Si è tenuto il 6 ottobre l’incontro pubblico organizzato da Sinistra Unita II Municipio “Oltre il caso ATAC”.
Un incontro che racchiudeva
due novità :
La prima che era stato
organizzato da tutte le componenti che animano la Sinistra nel II Municipio. Un
interessante laboratorio dal “basso” mentre dall’”alto” continuano ad
incontrarsi, a scontrarsi ma ancora a non mettersi d’accordo. Quindi un
esperimento da guardare con attenzione e rispetto. Non tutto è stato facile e
lungo il percorso che ha portato al 6 ottobre ci sono state discussioni come
era prevedibile quando diverse anime ed intelligenze si incontrano per un
obiettivo comune. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’iniziativa è
riuscita , la sala gremita e la qualità degli interventi lo dimostrano
ampiamente.
Il secondo elemento di novità era appunto il modo in cui si sarebbe affrontato il tema ATAC , azienda che ampiamente riempie le cronache di Roma ormai da molto tempo , più ombre che luci . Un’azienda che per fatturato ed indotto è tra le prime della città di Roma, con riflessi non solo sulla vita degli 11.000 dipendenti e delle loro famiglie ma sulla qualità della vita di tutti i romani .
Il secondo elemento di novità era appunto il modo in cui si sarebbe affrontato il tema ATAC , azienda che ampiamente riempie le cronache di Roma ormai da molto tempo , più ombre che luci . Un’azienda che per fatturato ed indotto è tra le prime della città di Roma, con riflessi non solo sulla vita degli 11.000 dipendenti e delle loro famiglie ma sulla qualità della vita di tutti i romani .
Cosa pensa la Sinistra dell’ATAC? Quale modello di sviluppo
propone? A quale “ciambella di salvataggio “ aggrapparsi”? Si va verso la
direzione giusta con gli ultimi provvedimenti adottati? Fa bene chi ne vuole la
privatizzazione? La trazione con combustili fossili può continuare ad essere la
risposta giusta? Qual' è il sistema di trasporto pubblico più ecologicamente compatibile
?
Insomma a queste ed ad altre domande si è cercato di rispondere nel corso delle tre ore dell’incontro.
Tre Righe mano a mano che
arriveranno i contributi dei relatori ne pubblicherà il resoconto. Ma in questo
caso vogliamo cominciare dalla fine , dalle proposte che sono emerse, nel corso
della discussione con gli interventi del pubblico. Tra cui interessante c’è sembrata
quella proposta da Edward Linch che pubblichiamo a seguire.Insomma a queste ed ad altre domande si è cercato di rispondere nel corso delle tre ore dell’incontro.
Infatti molte
volte questi incontri producono un “cahiers des
doleances” spesso inconcludente .Sappiamo tutti quali sono i mali dell'ATAC .Ma
nessuno tira fuori una soluzione purchè minima, soprattutto se impopolare.
Edward ha avuto il merito
di averne tirato fuori una, apprezzabile
Perfettibile ovviamente e certamente integrabile con altri
provvedimenti.E in questo caso Il nostro pensiero corre in primis alla moralizzazione della dirigenza, alla coscienza dei lavoratori, al senso di appartenenza e all'orgoglio di lavorare per un servizio pubblico vitale per la città. Tutte cose che ora non ci sono, e se ci sono non ce ne siamo accorti. Se la proposta di Edward andasse avanti senza tutto questo , noi sappiamo già dove si andrebbe a parare : il fiume di denaro generato non servirebbe a nulla e ce ne vorrebbe dell'altro .La parola chiave è moralizzazione. Non è solo un problema dell'ATAC ma di tutta la società italiana, se no non ci sarebbe per esempio tutta questa evasione (calcolata in 111 miliardi di Euro!!!!) , fatte salve qualche benemerita eccezione. E' su questo che bisogna lavorare.. Con le buone e , se occorre, con le cattive. Per esempio , dimostrato che molti sono stati assunti in ATAC in maniera clientelare o si “demansionano” o si licenziano. Non ci sono vie d'uscita. Gli stipendi dei manager devono essere correlati al raggiungimento di obiettivi legati alla produttività ed alla qualità del servizio, non ci sono vie di mezzo anche in questo caso: prendere o lasciare. C'è chi ruba dal magazzino, fà melina o l'assenteista? i provvedimenti sono scritti nel codice penale e nel contratto di lavoro , non c'è bisogno che li ripetiamo noi.
