18 ottobre 2017

Regione Lazio, Mdp pensava fosse una legge elettorale, invece era una trappola.

 
 
                                                                  Nicola Zingaretti
 
Lunedì alla Pisana è arrivata la bozza di legge elettorale dalla maggioranza che sostiene il governo Zingaretti. Il nuovo testo, che presenta delle modifiche sostanziali rispetto a quello siglato da tutte le forze politiche (tranne il Movimento 5 stelle) prima di approdare in Commissione Affari Istituzionali (in cui non arriverà mai), rispecchia fedelmente quanto sostenuto da Nicola Zingaretti nella direzione regionale del PD di domenica scorsa, prima di accettare la ricandidatura alla presidenza del Consiglio del Lazio.
 Si reintroduce il listino, eliminato nella prima stesura della legge, e si rimodulano le percentuali di sbarramento, resta invece l’obbligo della doppia preferenza di genere su base regionale del 60% di candidati uomini e 40% di candidate donne. La nuova legge elettorale regionale che, dopo sei mesi di stallo, salterà l’iter in Commissione e approderà direttamente in Consiglio lunedì 23 ottobre, per essere approvata mercoledì 25 ottobre, prevede una soglia di sbarramento al 7% per le coalizioni e al 2% per i partiti in coalizione e una soglia invece dell’8% per i partiti che si presenteranno da soli. Per quanto riguarda il listino bloccato, l’ipotesi è quella di abbassare da dieci a sei i componenti e prevedere che  i restanti quattro che costituiscono il premio di maggioranza vengano eletti con le preferenze.
Secondo Zingaretti il listino deve restare per allargare la coalizione anche al mondo moderato e a chi cinque anni fa non ha votato il centrosinistra. Quindi lo schema con cui il Governatore del Lazio si appresta a tornare al voto prevede una semplificazione: niente partitini. Il PD sarà l’architrave della coalizione affiancata da due liste, una arcobaleno aperta alla sinistra, agli ex Sel di “Insieme”, ai Radicali, al mondo civico di Celli e Quadrana, ai Verdi e agli ex socialisti; ed una moderata in cui confluiranno gli ex Ncd.
 Stando a questo schema, le soglie di sbarramento vengono innalzate proprio per evitare che i piccoli partiti possano condizionare le coalizioni e i candidati governatori. Una norma, questa, che sembra proprio scritta per penalizzare Articolo1 Mdp, come ha dimostrato il Consigliere Regionale Riccardo Agostini in un post su Facebook in cui si legge: “Ritengo che un'assemblea legislativa debba essere formata dai rappresentanti eletti direttamente dai cittadini, senza cooptazioni o riserve indiane” inoltre, “Per l'ampliamento dell'identità della coalizione e per andare oltre i confini tradizionali della rappresentanza delle forme organizzate della politica serve innanzitutto un programma condiviso”.  
La discussione in ogni caso resta ovviamente aperta, anzi è appena cominciata e alla Pisana c’è chi ipotizza l’abbassamento della soglia al 6% per le coalizioni, chi chiede l’innalzamento della soglia all’8% per equipararla a quella dei partiti non coalizzati e chi vorrebbe alzare al 3% la soglia per i partiti in coalizione. Insomma, Mdp pensava fosse una legge elettorale, invece era una trappola.
 Maura Pisciarelli

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