Avrebbe voluto trattare una Brexit molto dura, Theresa May, avrebbe voluto avere un mandato popolare molto forte per imporre le sue politiche conservatrici che incarnano l’euroscetticismo e l’assenza dello Stato. Avrebbe voluto, ma non può. Come titolano molti quotidiani italiani, “la May non è la Thatcher e ha perso la sua scommessa”. David Cameron si era giocato tutto con il folle referendum sull’Europa; lei ha sciolto il Parlamento con tre anni di anticipo e ha rischiato di consegnarlo al partito laburista.



Alla base della crisi del partito conservatore c’è sicuramente l’incoerenza di Theresa May. Durante la campagna referendaria sulla Brexit, la May (ministra dell’interno) si schierò per l’adesione all’Unione, posizione quantomeno ambigua. Ma una volta al comando del Paese ha scelto di percorrere la strada della completa rottura a qualsiasi compromesso con i 27 per correre dietro agli elettori nazionalisti. Forse, anzi sicuramente, ha sottovalutato che spesso questi elettori appartengono alla classe popolare e riservano una certa ostilità ai tagli di bilancio. Così la premier britannica ha perso la propria identità politica, mentre Corbyn, spingendo per un compromesso con l’Unione che permetta al Regno Unito di conservare l’accesso al mercato unico, ha dimostrato che la sinistra socialista non è morta e può mobilitare i giovani contro l’ingiustizia sociale, un elemento sempre più presente nelle nostre società
.
I giovani. Sono proprio loro i principali artefici dell’incredibile arretramento dei conservatori a queste elezioni anticipate volute proprio da Theresa May. Si sono recati in massa alle urne per votare Jeremy Corbyn, che ha puntato tutto sugli ideali e sulla volontà di tornare ai fondamenti della sinistra europea, alla previdenza sociale e alla difesa delle fasce più deboli della popolazione.



Già portato alla direzione del suo partito dal voto dei militanti di base contro la volontà dell’apparato e dei parlamentari, che lo consideravano un dinosauro incapace di conquistare la fiducia e il voto delle classi medie e popolari per riportare i laburisti al potere, Corbyn era partito a venti punti di distanza dai conservatori. Eppure  i giovani britannici sono stati sedotti da un vecchio signore, classe 1949,  che ha criticato senza sosta il declino del sistema politico britannico causato soprattutto dai tagli al bilancio adottati dal governo conservatore.



Così, mentre la May - che dal voto anticipato avrebbe voluto ottenere un mandato popolare che le permettesse di avviare, da una posizione di forza, i negoziati sulla Brexit - ora non è detto che riesca a salvarsi la poltrona e se dovesse riuscirci si presenterà sicuramente indebolita al negoziato con l’Unione,  Corbyn, quel vecchio rottame della sinistra britannica ed europea, ha riportato in Gran Bretagna il bipartitismo conquistando oltre il 40% degli elettori, dimostrando che la politica non è un fatto anagrafico e che destra e sinistra esistono ancora.



Maura Pisciarelli

I COMMENTI IN RETE

>Il risultato delle elezioni inglesi con 315 seggi per i
>coservatori, che hanno ottenuto il 42.4 dei voti, e i 266
>seggi dei laburisti, che hanno ottenuto il 40.2, mostra
>la distorsione della volonta' popolare del sistema dei
>collegi uninominali. Infatti moltiplicando 650 (il
>numero totale dei deputati) per le percentuali ottenute
>si ottiene 276 e 261, una differenza di 15 seggi invece
>dei 49 ottenuti. Pensando all'alleanza con gli unionisti
>dell'Irlanda del Nord per i tories e con i nazionalisti
>scozzesi per il Labour, la percentuale della prima
>coalizione ha una percentuale minore della seconda :
>il rovesciamento della volonta' popolare !
>Come e' avvenuto negli Stati Uniti, che hanno avuto
>il regalo di questo pessimo presidente, pur avendo
>preso tre milioni di voti in meno dell'impopolare
>avversaria scelta con una pulsione suicida dal
>partito democratico.
>
>     F.B.

 

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