Ci rendiamo conto che chi attuasse questi provvedimenti sarebbe impopolare e le reazioni potrebbero essere anche “ estreme”.
Ma bisogna crederci e provarci, se no non si cambia.
Domenico Fischetto
La proposta di Edward Linch
Il problema del trasporto pubblico è
drammatico a Roma e visibile a tutti.
Il problema dell’inquinamento a Roma è
molto meno visibile ma nel medio e
breve periodo potenzialmente ancora più drammatico. Le due questioni sono strettamente collegate a
Roma.
Roma è anche una città obiettivamente molto diversa dalle altre. Ha una estensione
7 volte maggiore di Milano e una popolazione 2 volte quella di Milano. La
densità abitativa
dunque è 3,5 meno di quella di Milano. Più
è bassa
la densità abitativa
di una città più
è difficile
e costoso avere un trasporto pubblico efficiente. Uno dei motivi principali del disastro del
trasporto pubblico a Roma, se non la
principale, è l’alto numero di macchine private che è
anche
in parte dovuto alla bassa densità abitativa. Questo esaspera chiaramente il problema dell’inquinamento. In generale, le aree urbane
europee sono riconosciute come
responsabili di circa il 23% di tutte le emissioni di CO2 prodotte dal settore
dei trasporti in Europa. Roma,
contribuisce temo più di altre città all’inquinamento
avendo 670 macchine per 1000 abitanti (2012) mentre Parigi per esempio ne ha 464 e
Berlino ha meno della metà di Roma (316). Delle 7 capitali preso in considerazione da
uno studio recente di Veronica Usai (Roma, Parigi, Berlino,
Vienna, Londra, Madrid, Copenhagen),
Roma ha il numero di macchine per abitante più alta e la densità abitativa più bassa. L’inquinamento potrebbe essere risolto in gran parte con la
sostituzione delle macchine tradizionali con veicolo elettrici ma questo non
risolverebbe il problema del trasporto pubblico.
Roma ha pochi km di metropolitana. Il
trasporto pubblico si basa molto sui bus. La velocità
dei bus è
bassa a Roma a causa del traffico:
Roma 16 km/ore. A Berlino per esempio è
19,5km/ore. La velocità
è bassa
a Roma nonostante il fatto che non si paga il biglietto all’autista.
Per ridurre l’evasione del biglietto sui bus non
possiamo permetterci di fare pagare il biglietto all’autista o rimettere il bigliettaio
sul bus: ridurrebbe ulteriormente la velocità commerciale dei bus. Ma per iniziare a risolvere da subito
la crisi del trasporto pubblico a Roma (e l’inquinamento) dobbiamo trovare un modo per incentivare le
persone a non usare la macchina privata. Dove ci sono poche metropolitane,
poche corsie riservate e molte auto il trasporto pubblico non funziona. Il
circolo è vizioso
perché dove
il trasporto pubblico non funziona le persone saranno spinte a usare la propria
auto. E questo peggiora ulteriormente il trasporto pubblico…
Da qui un’ idea per cominciare a risolvere l’emergenza da subito. Dobbiamo trasformare un circolo
vizioso in un circolo virtuoso. Non facciamo pagare i biglietti ma facciamo
pagare a tutti i romani e laziali una tassa annuale per i bus e i tram. (Farei
pagare ancora i biglietti e gli abbonamenti per la metro, Acotral e treni
regionali ma ad un prezzo minore visto che i bus e tram sono comunque gratuiti.)
Questa tassa andrebbe pagata anche da chi non usa il trasporto pubblico. Questo
spingerebbe le persone a non usare la macchina.
Siamo in una emergenza e
sperimenterei questa soluzione di
trasporto pubblico senza biglietto per almeno
5 anni. In 5 anni i “manager” debbono risolvere il problema del trasporto pubblico senza
avere l’alibi
che ci sono troppo macchine a Roma.
Per 5 anni facciamo pagare invece una
tassa annuale per il trasporto pubblico (e l’aria pulito) a tutti.
