12 marzo 2017

11 marzo:UNA GIORNATA PARTICOLARE

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di Josi Giobbe sulla giornata di ieri,11 marzo, in cui erano in agenda alcuni importanti appuntamenti politici.

E' stata quella di ieri una giornata piena di manifestazioni politiche.                                                                                                                                                                                                                        A Torino il Lingotto con Renzi. A Milano Berlusconi. A Napoli Salvini ed al Brancaccio di Roma, Giuliano Piasapia che ha presentato il suo progetto : "Il Campo Progressista".                                       Ho scelto e non per motivi geografici di assistere alla manifestazione di Pisapia.                                                                                                                                                                                              Non pieno, gremito il Brancaccio. Presenti il Presidente della Camera Boldrini accanto a Manconi e Gad Lerner. Ed ancora Landini, Cuperlo, Gotor, Speranza, Zingaretti, Smeriglio, Fratoianni. A Torino invece, oltre ai ministri di governo, Franceschini. 
Come padrone di casa è salito per primo sul palco Zingaretti che ha pronunziato parole di apprezzamento per Rossi, Speranza e per Sinistra Italiana. Dopo di lui sul palco non è salito nessun politico, ma solo giovani, giovani ricercatori, rappresentanti di associazioni, dei centri sociali, di olus, con interessanti testimonuanze di vita, di studio, di impegno.
I temi trattati sono stati : Culture e Conoscenza, Ambiente, Cittadinanza e Diritti, Lavoro e Redditi.
Tra i vari interventi ho più degli altri apprezzato l'intervento di Giacomo Pirovano, un giovane medico ricercatore ad Oxford, intervento di cui voglio qui riportare qualche stralcio.
La tecnologia ha oggi allargato i confini della conoscenza. Con internet ciascuno di noi può avere un accesso immediato alle informazioni ed a tutto ciò che accade nel mondo.  La tecnologia, internet sono strumenti popolari, strumenti pop che hanno allargato i confini della democrazia. Tuttavia non possiamo affermare che la conoscenza si identifichi con la cultura. Conoscere tante cose non basta per essere una persona di cultura, così come conoscere la grammatica della lingua, per quanto necessario, non è sufficiente a rendermi uno scrittore. La cultuta è il passo successivo alla mera conoscenza dell'informazionne. E' il processo di approfondimento con il quale si mettono le proprie conoscenze al servizio dell'interpretazione della realtà. La cultura deve essere la lente, lo strumento con il quale possiamo mettere in correlazione le nostre conoscenze, la musica, il cinema, la letteratura, la scuola, il lavoro, i viaggi, il calcetto con i problemi che dobbiamo affrontare ogni giorno a livello personale, familiare e sociale. Per dare una interpretazione più profonda della realtà e trovare soluzioni adeguate ai problemi. La cultura rappresenta una lente cognitiva che può aiutarci a capire che ci siamo innamorati di una persona. E' una cosa che succede a tutti prima o poi e, per i più fortunati, anche più volte nella vita. Anche capire che ci si può innamorare di una persona del nostro stesso sesso. E' una cosa che non fa nessuna differenza in termini di valore del sentimento. Oppure saper donare una educazione corretta e laica ai nostri figli, senza pregiudizi, rifiuti e chiusure. Per dare le risposte giuste alle situazioni di difficoltà, quando scopriamo che nostro figlio fa uso di sostanze pericolose o quando si trova in condizioni di disagio sociale. O in ambiti più vasti per comprendere e aiutare i migranti che scappano dalla guerra o dalla miseria o soccorrere una donna o un anziano con gravi problemi di lavoro o familiari. La cultura  aiuta anche a interpretare concetti difficili come la vita o la morte, per quanto forse non riusciremo mai a capire a fondo cosa è la vita e cosa è la morte. Aiuta a svilippare pensieri e regole per garantire il diritto alla vita ed il diritto alla morte.                                                                                                                                                                                             Queste cose le troviamo tutte nei libri,  nelle canzoni che ascoltiamo, nei film. La cultura è lo strumento per prendere le decisioni migliori ed in questo senso è anche uno strumento di libertà. Se riflettiamo possiamo vedere che cultura e politica si identificano per molti aspetti soprattutto se consideriamo la responsabilità ed il compito delle decisioni da prendere. La politica non si identifica con le assemblee di partito e nei suoi riti che nascondono narcisismo ed ambizioni personali. La politica come la cultura deve essere una interpretazione della realtà che con l'uso delle  conoscenze conduca a soluzioni e risposte ai problemi della persona, delle persone, della società. E dato che la realtà è mutevole perchè le cose cambiano di continuo la cultura e la politica devono essere in costante evoluzione. Io lavoro ad Oxford in un contesto di tradizioni antichissime che si integrano perfettamente con pensieri e teorie moderne e progressiste. Il progresso è cambiamento e confronto con altre culture. Nel mio dipatimento lavorano fianco a fianco inglesi, italiani, tedeschi, indiani, siriani tutti aperti al nuovo senza pregiudizi sia nel lavoro sia nel privato. Pronti a confrontarsi con i nuovi concetti di società, famiglia, cittadinanza. Voglio ricordare il padre della scienza moderna Galileo Galilei che fu processato e costretto a rinnegare le proprie scoperte prerchè troppo innovative rispetto alla cultura dominante in quel tempo inquinata da pregiudizi di natura religiosa. Impegnamoci a rendere la nostra cultura e la nostra politica sempre più aperte ed in evoluzione, in una visione progressista che sappia superare i confini nazionali guardando al mondo ed alla sua complessità. Questo vorrei che possa essere il "Campo progressista"
L’immagine che ha sintetizzato la giornata vede Pisapia, a braccia larghe sul palco, che si rivolge prima a Roberto Speranza e poi Gianni Cuperlo, seduti sui lati opposti della prima fila. “Roberto, Gianni, grazie di essere presenti. Avete fatto scelte diverse, ma oggi siamo qui, insieme, in nome di idee e i valori comuni “.
Voglio chiudere con qualche nota personale. Mi sono brevemente intrattenute nell'ordine con Zingarelli in sala, con Pisapia nei saluti sul palco a fine manifestazione e con Cuperlo in attesa del taxi davanti all'ingresso del teatro.
Zingaretti  -  J. : sei stato davvero bravo con il concorso al San Camillo.     Z. : sapessi quante minacce ho avuto.      J. : bravo, ma chi avete assunto era precario da diciasette anni, da diciassette anni capisci ?    Z. : si ma adesso abbiamo risanato e faremo altre assunzioni.
Piasapia -  J. : Giuliano ricordati della Costituzione.     P. : si lo so, ha subito un pericoloso attentato.     J. : si, ma gli italiani hanno saputo sventarlo.
Cuperlo - J. : Gianni si può fare una flebo al PD per iniettare un po' di globuli rossi ? Il PD è pallido ha solo globuli bianchi.    C. : ha ragione, lo so. Abbi fede.
   
    Ciao a tutti.
J.

Alcune immagini.

            




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