In questo modo quando devi
decidere se prendere la macchina o no sarai consapevole che hai già
comunque pagato per il trasporto
pubblico. Se ci sono meno macchine in giro,
funzionerà meglio
il trasporto pubblico. E anche chi si ostina a usare la macchina avrà
un vantaggio: meno traffico e aria più
pulita.
E’ da notare che già
ora la maggior parte dei soldi per il
trasporto pubblico viene dallo Stato (dai cittadini italiani).
Il governo italiano dà
una media di 96 Euro ad abitante per
ogni regione. Il Lazio prende 100 Euro che è meno
di della Basilicata (120) e del Piemonte (105).
Dunque con una popolazione di
5.800.000 Lazio riceve 580 milioni di euro all’anno dallo Stato per il trasporto pubblico nel Lazio. Questi
soldi come quelli per le altre regioni provengono da tutti gli italiani: dalle
tasse che almeno in parte sono proporzionali al reddito. Fare pagare una tassa ai Laziali secondo il
reddito sarebbe giusto ma complicato.
Farei invece pagare a secondo di
quante macchine hai. Si penalizza chi ha e usa
le macchine ma il comune e la regione in cambio si impegna a dare un trasporto pubblico
efficiente.
Facciamo questo esempio di tassa per
il trasporto pubblico:
100 euro all’anno a chi possiede una macchina
nella città di
Roma e 50 euro a chi non possiede una macchina. Se la popolazione di Roma è
2.865.000 e se 70% sono le macchine allora ci sono circa 2.000.000 macchine.
Dunque:
200 milioni di euro potrebbero venire dai Romani che
pagano 100 euro.
43.300.000 euro potrebbero venire dai Romani che pagano 50
euro.
Totale 243.300.000 da Romani
Se il 70% dei Laziali non romani
hanno una macchina (come a Roma) ci sono 2.100.000 macchine. La tassa per loro
potrebbe essere 60 euro = 126 milioni. Chi non ha macchina pagherebbe la metà 30
euro: 900.000 X 30 = 27 milioni. I Laziali non romani pagherebbero 153.000.000.
Alla popolazione di Roma (2.865.000)
bisogna tener presente che altri 800.000 arrivano ogni giorno nella capitale
dal Lazio. (Position Paper di Articolo 1). Inoltre il trasporto pubblico di
Roma è integrata
a quella della Regione Lazio.
Il ricavo dalla tassa annuale dei
Laziali (Romani inclusi) sarebbe 396 milioni.
Il costo del ATAC nel 2016 è
un miliardo cento milioni. Il 35% che
dovrebbe essere idealmente coperto dai ricavi è 400 milioni.
I soldi dallo stato è
circa 580.000.000.
Quanto è 396 milioni di euro rispetto ai ricavi del trasporto
pubblico nel Lazio dai passeggeri? Dal
bilancio del ATAC 2015 (http://www.atac.roma.it/files/doc.asp?r=4698) a Roma nel 2015 L’atac (Bus, Tram e Metro) ha preso 261 milioni da vendita di
biglietti e abbonamenti. Dunque con la tassa che ho pensato si avrebbe un
ricavo maggiore del 50% che con i biglietti e abbonamenti venduti.
E come ho detto, farei pagare ancora
i biglietti e gli abbonamenti per la metro, Acotral e treni regionali ma ad un
prezzo minore.
Roma è la prima città italiana
per numero di turisti con 9.620.753 arrivi e 24.481.861 pernottamenti nel 2009.
I turisti non pagherebbero i bus e i tram ma una parte delal loro tassa di
soggiorno potrebbe andare al trasporto pubblico.
In questo modo l’immagine e la realtà
della capitale d’Italia e del suo trasporto pubblico
potrebbero migliorare radicalmente.
Facciamo un esempio un po' estremo
per chiarire i vantaggi di meno traffico.
Se un bus ci mette sempre 15 minuti
(senza traffico) per fare il suo percorso, bastano 2 bus che partono ogni venti
minuti dai lati opposti. (Il bus passa ogni venti minuti). Se lo stesso
percorso è sempre
trafficato e ci mette un ora, allora ci vogliono almeno 7 o 8 bus. Dunque con
la riduzione delle macchine private ci saranno più bus per zone periferiche, per nuove tragitti, e bus più
frequenti.
Nessun commento:
Posta un commento